
Il coraggio del dissenso: Marconcini rifiuta il voto di maturità
Nell'estate del 2025, Pietro Marconcini, diplomato del Liceo Scientifico Plinio Seniore di Roma, ha destinato il dibattito sull'istruzione italiana a nuovi orizzonti tramite un gesto simbolico ma provocatorio: il rifiuto del voto di maturità e la richiesta al Ministro dell'Istruzione di assegnargli il minimo legale, 60/100. La lettera di Marconcini ha denunciato un sistema scolastico troppo rigido e legato a valutazioni numeriche che soffocano la creatività e l'individualità degli studenti, evidenziando la necessità di una profonda riforma del modello educativo italiano. Questo gesto è diventato il catalizzatore di un movimento più ampio, con numerosi studenti in diverse città italiane che hanno aderito a forme di protesta come il boicottaggio degli esami orali e la consegna in bianco degli elaborati. Nonostante l'opposizione del Ministro Valditara e delle istituzioni a modifiche immediate, la protesta ha aperto un dibattito sul valore e la funzione del voto di maturità, un tema che coinvolge non solo l'aspetto meramente accademico ma anche dimensioni psicologiche, sociali e identitarie degli adolescenti. Attorno a questa vicenda si è articolato un confronto acceso tra studenti, docenti e istituzioni, con figure come Bianca Piergentili che hanno richiamato alla necessità di ascoltare gli studenti come coprotagonisti del processo educativo. Il dissenso di Marconcini e la conseguente mobilitazione studentesca si pongono come una scintilla per possibili riforme future, che auspichino una scuola più inclusiva, personalizzata e capace di rispondere alle esigenze delle nuove generazioni, segnando un passaggio fondamentale nella storia dell’istruzione italiana.