La mancata sostituzione dei docenti nella scuola dell’infanzia e primaria: analisi, criticità e possibili soluzioni
Negli ultimi anni, la mancata sostituzione dei docenti assenti nella scuola dell’infanzia e primaria è diventata una problematica grave, denunciata soprattutto dai Cobas e altri sindacati. Questa prassi, puramente amministrativa, impatta negativamente sulla qualità dell’offerta formativa e sui diritti sia degli alunni che dei docenti. La normativa vigente, supportata da leggi come il D.lgs. 297/1994 e dai contratti collettivi, prevede la nomina di supplenti fin dal primo giorno di assenza, ma dirigenti scolastici spesso temono sanzioni o danni erariali e limitano la sostituzione, creando un conflitto tra ragioni amministrative e bisogni educativi.
Particolarmente criticato è l’uso improprio dei docenti di sostegno come supplenti di ruolo, una prassi che rischia di compromettere l’assistenza agli alunni con bisogni educativi speciali e snatura la funzione specialistica di tali insegnanti. La mancata sostituzione provoca inoltre discontinuità didattica, disagio nei bambini, difficoltà organizzative e sfiducia nelle famiglie, minando il diritto costituzionale all’istruzione e all’inclusione sociale. Analogamente, le condizioni lavorative degli insegnanti si deteriorano, con aumento del carico di lavoro, precarietà e conflitti sindacali, generando un clima di insicurezza nel corpo docente.
Le organizzazioni sindacali chiedono un’applicazione rigorosa della normativa, chiarezza nelle procedure, investimenti nell’organico stabile e tutela specifica per i docenti di sostegno. È fondamentale anche una formazione adeguata per i dirigenti scolastici e una maggiore trasparenza nelle nomine. In conclusione, solo attraverso politiche chiare, dialogo attivo e responsabilità condivise si può garantire il diritto all’istruzione e condizioni di lavoro dignitose, ponendo fine a pratiche che compromettono la qualità e l’equità nel sistema scolastico italiano.