
Intelligenza artificiale e sicurezza sul lavoro: le nuove frontiere della prevenzione secondo Cesare Damiano
Negli ultimi anni, la sicurezza sul lavoro ha assunto un ruolo centrale nel dibattito pubblico, complice l’aumento dell’attenzione sugli infortuni e sulle condizioni lavorative. In questo scenario, l’intelligenza artificiale (IA) si configura come una leva fondamentale per modernizzare e rafforzare la prevenzione dei rischi. Durante il convegno "Per un ambiente di lavoro sano e sicuro" tenutosi a Bologna, esperti, istituzioni e rappresentanti del mondo del lavoro hanno discusso le tecnologie emergenti, tra cui sensori, badge intelligenti e web app per la gestione della sicurezza. Cesare Damiano, presidente del Centro Studi Lavoro e Welfare, ha particolarmente evidenziato il ruolo dell’IA come strumento in grado di anticipare e prevenire situazioni di rischio, integrando le strategie tradizionali di tutela. Non basta infatti adottare nuove tecnologie: la sicurezza deve fondarsi anche su formazione, collaborazione e coinvolgimento di lavoratori, aziende e istituzioni, in un’ottica di responsabilità collettiva e partecipata.
La tecnologia sta trasformando profondamente il mondo della prevenzione. Badge e microchip intelligenti, integrati nei cantieri, consentono di tracciare movimenti, presenze e comportamenti dei lavoratori, permettendo segnalazioni tempestive di situazioni critiche ed efficienti interventi d’emergenza. Allo stesso tempo, i dispositivi di protezione individuale (DPI) evolvono in senso smart: caschi, indumenti e guanti intelligenti dialogano con sistemi centralizzati per monitorare condizioni ambientali e fisiologiche, garantendo risposte personalizzate e prevenzione su larga scala. Le web app democratizzano ulteriormente la sicurezza, rendendo accessibili strumenti di monitoraggio e comunicazione efficienti sia alle grandi aziende sia alle PMI. Bologna, con la sua tradizione di innovazione sociale, si pone oggi come modello virtuoso: qui sono già attive numerose sperimentazioni di queste tecnologie, grazie anche a una fattiva collaborazione tra sistema produttivo, sindacati e istituzioni.
Nonostante le grandi potenzialità dell’IA applicata alla sicurezza, rimangono aperte sfide cruciali. La formazione continua di lavoratori e dirigenti sull’uso delle nuove tecnologie è prioritaria, così come la salvaguardia della privacy e della protezione dei dati personali. La piena integrazione tra sistemi digitali e pratiche tradizionali deve essere perseguita superando resistenze culturali, soprattutto nelle piccole e medie imprese. Organizzazioni come Confsal lavorano affinché la transizione digitale sia inclusiva e tuteli tutte le categorie, promuovendo iniziative di sensibilizzazione e formazione. Il paradigma integrato suggerito da Damiano punta su una sinergia costante tra innovazione e cultura della prevenzione: solo così potremo parlare, in futuro, di un autentico modello italiano di sicurezza sul lavoro che non solo protegga, ma valorizzi il capitale umano, rendendolo esportabile anche a livello internazionale.