
Il boomerang più antico d'Europa: la scoperta
Il ritrovamento del boomerang più antico d’Europa in Polonia segna una svolta negli studi sull’evoluzione della tecnologia e sulla storia degli antichi Homo Sapiens nel continente. Datato tra 42.290 e 39.280 anni fa, questo straordinario manufatto realizzato da una zanna di mammut mostra una padronanza delle tecniche di lavorazione e delle leggi fisiche del volo che non ha precedenti. Il boomerang, lungo circa 70 centimetri e dalle linee aerodinamiche, è stato oggetto di un’approfondita analisi multidisciplinare coordinata dall’Università di Bologna insieme a prestigiosi partner europei come l’Università Jagellonica di Cracovia e l’Istituto Max Planck di Lipsia. Grazie a tecnologie avanzate e a uno studio accurato, si è compreso che il manufatto non era solo uno strumento funzionale alla sopravvivenza, ma anche il risultato di una pianificazione progettuale e della trasmissione di saperi complessi.
La straordinaria antichità del boomerang polacco supera quella dei celebri reperti australiani e modifica radicalmente le ipotesi sugli sviluppi paralleli della tecnologia in continenti diversi. L’uso della zanna di mammut, materiale duro e difficile da modellare, rivela l’elevata competenza tecnica delle comunità paleolitiche europee: strumenti in selce e abrasivi naturali erano impiegati per sagomare e rifinire le superfici. Le analisi morfologiche evidenziano una progettazione atta ad assicurare robustezza, elasticità e capacità di volo efficiente, testimoniando un’avanzata conoscenza delle proprietà dei materiali e dei principi aerodinamici. In questo contesto, il ruolo dell’Università di Bologna e delle istituzioni europee è stato cruciale per intrecciare scienze fisiche, archeozoologia e paleontologia, offrendo così una visione globale dei processi tecnologici e culturali nell’Europa di 42.000 anni fa.
Dal confronto con altri boomerang preistorici rinvenuti in Africa e in Australia, emerge come questa scoperta sia unica sia per antichità che per tipo di materiali usati. Le implicazioni culturali sono considerevoli: il boomerang poteva essere utilizzato per la caccia di piccoli animali, per la difesa o anche per scopi rituali e di prestigio sociale. La capacità di progettare un simile oggetto implica un’intelligenza astratta, pianificazione in più fasi e la trasmissione di conoscenze coese nel tempo, qualità cognitive pienamente moderne. Questo ritrovamento impone la revisione di molti pregiudizi eurocentrici sulla presunta arretratezza tecnologica delle comunità paleolitiche europee, mettendo invece in luce una cultura materiale sofisticata e un grado di inventiva sorprendentemente avanzato. In conclusione, il boomerang preistorico di Polonia si impone come una pietra miliare nello studio delle origini della tecnologia e un simbolo del genio creativo umano, aprendo nuove prospettive di ricerca archeologica per il futuro.