Mobilità scolastica e personale fuori sede: verso soluzioni strutturali per docenti e famiglie
Il fenomeno del personale scolastico fuori sede rappresenta una sfida strutturale per il sistema educativo italiano, con migliaia di insegnanti provenienti soprattutto dal Sud costretti a lavorare lontano dalle proprie famiglie. Questo comporta non solo disagi personali, ma anche un impatto negativo sulla qualità dell'insegnamento e sulla vita lavorativa dei docenti. La differenza normativa tra organico di diritto e organico di fatto limita la mobilità definitiva, mentre le attuali procedure ministeriali favoriscono il servizio continuativo in una sede a discapito del ricongiungimento familiare. Inoltre, i costi economici per le trasferte, spesso elevati, aggravano la situazione dei docenti fuori sede, rendendo necessarie misure di sostegno economico e politiche più eque. Le associazioni e i sindacati chiedono interventi strutturali che includano l'ampliamento dei posti disponibili equiparando organico di diritto e di fatto, una riforma delle procedure di mobilità che consideri il servizio fuori sede e il ricongiungimento familiare, e un riconoscimento economico adeguato dei disagi. Le testimonianze raccolte evidenziano la precarietà e l’isolamento vissuti da molti insegnanti, sottolineando l'urgenza di un dialogo costruttivo tra istituzioni, sindacati e personale scolastico. Proposte concrete per il 2025 mirano a una revisione normativa, all’introduzione di indennità e a un piano nazionale condiviso, con l’obiettivo di trasformare la mobilità da problema a opportunità per la scuola italiana.