La Cura di Battiato: Simbolo d'Arte e Amore alla Maturità

La Cura di Battiato: Simbolo d'Arte e Amore alla Maturità

La traccia della seconda prova della Maturità 2025 per il Liceo Artistico, incentrata sulla canzone "La cura" di Franco Battiato, ha rappresentato un momento significativo per stimolare la riflessione degli studenti sull’essenza dell’arte come veicolo di emozioni e valori universali. La scelta di questo brano ha invitato i maturandi a indagare il concetto di "cura" sia dal punto di vista artistico che sociale, valorizzando la centralità della scuola come luogo di crescita umana, consapevolezza e creatività. In questo modo, la scuola assume il ruolo di custode della cultura della cura, trasmettendo agli studenti l’importanza dell’attenzione verso sé stessi, gli altri e il mondo circostante. Il testo di Battiato, con la sua capacità poetica e l’intensità filosofica, ha richiesto agli studenti di andare oltre la semplice interpretazione, portandoli ad abbracciare la profondità del messaggio e a confrontarsi con le grandi domande dell’esistenza. La canzone, pubblicata nel 1997, è universalmente considerata un manifesto dell’amore assoluto, capace di superare i confini della semplice canzone d’autore per diventare patrimonio condiviso e fonte inesauribile di ispirazione per giovani e adulti.

Dal punto di vista operativo, la prova richiedeva agli studenti di leggere e analizzare il testo de "La cura", per poi realizzare un breve prodotto audiovisivo di un minuto capace di restituire, in immagini e suoni, il senso profondo del prendersi cura. Questo compito ha spalancato le porte a una vasta gamma di possibilità creative – dalla narrazione simbolica all’uso innovativo di tecniche audiovisive, passando per performance e installazioni visive. Gli studenti si sono confrontati con le difficoltà pratiche ed espressive di raccontare in pochi secondi un messaggio universale, valorizzando la necessità di uno storyboard chiaro, di una selezione attenta di immagini e suoni, e dell’uso di simboli evocativi. Errori comuni come l’eccessiva prevedibilità delle sequenze, l’uso di elementi slegati dal testo o la scelta di stili non adatti sono stati evitati attraverso un lavoro di revisione e confronto, dimostrando quanto sia fondamentale l’elaborazione del messaggio per trasmetterlo con forza e chiarezza anche in lavori brevi ma intensi sotto il profilo emozionale e artistico.

Infine, "La cura" è stata interpretata non solo come canzone d’amore, ma come potente riconoscimento della responsabilità e dell’impegno verso l’altro, un invito all’etica della reciprocità. L’approccio alla seconda prova, quindi, ha permesso agli studenti di maturare una visione articolata del concetto di cura, intesa sia come qualità personale che come valore collettivo nella scuola e nella società. Realizzare un lavoro audiovisivo sulla traccia della canzone ha facilitato la sperimentazione con nuove forme di linguaggio, consentendo agli studenti di esercitare creatività, sensibilità e spirito critico. In conclusione, la prova su "La cura" si configura come un modello virtuoso di come arte, educazione e società possano integrarsi attraverso la scuola, offrendo ai giovani non solo opportunità di crescita professionale ma soprattutto umana, nel segno dell’attenzione, dell’empatia e dell’incontro autentico con l’altro.

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