
Nuove strategie contro la degenerazione maculare
La degenerazione maculare legata all’età (AMD) rappresenta la principale causa di cecità negli individui sopra i 50 anni, con un impatto significativo sulla loro autonomia e qualità della vita. Caratterizzata da una progressiva perdita della funzione della macula, la regione centrale della retina, la malattia si manifesta in due forme: secca, che si sviluppa lentamente ed è la più comune, e umida, più rara ma aggressiva. Fattori di rischio includono l’età, la predisposizione genetica, abitudini di vita poco salutari come il fumo e una dieta povera di nutrienti antiossidanti, nonché l’obesità, la pressione alta e l’eccessiva esposizione ai raggi UV. L’accumulo di colesterolo nella retina, in particolare la formazione di drusen, è uno dei principali processi patologici coinvolti nella AMD, rendendo il metabolismo lipidico un bersaglio chiave per prevenzione e trattamento.
Recenti ricerche internazionali hanno individuato nell’apolipoproteina M (ApoM), una componente delle HDL implicata nel trasporto del colesterolo, un nuovo elemento protettivo contro la degenerazione maculare. Attraverso studi su topi geneticamente modificati e analisi su plasma umano, si è visto che livelli più elevati di ApoM rallentano la progressione delle lesioni maculari e diminuiscono l’insorgenza della malattia. Queste scoperte aprono la strada ad approcci terapeutici innovativi, come terapie geniche per aumentare ApoM nella retina, molecole che ne mimano l’attività, e strategie alimentari per ottimizzare il metabolismo lipidico. Tuttavia, serve ancora validazione clinica sull’uomo per confermare l’efficacia e la sicurezza di questi interventi.
Nel frattempo, la prevenzione rimane fondamentale, specialmente nella popolazione sopra i 50 anni. Oltre alle future terapie specifiche sul metabolismo del colesterolo, sono raccomandati semplici accorgimenti: regolari controlli oculistici, dieta ricca di antiossidanti, protezione dagli UV, evitare il fumo, mantenere un peso sano, controllare pressione e colesterolo e praticare attività fisica. Gli esperti sottolineano come la combinazione tra innovazione scientifica e responsabilità individuale potrà cambiare negli anni a venire la storia naturale di questa patologia. La concertazione tra la ricerca di base, l’industria farmaceutica e la pratica clinica sarà decisiva per rendere disponibile ai pazienti questa nuova frontiera della cura oculare.