Inclusione scolastica e barriere ancora presenti: il caso dell’alunna esclusa dalla gita nel cuneese

Inclusione scolastica e barriere ancora presenti: il caso dell’alunna esclusa dalla gita nel cuneese

Il caso di un'alunna con disabilità motoria esclusa dalla gita scolastica a Cuneo riporta all'attenzione la problematica dell'inclusione scolastica e delle barriere ancora presenti nelle attività extrascolastiche. La difficoltà nasce da un guasto alla pedana del pullman accessibile, che ha impedito alla ragazza di partecipare all'importante momento educativo e sociale rappresentato dalla gita a Genova. Nonostante la normativa italiana, come la legge 104/1992 e il decreto legislativo 66/2017, garantisca il diritto all'inclusione e all'accessibilità, la realtà dimostra spesso una distanza tra principi e applicazione, fatta di infrastrutture inadeguate e carenze organizzative. Di fronte all'impossibilità di partecipare, il padre della ragazza ha deciso dolorosamente di non farla prendere parte alla gita per non penalizzare il gruppo, situazione che evidenzia il peso emotivo che le famiglie di studenti con disabilità devono affrontare e le barriere materiali che si traducono in esclusione sociale. L'episodio coinvolge responsabilità multiple: la scuola, che deve garantire pari opportunità anche nelle attività esterne; i fornitori dei servizi di trasporto, che devono disporre di mezzi attrezzati e sottoposti a controlli regolari; e le istituzioni locali, chiamate a una programmazione puntuale per evitare emergenze dell'ultimo minuto. Esperti e associazioni denunciano la persistenza di barriere architettoniche e la disomogeneità territoriale nell'accesso, mentre si sottolinea l'importanza di una formazione adeguata per il personale. L'evento ha suscitato reazioni di solidarietà da parte della comunità locale e testimonianze di altre famiglie che vivono quotidianamente difficoltà simili, dimostrando che l'esclusione di uno studente diventa un problema collettivo. Non mancano però esempi positivi, come progetti di accessibilità urbana e collaborazione tra scuole e enti locali che permettono l'effettiva partecipazione di tutti gli studenti. Le famiglie svolgono un ruolo fondamentale nel denunciare i problemi e sollecitare risposte, supportate da associazioni specializzate. La riflessione finale sottolinea che la piena inclusione non può essere un mero ideale, ma deve tradursi in azioni concrete di pianificazione, investimento e collaborazione per garantire pari opportunità formative e sociali. Solo attraverso un impegno condiviso sarà possibile costruire una scuola realmente inclusiva, dove nessun ragazzo sia escluso dalle esperienze educative e di crescita.
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