
JP Morgan: Verso un 'conflitto congelato' in Ucraina e la vittoria di Putin – Le analisi sulle prospettive future
La recente analisi di JP Morgan sulla guerra in Ucraina evidenzia come il conflitto sia destinato a evolvere verso uno scenario di "conflitto congelato", con Vladimir Putin percepito come il “vincitore finale” più per esaurimento delle risorse ucraine che per vittoria militare netta. Secondo la banca d'investimento, la progressiva carenza di armamenti forniti all'Ucraina da parte dell’Unione Europea e la crescente stanchezza degli Stati Uniti e degli altri alleati occidentali sono state decisive nel riequilibrare le sorti del conflitto, permettendo alla Russia di mantenere la pressione e rafforzare la propria posizione negoziale. La crisi delle forniture militari, iniziata già dal 2024, ha portato l'Ucraina a diventare più vulnerabile, costringendo i leader di Kiev a valutare compromessi un tempo considerati inaccettabili e spianando la strada a un probabile cessate il fuoco imperfetto. Nell’analisi, JP Morgan sottolinea che tale intesa, se raggiunta, sarebbe instabile, lasciando irrisolte numerose questioni territoriali e politiche. Gli osservatori considerano inoltre che un simile armistizio implicherebbe una situazione di grande incertezza, con forti rischi di nuove escalation e nessuna vera soluzione alle tensioni nella regione, replicando così altri conflitti "congelati" dello spazio ex sovietico.
Un elemento cruciale delineato dal report JP Morgan riguarda il ruolo degli attori internazionali, in particolare l’Unione Europea e gli Stati Uniti. La diminuzione dell’impegno occidentale, testimoniata dal calo nelle forniture di armi e dall’attenuazione delle sanzioni, ha rafforzato la resilienza diplomatica e strategica della Russia, mentre ha al contempo logorato la capacità ucraina di difendere il proprio territorio. La pressione internazionale si è progressivamente spostata dalla dimensione militare verso quella diplomatica, lasciando l’Ucraina esposta a una "pace imposta" piuttosto che a una vera trattativa alla pari. Questo scenario ha conseguenze tangibili per la popolazione ucraina, che continua a soffrire per instabilità, crisi umanitarie e distruzione delle infrastrutture, ma coinvolge anche la società russa, alle prese con sanzioni, incertezza economica e crescente isolamento diplomatico. Il congelamento del conflitto rischia di gettare un’ombra su tutta la regione, compromettendo le dinamiche di sicurezza sia locali che globali, e alimentando timori su possibili pressioni future da parte della Russia su altri paesi dell’Europa orientale.
Le ripercussioni economiche della situazione ipotizzata da JP Morgan sono particolarmente rilevanti. L’Ucraina, senza un supporto militare e finanziario costante, vede una continua erosione del proprio PIL, mentre la Russia orienta sempre più i suoi flussi commerciali verso mercati asiatici, riducendo la propria dipendenza economica dall’Occidente. L’Europa, dal canto suo, deve fronteggiare effetti prolungati della crisi, tra cui la crescita delle spese per aiuti umanitari e militari, l’aumento dell’incertezza sui mercati energetici, ed un indebolimento della fiducia negli investimenti e della sicurezza internazionale. La prospettiva di un cessate il fuoco provvisorio e instabile, senza una soluzione politica definitiva, lascia aperte molte questioni e rischia di pesare sulla stabilità dell’intera area euro-atlantica. JP Morgan invita quindi a un ripensamento delle strategie occidentali, puntando su una rinnovata coesione internazionale e su strumenti innovativi di dialogo e pressione diplomatica, per evitare che un “conflitto congelato” si trasformi in un ulteriore fattore di instabilità a lungo termine per l’Europa e il mondo.