
IA in Europa: codice etico fra speranze e timori reali
Negli ultimi anni, l'Unione Europea ha intensificato gli sforzi per regolamentare l'intelligenza artificiale (IA) tramite un nuovo codice di buone pratiche. Presentato il 17 luglio 2025 e sostenuto dai copresidenti del gruppo di lavoro parlamentare Brando Benifei e Michael McNamara, il codice mira a promuovere uno sviluppo responsabile e trasparente della tecnologia IA, tutelando diritti individuali e collettivi. Questo documento rappresenta un tassello fondamentale per allineare gli operatori del settore alla nuova legge europea sull'IA, che richiede elevati standard di trasparenza, equità e privacy, ponendo Bruxelles al centro del dibattito globale sulla governance digitale.
Il codice non è esente da critiche e preoccupazioni, come evidenziato dagli eurodeputati, che ne sottolineano i rischi di diventare una "tigre di carta" senza una concreta applicazione. Le pressioni esercitate dalle grandi aziende tecnologiche, le Big Tech, rappresentano una minaccia per l'efficacia del quadro regolatorio, con tentativi di indebolire le disposizioni vincolanti. Di conseguenza, l'Unione Europea insiste sull'importanza di un'attuazione rigorosa e di una vigilanza condivisa per prevenire abusi e garantire la conformità. La firma e l'adozione integrale del codice da parte dei fornitori di Generative Pretrained AI (Gpai) sono considerate cruciali per assicurare responsabilità e tracciabilità.
Guardando al futuro, l'UE punta a essere un laboratorio internazionale di buone prassi per l'IA responsabile, combinando innovazione e tutela legale. Il successo del progetto dipenderà dalla capacità di tradurre le linee guida in prassi operative efficaci, coinvolgendo istituzioni, imprese e società civile. La regolamentazione europea dell'IA non rappresenta solo una questione tecnologica, ma il modello di convivenza democratica nell'era digitale, dove la sicurezza, la legalità e la sostenibilità sociale sono pilastri imprescindibili. Il confronto aperto e costruttivo rimane essenziale per bilanciare progresso e diritti."