Nuova Zelanda: Visti facilitati per laureati da 9 Paesi

Nuova Zelanda: Visti facilitati per laureati da 9 Paesi

La Nuova Zelanda ha recentemente riformato le proprie politiche migratorie con l’introduzione, dal 27 giugno 2025, di esenzioni dal processo di valutazione delle qualifiche straniere (IQA) per i laureati di nove Paesi strategici: India, Francia, Germania, Italia, Sri Lanka, Singapore, Corea del Sud, Svezia e Svizzera. Questa riforma nasce dall’esigenza di rafforzare l’attrazione di studenti, professionisti e giovani talenti stranieri, in particolare in seguito alle sfide post-pandemiche che hanno colpito il settore terziario. L’IQA, solitamente un passaggio obbligato, costoso e spesso lungo, non sarà più richiesto a laureati provenienti da specifiche università e corsi riconosciuti. Il governo mira così a stimolare la vivacità culturale ed economica interna, facilitando i flussi di competenze qualificate attraverso procedure più snelle, trasparenti e vantaggiose. Questo cambiamento è stato comunicato in occasione di importanti visite diplomatiche e si inserisce in una più ampia strategia di valorizzazione dell’educazione come leva di crescita nazionale.

Le nuove regole riguardano principalmente coloro che desiderano trasferirsi per ragioni di studio o lavoro e che siano in possesso di titoli accademici rilasciati da istituti riconosciuti secondo gli standard della New Zealand Qualification Authority (NZQA). L’esenzione non si applica indiscriminatamente, ma solo per percorsi di studio valutati e inseriti in una lista ufficiale, aggiornata periodicamente sul sito governativo. Ciò comporta sia opportunità che precauzioni: se da un lato l’esenzione consente di semplificare la procedura per ottenere un visto di lavoro o residenza, dall’altro esclude coloro che provengono da università non accreditate o prive dei requisiti richiesti. Nei settori strategici dell’economia, come tecnologia, sanità e ricerca, si prevede che l’arrivo agevolato di talenti contribuirà a colmare gap professionali, a stimolare l’innovazione e ad aumentare la competitività internazionale del Paese rispetto ad altre nazioni anglosassoni.

Dal punto di vista pratico, gli aspiranti migranti dovranno verificare l’inclusione della propria laurea nell’elenco aggiornato, preparare la documentazione aggiuntiva (relativa a risorse economiche, salute, lingua inglese) ed eventualmente farsi assistere da professionisti del settore. I benefici attesi comprendono la riduzione dei tempi e dei costi per la domanda di visto, la maggiore trasparenza delle procedure e le nuove possibilità di mobilità tra studi e lavoro. Restano tuttavia alcune criticità, come il rischio di esclusione di titoli validi ma non riconosciuti e le possibili controversie su alcune qualifiche di confine. Guardando al futuro, la riforma posiziona la Nuova Zelanda come destinazione sempre più attrattiva, ma richiede attenzione costante e aggiornamento da parte dei candidati e delle istituzioni. La collaborazione tra sistemi educativi e il miglioramento dei servizi d’accoglienza appaiono decisivi per consolidare ulteriormente questa apertura e sfruttarne in pieno il potenziale in termini di crescita socioeconomica e culturale.

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