
Microplastiche nei fluidi riproduttivi umani: una minaccia per la fertilità?
Negli ultimi anni, le microplastiche sono emerse come una minaccia ambientale e sanitaria globale, infiltrandosi in ogni aspetto della vita umana, compresi i fluidi riproduttivi. Piccole particelle plastiche, di dimensioni inferiori a 5 millimetri, derivano dalla frammentazione di materiali plastici comuni e si diffondono nell'ambiente attraverso acqua, aria e alimenti. La loro capacità di varcare barriere biologiche e accumularsi negli organi umani è recentemente stata confermata dalla presenza, per la prima volta documentata su larga scala, nei fluidi riproduttivi di uomini e donne. Uno studio internazionale condotto dal team Next Fertility Murcia, presentato nel 2025, ha rilevato microplastiche nel 69% dei campioni femminili e nel 55% di quelli maschili. Le principali tipologie di microplastiche individuate includono polietilene, PET, PVC, polistirene e polipropilene, materiali largamente utilizzati nell'industria.
I rischi associati all'esposizione a queste particelle nei fluidi riproduttivi sono allarmanti. Sebbene non sia ancora stata stabilita una relazione causale diretta tra microplastiche e infertilità, studi precedenti su modelli animali indicano possibili danni al DNA degli spermatozoi, alterazioni degli ovociti, risposte infiammatorie e modificazioni ormonali. Per le donne, l'accumulo di microplastiche potrebbe compromettere la qualità degli ovociti, aumentare il rischio di aborti spontanei e favorire malattie infiammatorie pelviche. Negli uomini, queste particelle potrebbero ridurre la vitalità e la motilità degli spermatozoi, causando infertilità. Inoltre, alcune microplastiche agiscono da vettori di sostanze tossiche come ftalati e bisfenolo A, interferendo ulteriormente con la funzione riproduttiva.
Per affrontare questa emergenza sanitaria, è indispensabile adottare un approccio multidisciplinare. Ridurre la produzione e l’uso della plastica, incentivare materiali alternativi biodegradabili e potenziare tecnologie di filtrazione ambientale rappresentano passi cruciali. Parallelamente, è fondamentale aumentare gli studi scientifici longitudinali per chiarire l'impatto delle microplastiche sulla fertilità umana e sviluppare protocolli clinici per monitorare e gestire l'esposizione. Solo attraverso una collaborazione globale tra scienza, istituzioni e cittadini sarà possibile mitigare i rischi e proteggere la salute riproduttiva delle generazioni presenti e future.