Paragrafo 1
La recente riforma introdotta dal Decreto Scuola del 2025 segna una svolta fondamentale nell’educazione italiana, spingendo verso la digitalizzazione anche nei contesti della scuola dell’infanzia. Tale novità nasce da un emendamento che modifica l’articolo 24-bis, in linea con gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). L’obiettivo principale è quello di fornire ai bambini della fascia 3-6 anni delle competenze digitali di base, integrando il pensiero computazionale e stimolando la creatività sin dalla prima infanzia. Non si tratta solo di introdurre strumenti tecnologici, ma di adottare un approccio educativo che tenga conto delle specificità psicologiche dei bambini piccoli, promuovendo un uso responsabile e critico delle tecnologie. Il nuovo quadro normativo fornisce alle scuole la possibilità di sperimentare soluzioni innovative, con precise linee guida nazionali sugli obiettivi formativi e investimenti dedicati alla formazione dei docenti.
Paragrafo 2
Dal 2026-2027 tutte le scuole dell’infanzia saranno coinvolte in questo percorso di trasformazione. La riforma prevede l’alfabetizzazione digitale come elemento trasversale delle attività, l’introduzione di laboratori di coding unplugged, narrazione digitale, giochi cooperativi, percorsi sull’identità e la sicurezza online. Grande attenzione sarà rivolta alla formazione continua degli insegnanti, per garantire competenze aggiornate e pratiche didattiche efficaci. Anche le famiglie sono coinvolte, attraverso campagne informative e spazi di confronto per favorire la coerenza educativa tra scuola e ambiente domestico. Sul piano pratico, le scuole potranno collaborare con partner esterni, progettare moduli interdisciplinari e partecipare a reti nazionali ed europee dedicate alla didattica digitale. Si tratta di un cambiamento che investe tutta la comunità scolastica e che pone l’Italia in confronto diretto con le migliori pratiche europee, mirando a colmare il divario digitale che ancora persiste in molte aree del paese.
Paragrafo 3
Non mancano però criticità, dubbi e sfide aperte: dal rischio di eccessivo utilizzo degli schermi ai limiti delle infrastrutture tecnologiche nelle scuole italiane, dalla necessità di un monitoraggio continuo delle pratiche didattiche alla definizione di materiali a misura di bambino. Il decreto prevede risposte puntuali, tra cui linee guida dettagliate, formazione specifica anche per i genitori e monitoraggi periodici sull’efficacia dell’introduzione dell’informatica nell’infanzia. La riforma ambisce a rendere la scuola italiana più moderna e inclusiva, capace di rispondere in modo flessibile ai bisogni reali di bambini e famiglie, senza trascurare la dimensione emotiva e relazionale propria della prima infanzia. La digitalizzazione della scuola dell’infanzia rappresenta dunque un’occasione per ripensare il modello educativo nazionale e promuovere una cultura digitale solida, critica e responsabile, allineando l’Italia agli standard europei e proiettandola verso le sfide educative del futuro.