Nuovo Stop della Corte dei Conti sul Ponte sullo Stretto: Prospettive, Reazioni e Futuro dell'Opera

Il progetto del ponte sullo Stretto di Messina, simbolo aspirazionale e controverso delle grandi opere italiane, ha subito un nuovo e significativo arresto in seguito al blocco deliberato dalla Corte dei Conti il 17 novembre 2025. Le motivazioni della Corte riguardano la mancanza di chiarezza sui finanziamenti a lungo termine, le modalità di affidamento dei lavori e il rischio di incremento dei costi dovuto a variabili macroeconomiche. Questo secondo stop evidenzia la complessità di un’infrastruttura attesa da decenni che si confronta con ostacoli tecnici, amministrativi e politici, riaccendendo il dibattito tra entusiasmo e scetticismo.

Il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha prontamente reagito, rassicurando sulla volontà del governo di chiarire ogni punto con la Corte e ribadendo il valore strategico del ponte come leva di rilancio del Mezzogiorno e del Paese. Nel frattempo, la Società Stretto di Messina, sotto la guida di Pietro Ciucci, ha convocato un Consiglio di Amministrazione straordinario per valutare le contromisure necessarie, evidenziando il ruolo cruciale della gestione tecnica e amministrativa nell’affrontare le criticità emerse.

I ritardi hanno generato reazioni politiche aspre da parte delle opposizioni, che denunciano leggerezza e incoerenza nella gestione del progetto, sostenendo la priorità di altre opere infrastrutturali più immediate. Dall’altro lato, esponenti governativi e imprenditoriali difendono l’opportunità di un’opera che potrebbe modernizzare la mobilità, stimolare l’economia e rappresentare un simbolo di coesione nazionale. Tuttavia, l’esito resta incerto e il dibattito acceso, poiché il ponte sullo Stretto continua a incarnare le sfide italiane nel realizzare grandi opere: tra ambizioni, costi, sostenibilità e governance. Le prossime settimane si prospettano decisive per il futuro di questo progetto emblematico.