
Loongson 3C6000: la CPU server cinese sfida Intel e AMD
Il settore globale delle CPU server, dominato da anni da Intel (Xeon) e AMD (EPYC), si trova oggi di fronte a una svolta storica con l’arrivo delle cinesi Loongson 3C6000. Questi processori, presentati nel giugno 2025, incarnano il tentativo cinese di emanciparsi tecnologicamente, offrendo una proposta completamente sviluppata, progettata e prodotta in patria. La nuova serie Loongson si basa sull’avanzata architettura LA664, completamente autoctona, progettata per assicurare performance elevate e autonomia strategica. Grazie a configurazioni che arrivano fino a 64 core per ogni CPU e a una notevole dotazione di cache multilivello (64KB L1, 256KB L2 e 32MB L3), i 3C6000 sono destinati sia a piccoli server che ai grandi data center, con un potenziale di scalabilità paragonabile ai modello Xeon e EPYC più recenti. L’accento sulla compatibilità con sistemi Linux, la presenza di funzioni hardware per la sicurezza e l’efficienza energetica rendono la proposta ancora più interessante soprattutto per applicazioni sensibili e di pubblica amministrazione. Si tratta di un passo fondamentale nella strategia cinese di autosufficienza tecnologica nei semiconduttori, uno dei punti centrali delle politiche industriali di Pechino degli ultimi anni.
Un aspetto distintivo della Loongson 3C6000 è la versatile articolazione in varianti S (16 core), D (32 core) e Q (64 core), che permette di coprire pressoché tutte le esigenze del mercato server moderno: dal cloud computing, all’intelligenza artificiale, passando per l’edge computing e i carichi di lavoro scientifici. Il confronto con le soluzioni occidentali è diretto: la variante Q, con i suoi 64 core e la cache avanzata, compete frontalmente con le CPU AMD EPYC più spinte e le ultime Intel Xeon. Benchmark cinesi preliminari indicano buone prestazioni nei workload paralleli e multi-threaded, sebbene vi sia ancora un divario in ambito single-thread. Il vantaggio competitivo di Loongson, però, si afferma soprattutto in ottica di sicurezza, controllo della filiera e continuità produttiva: la possibilità di svincolarsi dalla catena del valore occidentale offre alla Cina leve strategiche cruciali, sia nei confronti degli attori globali, sia come risposta agli scenari di crisi o sanzioni internazionali. Il rafforzamento dell’ecosistema nazionale dei semiconduttori e la spinta alla ricerca hi-tech rappresentano inoltre trend destinati a consolidarsi nei prossimi anni.
L’impatto della Loongson 3C6000, e più in generale dell’ingresso di CPU server “indipendenti”, va ben oltre i confini cinesi: obbliga Intel, AMD e le altre multinazionali a spingere su innovazione, efficienza e sicurezza, mentre apre la strada a una futura standardizzazione di nuovi ecosistemi hardware, anche fuori dal dominio esclusivo dell’architettura x86. Per il mercato IT, questo significa prospettive di maggiore concorrenza e potenziali benefici in termini di prezzo, scelta e adattamento alle esigenze locali. Tuttavia, si profilano anche rischi di frammentazione tecnologica e regionalizzazione dei mercati, con la probabile nascita di nuove alleanze tra fornitori alternativi. Il debutto della serie 3C6000 segna dunque un punto di svolta nella storia dei server: non solo ridefinisce gli equilibri e le strategie globali, ma inaugura una fase in cui l’autonomia tecnologica non è più sogno ideologico, bensì conquista concreta e traino per tutto il comparto informatico, a partire dalla Cina.