Israele sull'orlo di una crisi istituzionale: tra ipotesi di golpe militare e tensioni civili

Israele sull'orlo di una crisi istituzionale: tra ipotesi di golpe militare e tensioni civili

Nell'estate 2025, Israele si trova in una crisi istituzionale senza precedenti, caratterizzata da un conflitto profondo tra il governo guidato da Benjamin Netanyahu e importanti settori delle forze armate. Tale crisi nasce dalle forti riforme giudiziarie proposte dall'esecutivo, percepite come un attacco alla democrazia, che hanno polarizzato la società e incrinato il tradizionale equilibrio tra potere politico e militare, pilastro dello Stato ebraico. La pubblicazione di un documento firmato da 600 ex ufficiali, che accusano il governo di minare la Costituzione e paventano la possibilità di misure straordinarie per salvaguardare la democrazia, ha accentuato i timori di un potenziale golpe militare, generando forti divisioni nell'opinione pubblica e politica israeliana.

A complicare ulteriormente il quadro è stata l'espulsione del parlamentare Ofer Cassif, noto critico del governo e vicino a posizioni progressiste, dalla Knesset, evento percepito come epurazione politica e segnala l'aggravarsi della polarizzazione e della tensione nel sistema politico. Questo scenario vede il gabinetto di guerra israeliano come attore centrale nella mediazione tra militari e governo, con riunioni decisive imminenti che potrebbero determinare esiti che vanno da un accordo istituzionale a scenari di instabilità prolungata o addirittura uno scontro aperto.

La crisi in Israele richiama riflessioni storiche su golpe civili e militari, sottolineando la complessità dovuta al sistema costituzionale semipresidenziale e al ruolo centrale delle IDF, i cui ex ufficiali godono di grande rispetto nella società. Le implicazioni si estendono oltre i confini nazionali, con preoccupazioni a livello internazionale riguardo all'autoritarsmo e alla stabilità regionale. Gli analisti mostrano una divisione tra chi vede il fenomeno come un picco temporaneo e chi ne evidenzia la gravità sistemica. In questo contesto cruciale, il futuro di Israele dipenderà dalla capacità delle sue istituzioni e cittadini di preservare la democrazia tramite dialogo e rispetto reciproco.

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