
Israele e Vaticano a confronto: scontro di visioni tra diritto alla difesa e condanna dei massacri
Il confronto tra Israele e il Vaticano, intensificatosi dall'ottobre 2023 con l'escalation del conflitto israelo-palestinese, ruota attorno all'uso della parola "massacro" e alla legittimità del diritto di Israele all'autodifesa. Il Cardinale Pietro Parolin ha espresso preoccupazione per le conseguenze umanitarie della guerra, sottolineando la necessità di una difesa proporzionata che rispetti il diritto umanitario internazionale e condannando sia gli attacchi terroristici sia ritorsioni indiscriminate. La replica dell'ambasciatore israeliano in Vaticano ha invece respinto la definizione di "massacro" per gli attacchi di Hamas, evitando false equivalenze e riaffermando il carattere legittimo e morale delle operazioni israeliane. Questa divergenza semantica riflette una frattura più profonda tra la prospettiva universalistica e valoriale del Vaticano e quella particolareggiata, incentrata sulla sicurezza e memoria storica, di Israele. Nel dibattito emergono inoltre le difficili questioni di proporzionalità nella legittima difesa e della protezione dei civili. La diplomazia vaticana, pur mantenendo una posizione spesso equidistante, continua a promuovere il dialogo interreligioso e la pace, riconoscendo l'importanza di un approccio che valorizzi la giustizia, la memoria condivisa e il rispetto della vita umana. Il futuro del dialogo dipenderà dall'impegno a superare le polarizzazioni e a costruire una cultura della riconciliazione e della pace.