1. Il contesto normativo e le finalità
L’Unione Europea ha compiuto un passo decisivo verso il consumo digitale sostenibile introducendo l’obbligo dell’etichetta di sostenibilità per smartphone e tablet in tutti gli Stati membri a partire da giugno 2025. Tale iniziativa è nata dal bisogno di uniformare a livello comunitario le informazioni relative all’impatto ambientale dei dispositivi mobili, ponendo le basi per una maggiore trasparenza e consapevolezza nell’acquisto di prodotti elettronici. L’etichetta, con grafica e dimensioni standard in tutta Europa, riporta in modo chiaro e facilmente comprensibile parametri cruciali quali: l’indice di ecosostenibilità, la valutazione dell’efficienza energetica (scala da A a G), la durata media garantita della batteria (in cicli di carica), l’indice di riparabilità e la classe di affidabilità alle cadute. Attraverso questa misura, la UE vuole contrastare l’obsolescenza rapida, favorire la longevità dei prodotti e promuovere buone pratiche di riparazione e riciclo, in un’ottica di economia circolare sempre più strettamente correlata al settore tecnologico. Il provvedimento si distingue dai marchi volontari internazionali per il suo carattere obbligatorio, l’ampiezza dei criteri valutati e l’estensione a tutta la filiera di produzione.
2. Funzionamento dell’etichetta e criteri di valutazione
L’etichetta di sostenibilità UE, apposta obbligatoriamente su ogni imballo di smartphone e tablet, sintetizza i parametri più rilevanti per la valutazione ambientale dei dispositivi elettronici. Il cuore dell’etichetta è l’indice di ecosostenibilità, determinato da fattori come la presenza di materiali riciclati, la gestione sostenibile della catena produttiva, programmi di riciclo e l’assenza di sostanze nocive. La durata della batteria è un’informazione chiave, con la garanzia del numero minimo di cicli di ricarica previsti che aiuta l’utente a prevenire l’obsolescenza precoce e a pianificare il ciclo di vita d’uso. L’indice di riparabilità valuta la facilità di sostituzione delle parti interne, la disponibilità di ricambi, la documentazione tecnica e le istruzioni chiare per gli interventi; ciò incentiva la cultura della riparazione contro la logica “usa e getta”. La valutazione dell’efficienza energetica segue una scala cromatica da A (più efficiente) a G (meno efficiente), ispirata agli elettrodomestici, e la classe di affidabilità alle cadute offre una stima della robustezza tramite test di laboratorio. Tutti questi indicatori orientano i consumatori verso scelte più sostenibili e responsabili, aiutando a ridurre l’impatto ambientale dei propri acquisti tecnologici.
3. Impatti su mercato, ambiente e società
L’introduzione delle nuove etichette di sostenibilità porta benefici su più fronti e coinvolge produttori, distributori e consumatori. I produttori dovranno certificare ufficialmente le prestazioni dei propri dispositivi secondo criteri comunitari, i distributori aggiornare packaging e strategie informative, mentre i consumatori potranno agire in modo più consapevole nel confronto tra modelli. I vantaggi per l’ambiente saranno evidenti: la trasparenza nelle prestazioni ambientali dei prodotti incoraggerà la competizione verso dispositivi più efficienti, duraturi e facili da riparare, limitando la produzione di rifiuti elettronici e l’emissione di CO2. Si assisterà anche a un rafforzamento del mercato della riparazione, dell’usato e del riciclo. Non mancano sfide: la necessità di uniformare i criteri tra i vari produttori, prevenire rischi di greenwashing e formare adeguatamente tutto il comparto. In definitiva, questa normativa mira a rendere la tecnologia una leva di responsabilità e innovazione sociale, promuovendo valori di sostenibilità nel settore digitale, affinché la scelta di uno smartphone o tablet sia non solo una questione di prestazioni ma anche di rispetto verso il pianeta.