L’equo compenso per gli ingegneri: la sfida dell’estensione al settore privato secondo Perrini (CNI)

L’equo compenso per gli ingegneri: la sfida dell’estensione al settore privato secondo Perrini (CNI)

L'equo compenso rappresenta un principio fondamentale rivolto a garantire una remunerazione dignitosa, proporzionata al lavoro e alla professionalità degli ingegneri. Sebbene consolidato nel settore pubblico tramite la legge equo compenso 2025, la sua estensione al settore privato rimane la sfida cruciale evidenziata dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI) e da Perrini. Questo passaggio è vitale per contrastare pratiche di undervaluation, dumping salariale e per mantenere alta la qualità e la sicurezza delle prestazioni ingegneristiche.

La legge delega 2025 ha sancito parametri chiari che impediscono liquidazioni sotto soglie minime, stabilite anche per il privato, ma la reale applicazione nel mercato privato è ostacolata da dinamiche contrattuali meno regolate e una concorrenza spesso basata sul prezzo piuttosto che sulla qualità. Il CNI gioca un ruolo chiave nel diffondere consapevolezza, monitorare il rispetto delle normative e sostenere i professionisti nelle controversie. L'estensione nel privato non tutela solo gli ingegneri, ma garantisce anche maggiore trasparenza e qualità per committenti e mercato.

Le prospettive future implicano rafforzamento dei controlli, educazione ai diritti professionali e collaborazione tra istituzioni per un'applicazione capillare dell'equo compenso. Sebbene siano presenti criticità, la normativa rappresenta un passo avanti essenziale per valorizzare le competenze ingegneristiche italiane, garantendo uno sviluppo sostenibile e competitivo del settore, fondato sul riconoscimento del diritto al compenso giusto e adeguato.

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