Nuovo Accordo Stato-Regioni: Cambiano Ore e Obblighi per la Formazione dei Lavoratori sulla Sicurezza 2025

Nuovo Accordo Stato-Regioni: Cambiano Ore e Obblighi per la Formazione dei Lavoratori sulla Sicurezza 2025

Primo Paragrafo (Contesto, Obiettivi e Nuove Regole)

Il nuovo Accordo Stato-Regioni sulla formazione dei lavoratori in materia di sicurezza, firmato il 24 maggio 2025, rappresenta un importante avanzamento verso standard più rigorosi ed efficaci nella prevenzione dei rischi nei luoghi di lavoro. Questo aggiornamento delinea in modo specifico la durata e i contenuti della formazione, puntando ad allineare il quadro italiano a quello europeo. L’accordo rivede le ore minime e massime di formazione obbligatoria, identifica con maggiore precisione le categorie di lavoratori che devono partecipare ai corsi, disciplina gli aggiornamenti periodici e definisce i requisiti dei formatori. Le innovazioni principali sono l’aumento delle ore di formazione per datori di lavoro non RSPP (minimo 16 ore), la formazione specifica per preposti (8 ore) e dirigenti (12 ore, con ulteriori 6 ore per chi lavora in cantieri), oltre all’obbligo di erogazione in presenza per i lavoratori autonomi e chi opera in ambienti inquinati. La presenza attiva, l’aggiornamento costante e il monitoraggio delle competenze sono diventati pilastri fondamentali. L’abbandono di una formazione puramente formale a favore di metodologie miste, con prove pratiche e certificazione reale delle competenze, rappresenta una svolta per la tutela sia individuale che collettiva.

Secondo Paragrafo (Impatto su datori di lavoro, aziende e modalità formative)

Per aziende e datori di lavoro, le nuove regole segnano un significativo aumento dell’impegno organizzativo e gestionale. Le imprese dovranno individuare i lavoratori che rientrano nei nuovi obblighi, pianificare i corsi con cadenze puntuali e garantire la tracciabilità delle presenze attraverso sistemi anche digitali. Sono ora necessarie risorse aggiuntive sia economiche che operative, poiché la formazione dovrà sempre più spesso essere svolta in presenza, ricorrendo a soggetti accreditati per evitare contestazioni. Un’attenzione particolare è dedicata alle lavorazioni in contesti a rischio (ambienti contaminati o inquinati), che richiedono percorsi didattici interattivi e pratici. L’obbligo di aggiornamenti quinquennali con normativa specifica, la distinzione fra moduli teorici in FAD e pratici obbligatoriamente frontali, e il registro elettronico delle presenze introdurranno nuove prassi amministrative. Le sanzioni per il mancato rispetto delle regole sono state irrigidite, rendendo il rispetto degli obblighi formativi un elemento imprescindibile di compliance aziendale. Nonostante le difficoltà, la nuova cornice normativa è considerata un investimento essenziale in termini di riduzione di incidenti e miglioramento della reputazione aziendale.

Terzo Paragrafo (Reazioni, prospettive e sintesi operativa)

Le reazioni delle parti sociali e delle organizzazioni di rappresentanza sono in gran parte favorevoli, segnalando come il nuovo accordo favorisca una maggiore uniformità e chiarezza, con benefici diretti per la tutela dei lavoratori. Le osservazioni riguardano soprattutto l’incremento del carico burocratico per piccole imprese, che dovranno orientarsi su nuove modalità digitali e calendarizzazioni più frequenti. È anche attesa l’introduzione di una piattaforma nazionale per la certificazione dei crediti formativi, con integrazione ai sistemi informativi INAIL e Camere di Commercio, che promette di ottimizzare la gestione dei dati. In sintesi, dal 2025 imprese e lavoratori dovranno effettuare un check della situazione formativa, aggiornare i propri piani e affidarsi a enti accreditati per evitare sanzioni. Investire tempestivamente nell’adeguamento garantirà non solo serenità rispetto ai controlli, ma anche una reale diffusione della cultura della prevenzione e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Il percorso tracciato pone la formazione continua e qualificata come requisito imprescindibile per la competitività aziendale e la tutela della salute collettiva.
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