
Nuove Regole sui Visti USA per Studenti: Rischio di Ampliare il Divario di Equità Globale nell'Istruzione
Le recenti direttive del Dipartimento di Stato USA introdotte nel settembre 2025 modificano radicalmente le procedure di richiesta di visto studentesco. Ora, gli studenti stranieri possono sostenere l'intervista solo presso l'ambasciata del proprio paese di origine, abolendo la precedente possibilità di recarsi in paesi terzi per velocizzare il processo. Questa misura, giustificata come necessaria per sicurezza e trasparenza, rischia però di accentuare le disuguaglianze globali, soprattutto penalizzando studenti da Africa e Asia che spesso vivono temporaneamente all'estero. In paesi come la Nigeria, i tempi d'attesa per appuntamenti consolari superano gli otto mesi, generando ritardi negli studi e costringendo molti a preferire destinazioni più accessibili come Canada o Regno Unito.
L'impatto sulle università americane è significativo, con proiezioni che indicano un possibile calo del 30-40% nelle iscrizioni internazionali entro il 2025-2026, soprattutto di studenti provenienti da paesi in via di sviluppo. Ciò minaccia non solo la diversità culturale dei campus, ma anche le entrate derivanti dalle rette internazionali, stimati fino a 17 miliardi di dollari, e le collaborazioni accademiche internazionali. Tale scenario mette in luce un crescente divario di equità globale nell'istruzione superiore, favorendo chi dispone di risorse e passaporti più “forti” e impoverendo ulteriormente le minoranze già sottorappresentate.
Esperti e organizzazioni internazionali denunciano il rischio di ampliare questa forbice, accusando la politica visti americana di essere miope e dannosa per la reputazione accademica statunitense, con effetti negativi sul soft power globale degli USA. Proposte per mitigare la situazione includono l'incremento del personale consolare nei paesi chiave, procedure semplificate per nazionalità con lunghe attese, deroghe temporanee per programmi di ricerca e strette collaborazioni tra università e governo. Il futuro dipenderà dalla capacità di bilanciare sicurezza, inclusività e competitività internazionale, un equilibrio delicato che segnerà l'orientamento delle politiche universitarie globali.