
Nicola Gratteri: L’educazione come fondamento della lotta antimafia nelle scuole
Nicola Gratteri, procuratore impegnato nella lotta alla criminalità organizzata, sottolinea l'importanza di distinguere educazione e istruzione nelle scuole italiane, specialmente nelle zone ad alta densità mafiosa. Egli afferma che l’educazione, intesa come trasmissione di valori civici e morali, deve precedere l’istruzione, poiché senza una solida base etica il sapere scolastico rischia di essere inefficace o distorto. Gratteri promuove un approccio educativo antimafia che coinvolga tutti i livelli scolastici, con un’attenzione particolare alla formazione dei formatori: insegnanti preparati e aggiornati potranno trasmettere consapevolezza critica e impegno civico negli studenti. Il modello napoletano rappresenta un esempio emblematico di come si possa integrare l’educazione antimafia nella prassi scolastica attraverso collaborazioni con magistrati, associazioni e forze dell’ordine, superando la sterile testimonianza. A livello nazionale, nonostante alcune criticità, il MIUR ha iniziato a integrare nei piani educativi la legalità come materia trasversale, favorendo reti di scuole antimafia e attività multidisciplinari. Le ricadute sociali di questa strategia risultano significative: essa contribuisce a sviluppare senso critico, responsabilità e partecipazione democratica, riducendo i rischi di devianza giovanile e rafforzando il capitale sociale fondato su onestà e rispetto delle regole. In sintesi, Gratteri invita a un nuovo patto educativo permanente, in cui educazione e istruzione collaborino per formare cittadini resilienti e consapevoli, capaci di contrastare le mafie fin dalla giovane età e garantire un futuro migliore alle comunità più colpite dal fenomeno criminale.