Maturità 2025: Il presidente di commissione che si presenta sui social agli studenti di Torino

Maturità 2025: Il presidente di commissione che si presenta sui social agli studenti di Torino

Primo paragrafo

Nel contesto della Maturità 2025 a Torino, si assiste a un innovativo cambiamento nella comunicazione istituzionale scolastica: un presidente di commissione decide di presentarsi pubblicamente agli studenti attraverso un post su Facebook. Questo gesto rompe la tradizione del distacco e della formalità solitamente associata a tale ruolo, cercando invece di instaurare un dialogo più aperto e rassicurante con i maturandi. La scelta di rivolgersi direttamente agli studenti nasce dalla consapevolezza dell’ansia e dello stress che accompagna l’esame di Stato, con l’obiettivo di dissipare timori spesso infondati, quali la temuta severità della commissione. Le parole del presidente – "Non credete a chi dice che sono cattivo" – mirano a umanizzare la figura istituzionale e a promuovere la percezione dell’esame come un momento costruttivo e non punitivo. Questa nuova modalità di comunicazione ha generato un ampio dibattito tra studenti, docenti e famiglie sulla legittimità ed efficacia dell’uso dei social media in ambito scolastico. Parallelamente, cresce la curiosità attorno agli altri temi affrontati dal presidente, come la promessa di un esame "bellissimo e accettabile" e la sua posizione sull’uso delle nuove tecnologie durante le prove.

Secondo paragrafo

La dichiarazione pubblica del presidente di commissione assume particolare rilevanza per i candidati che si confrontano, spesso per la prima volta, con la struttura e le dinamiche della maturità. Il messaggio reso pubblico non solo tenta di tranquillizzare, ma sottolinea la volontà della commissione di garantire trasparenza, correttezza e spirito di collaborazione. In questo quadro, l’iniziativa torinese spinge la riflessione anche sull’adattamento delle istituzioni scolastiche all’era digitale: i social diventano terreno di incontro tra scuola, studenti e famiglie, grazie alla loro rapidità e capillarità. Tuttavia, ciò impone attenzione ai limiti della comunicazione digitale: la privacy, il rispetto dei ruoli e la necessità di mantenere la serietà dell’esame restano elementi imprescindibili. In questo scenario viene inoltre affrontata la questione, di crescente attualità, dell’impiego di intelligenza artificiale e strumenti come ChatGPT durante le prove. Il presidente, pur riconoscendone il potenziale nella didattica, ribadisce la necessità che l’esame resti un momento di verifica autentica delle capacità individuali, evidenziando l’importanza di un uso consapevole e regolato degli strumenti digitali anche a tutela dell’integrità del percorso scolastico.

Terzo paragrafo

La risposta degli studenti e della comunità scolastica all’iniziativa del presidente risulta variegata e sintomatica dell’attuale fase di transizione vissuta dalla scuola italiana. Alcuni maturandi apprezzano la maggiore umanità e accessibilità del presidente, mentre altri manifestano scetticismo o preoccupazione, temendo che il tentativo di essere "vicini" nasconda una minore serietà o una comunicazione solo di facciata. Le famiglie, invece, tendono a vedere positivamente una figura istituzionale che si espone personalmente e rassicura pubblicamente i ragazzi. La vicenda torinese indica una scuola che, nel suo complesso, prova ad avvicinarsi ai giovani e al loro mondo, cercando un equilibrio tra innovazione e rispetto delle regole. Il caso diventa emblematico delle sfide future: costruire una maturità che sia davvero "bellissima e accettabile", capace di valorizzare le competenze, favorire il dialogo e restare al passo con la trasformazione digitale, senza perdere solidità, autorevolezza e credibilità. In quest’ottica, strategie per una maturità serena – come pianificazione, supporto psicologico, trasparenza comunicativa e uso corretto del digitale – saranno decisive per il successo di ogni futuro maturando.

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