
Nuove frontiere dell’energia: pannelli solari sott’acqua
L'Italia si distingue nel panorama delle energie rinnovabili grazie a una scoperta innovativa: pannelli solari in perovskite capaci di funzionare efficientemente sott'acqua. Questa tecnologia nasce dalla collaborazione tra il CNR, l'Università di Roma Tor Vergata e l'azienda BeDimensional, e apre nuove prospettive per la produzione di energia da fondali marini, laghi e bacini portuali. I pannelli sfruttano la particolare capacità della perovskite di assorbire una vasta gamma di lunghezze d'onda della luce, ottimizzando la conversione energetica anche in condizioni di luce filtrata, con il sorprendente risultato di produrre più energia sott'acqua rispetto all'aria aperta. Tale scoperta rivoluziona il tradizionale paradigma del solare, precedentemente limitato all'installazione su superfici terrestri.
Gli avanzamenti tecnologici affrontano inoltre il delicato problema ambientale legato al piombo presente nelle perovskiti, grazie all'incapsulamento avanzato che garantisce la protezione dai rilasci tossici nel mare. La robustezza e la durata di questi moduli subacquei sono favorite dalle condizioni più stabili e protette dell'ambiente marino rispetto alla superficie terrestre, con applicazioni che spaziano dalla produzione energetica in aree urbane limitate, alle piattaforme di acquacoltura e impianti offshore. Le collaborazioni tra enti pubblici e privati offrono un modello di eccellenza per sviluppare industrialmente la tecnologia, aprendo la strada a scenari globali nei quali la scarsità di spazio costiero e le esigenze di decarbonizzazione puntano sull'energia subacquea come fonte sostenibile.
Nonostante le prospettive promettenti, restano sfide quali la manutenzione sottomarina e la necessità di investimenti per la diffusione commerciale. L'Italia continua a posizionarsi come leader nella ricerca, investendo in test di durabilità, standardizzazione e nuove applicazioni multifunzionali. In conclusione, i pannelli solari in perovskite sott'acqua rappresentano non solo una frontiera tecnologica rivoluzionaria, ma anche un potenziale pilastro per una transizione energetica ecologica e integrata, che valorizza spazi naturali finora inutilizzati, con benefici ambientali e socio-economici a lungo termine.