
Imam in classe a Crema, Sasso (Lega) attacca: "Non basta l’autonomia scolastica, servono regole chiare"
Negli ultimi giorni si è acceso un acceso dibattito in Italia a seguito di un incontro tra un imam e una classe di studenti a Crema, organizzato per illustrare la religione musulmana e favorire il dialogo interculturale. Nonostante l'iniziativa fosse rivolta a diffondere conoscenze sui pilastri dell'islam e gli aspetti culturali collegati, la vicenda ha suscitato polemiche politiche, in particolare da parte della Lega e del deputato Rossano Sasso. Questi hanno espresso timori sul possibile proselitismo e sull'opportunità di consentire la presenza di rappresentanti religiosi nelle scuole senza regole chiare, sottolineando i limiti dell'autonomia scolastica. L'interrogazione parlamentare rivolta al Ministro dell'Istruzione Valditara ha evidenziato la necessità di definire criteri e linee guida precise per gestire queste situazioni e preservare la laicità dello Stato e il pluralismo religioso nella scuola.
La discussione ha messo in luce le tensioni esistenti tra l'autonomia scolastica prevista dalla normativa italiana, che consente alle scuole di organizzare attività formative e iniziative aperte al territorio, e la necessità di porre limiti per evitare controversie legate alla presenza di figure religiose. Attualmente non esistono regole uniformi riguardo alla partecipazione di imam o altri rappresentanti religiosi nelle classi al di fuori dell'insegnamento della religione cattolica. L'episodio ha stimolato riflessioni sul bilanciamento tra inclusione e pluralismo, rischi di imposizioni religiose e opportunità di educazione al rispetto reciproco. Le opinioni di genitori, docenti, presidi e comunità islamiche sono variegate, con richieste sia di maggior trasparenza e chiarezza normativa, sia di valorizzazione della diversità culturale e religiosa come elemento integrante del percorso educativo.
Il Ministero dell'Istruzione, pur non avendo rilasciato dichiarazioni dettagliate, riconosce il principio di autonomia degli istituti purché le attività si svolgano con trasparenza e coinvolgendo le famiglie. Esperienze di dialogo interreligioso in Italia e all'estero mostrano come tali iniziative possano promuovere tolleranza, pluralismo e cittadinanza attiva, a patto che siano gestite in modo bilanciato e rispettoso. Il caso di Crema rappresenta uno snodo critico nel definire il ruolo della religione musulmana nella scuola pubblica italiana e nella regolamentazione delle attività formative che coinvolgono rappresentanti religiosi. La sfida futura sarà quella di armonizzare autonomia locale, tutela della laicità e valorizzazione del pluralismo, garantendo un sistema educativo inclusivo e rispettoso dei diritti di tutti.