La scienza come pilastro per il futuro dell’Europa: il messaggio di Roberto Antonelli all’Accademia dei Lincei
La recente cerimonia dei Premi Feltrinelli, tenutasi presso l’Accademia Nazionale dei Lincei, è stata l’occasione per un acceso dibattito sul ruolo della scienza come motore del futuro europeo. Il presidente Roberto Antonelli ha evidenziato come le attuali crisi, che affliggono il continente e il Medio Oriente, richiedano un nuovo protagonismo della comunità scientifica. Antonelli ha sottolineato che la scienza non può più essere relegata a un settore isolato, ma deve divenire uno strumento essenziale di coesione sociale, dialogo e innovazione. A suo avviso, solo ponendo la ricerca al centro delle strategie europee sarà possibile contrastare le disparità, superare i limiti istituzionali e costruire uno spazio comune della conoscenza. Gli investimenti attuali, tuttavia, si rivelano insufficienti e disomogenei, determinando la perdita di talenti e una competizione interna che ostacola lo sviluppo di progetti condivisi, come dimostra il divario tra Nord e Sud Europa nella spesa in ricerca e sviluppo. In quest’ottica, la scienza si configura come una delle poche forze in grado di creare ponti tra nazioni, culture e generazioni, riattivando il percorso di integrazione europea attraverso proposte concrete.
Antonelli insiste sull’urgenza di superare i vincoli istituzionali che impediscono alla ricerca di dispiegare pienamente il proprio potenziale nel continente. Riunendo università, centri di ricerca, imprese e istituzioni, l’obiettivo è la realizzazione di un vero mercato unico della conoscenza: una cornice aperta, inclusiva e competitiva dove la libera circolazione di idee e competenze diventi il fulcro della prosperità europea. Le proposte avanzate comprendono la semplificazione delle normative per l’assunzione di ricercatori stranieri, incentivi fiscali e finanziari dediti a progetti collaborativi transnazionali e la promozione di pratiche manageriali comuni. Particolare rilievo assume la proposta di Giorgio Parisi per la creazione di un Centro europeo per l’Intelligenza Artificiale, volto a contrastare il primato di Stati Uniti e Cina, a promuovere investimenti e sinergie multidisciplinari e a garantire che l’IA si sviluppi secondo valori etici e socialmente condivisi. Dare vita a strutture simili sarebbe simbolo di una nuova identità europea, proiettata verso il futuro attraverso scienza e innovazione.
La cerimonia dei Premi Feltrinelli ha altresì ribadito quanto la valorizzazione pubblica della scienza sia imprescindibile per il futuro europeo. Premiare progetti dedicati all’ambiente, all’innovazione digitale e alla salute non è soltanto un riconoscimento formale, ma anche un segnale politico della necessità di innalzare la ricerca a priorità strategica. Solo con una scienza libera, adeguatamente finanziata e largamente partecipata l’Europa può aspirare a rispondere ai problemi del presente e alle sfide globali. Antonelli ammonisce che la scelta è tra arroccarsi su logiche nazionali e conservatrici, o evolvere verso una cooperazione scientifica avanzata, democratica e inclusiva. In questa prospettiva, la scienza si erge non solo come elemento di competitività economica, ma anche come linfa della cittadinanza europea, motore d’innovazione e strumento per affrontare le grandi trasformazioni tecnologiche e sociali. Il messaggio dei Lincei è chiaro: senza scienza, il futuro dell’Europa è destinato a restare incompiuto.
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L’edizione 2025 dei Premi Antonio Feltrinelli per le Scienze ha messo in risalto la straordinaria eccellenza della ricerca italiana e il suo dialogo costante con le più avanzate realtà internazionali. Assegnati dall’Accademia Nazionale dei Lincei, i premi celebrano risultati pionieristici in vari ambiti: astronomia, oncologia, nanotecnologie, immunologia e virologia. La collaborazione tra Italia e NASA per la missione Ixpe (Imaging X-ray Polarimetry Explorer) ha segnato uno degli apici di quest’anno, consentendo lo studio della polarizzazione dei raggi X provenienti da oggetti come buchi neri e stelle di neutroni. Questo lavoro, guidato da Martin Weisskopf, Enrico Costa e Ronaldo Bellazzini, sottolinea il ruolo strategico dell’Italia nella progettazione di strumentazione spaziale, dimostrando come la scienza possa superare i confini nazionali grazie a partnership d’eccellenza. L’approccio multidisciplinare e internazionale si riflette anche nella valorizzazione di settori apparentemente distanti, come la fisica dei supersolidi—una nuova materia che unisce ordine cristallino e superfluidità—e l’approccio integrato One Health, centrale per affrontare le sfide attuali e future nella salute globale e nella sostenibilità ambientale.
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Nel campo della salute, il Premio Feltrinelli ha riconosciuto contributi che stanno rivoluzionando la lotta contro i tumori e le malattie immunitarie. Carlo Croce è stato premiato per il suo lavoro pionieristico sui microRna, piccoli frammenti di RNA non codificanti con un ruolo cruciale nella regolazione dell’espressione genica nei tumori. Le sue scoperte hanno aperto nuove prospettive diagnostiche e terapeutiche, stimolando investimenti e ricerca nel settore biotech. Martina Delbianco, invece, è stata premiata per le sue ricerche all’avanguardia su biomateriali e nanotecnologie, che stanno ridefinendo le possibilità della medicina rigenerativa, dell’ingegneria tissutale e del drug delivery. I suoi materiali innovativi, capaci di emulare funzioni biologiche complesse, rappresentano un vero salto di qualità per la medicina del futuro. Francesco Andreata, infine, ha contribuito profondamente alla comprensione dei meccanismi immunitari che regolano risposte patologiche e fisiologiche, con ricadute concrete nello sviluppo di terapie avanzate contro malattie autoimmuni e tumori. Questi riconoscimenti evidenziano la fusione tra ricerca di base e applicata, a beneficio diretto della società e della salute pubblica.
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L’attenzione della giuria si è anche rivolta alle nuove minacce sanitarie globali, premiando il lavoro di Emanuele Andreano sulla comprensione e prevenzione dei virus zoonotici—agenti patogeni che possono compiere il salto di specie e innescare pandemie. Andreano si è distinto per il suo contributo nello sviluppo di vaccini innovativi e nel promuovere l’approccio integrato One Health, che collega salute umana, animale e ambientale come via imprescindibile per la prevenzione delle emergenze. Il filo conduttore di questa edizione rimane la capacità di integrazione tra settori e discipline, dalla fisica quantistica ai biomateriali passando per l’immunologia e la virologia. I Premi Feltrinelli riaffermano quindi il valore strategico dell’investimento in ricerca di frontiera e nella valorizzazione dei giovani talenti. Essi sollecitano una governance illuminata e risorse adeguate, affinché l’Italia possa continuare a essere protagonista dell’innovazione scientifica, ispirando vocazioni, collaborazioni internazionali e soluzioni concrete per le grandi sfide del presente e del futuro.
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Le fonderie italiane stanno affrontando una crisi senza precedenti, come ha denunciato il presidente di Assofond, Fabio Zanardi, durante un intervento a Soave, Verona. Il settore, fondamentale per la manifattura italiana ed europea – in particolare nei comparti automotive, edilizia e meccanica – risulta oggi minacciato da una “morsa mortale” caratterizzata da costi energetici in vertiginoso aumento e dazi internazionali che bloccano l’accesso ai mercati globali. I dati raccolti da Assofond parlano di un 2024 drammatico per la produzione (-12,3%) e il fatturato (-12,8%), trend che è proseguito anche nel primo trimestre 2025 con un ulteriore calo del 9,5%. Questi numeri non sono il risultato di eventi temporanei, ma segnalano una crisi strutturale che colpisce la competitività delle imprese a causa di fattori interni e internazionali. L’impatto principale deriva dall’esplosione dei costi energetici, con differenziali fino al 30% rispetto ai principali competitor europei, costringendo molte aziende a ridimensionare attività, sospendere la produzione o valutare la delocalizzazione, colpendo duramente lavoratori e territori tradizionalmente forti come il Veneto e tutto il Nord-Est.
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Accanto ai costi dell’energia, le imprese metallurgiche italiane sono messe in difficoltà anche dal forte incremento dei dazi sulle materie prime e sui prodotti finiti, effetto di crescenti tensioni commerciali internazionali. Questi ostacoli incidono sulla possibilità di approvvigionarsi a costi competitivi e sulla prevedibilità degli investimenti, aggravando la perdita di competitività. Zanardi, come portavoce di un settore cruciale, ha sottolineato la necessità di un cambio di rotta politico che vada oltre la gestione dell’emergenza: le imprese chiedono interventi strutturali come calmierazione duratura dei costi energetici, riduzione dei dazi e incentivi all’innovazione e agli investimenti in tecnologie efficienti e sostenibili. Ulteriori richieste riguardano la semplificazione burocratica e agevolazioni fiscali, ritenute imprescindibili per rilanciare il comparto. L’allarme delle fonderie, però, non si limita al settore metallurgico, ma interessa l’intera filiera manifatturiera italiana ed europea, minacciando circa 30.000 posti di lavoro e ponendo a rischio la stabilità di molte altre aziende a valle nei settori automotive, edilizia, macchinari e ferroviario.
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Le prospettive di uscita dalla crisi richiedono l’adozione immediata di strategie coordinate a livello nazionale ed europeo. Le fonderie e Assofond chiedono il riconoscimento del settore come strategico, con il varo di un Piano Energia Europeo che riduca le differenze di prezzo tra Stati membri, più fondi per innovazione e transizione verde, incentivi fiscali e un accesso facilitato al credito. A livello locale, la crisi si fa sentire particolarmente in aree come Verona e il Veneto, con diminuzione degli ordini, costi energetici ancora più alti e timori diffusi sulla tenuta occupazionale. In assenza di riforme incisive, il settore rischia una desertificazione industriale che comprometterebbe l’intera struttura produttiva nazionale. Si richiede quindi un cambio deciso di passo: solo il sostegno concreto delle istituzioni e politiche industriali lungimiranti potranno garantire la sopravvivenza e la competitività futura delle fonderie italiane, ponendo le basi per un rilancio attraverso innovazione, sostenibilità e rafforzamento delle filiere.
## Sunto di HyperOS 2.2 per Xiaomi, Redmi e POCO
Il rollout globale di HyperOS 2.2 rappresenta un passo epocale per Xiaomi nel 2025, coinvolgendo oltre 50 dispositivi tra smartphone e tablet dei marchi Xiaomi, Redmi e POCO. L’aggiornamento dimostra la volontà del colosso cinese di rafforzare la propria posizione internazionale grazie a un sistema operativo proprietario sempre più sofisticato. Dal punto di vista delle innovazioni, HyperOS 2.2 segna un deciso salto in avanti tramite l’integrazione di avanzate funzionalità di intelligenza artificiale, destinate a ottimizzare processi come la gestione energetica, l’elaborazione fotografica e la predizione delle operazioni più frequenti. Sotto il profilo grafico, l’esperienza utente viene profondamente rinnovata grazie ad animazioni più fluide, personalizzazioni potenziate, widget evoluti e una modalità scura migliorata. A questi elementi si aggiungono la correzione di oltre 200 vulnerabilità note e interventi sostanziali su stabilità, fluidità e sicurezza, a beneficio sia dei modelli più recenti che di quelli meno recenti ancora supportati.
La diffusione dell’aggiornamento segue un piano di rilascio progressivo, iniziando dai top di gamma Xiaomi 15 Ultra e POCO F7 Ultra, per poi arrivare ad altri modelli diffusi in Europa, Asia e India. Xiaomi adotta un approccio cauto, tramite versioni “Pilot” inizialmente distribuite a un gruppo ristretto di utenti, in modo da poter correggere tempestivamente eventuali bug prima del rollout massivo. L’azienda punta inoltre sul coinvolgimento della community internazionale sia per i feedback sia per ottimizzare la compatibilità nei diversi mercati regionali. Dal lato pratico, l’installazione di HyperOS 2.2 è resa estremamente intuitiva, prevedendo passaggi semplici tramite il menu “Aggiornamento sistema” e fornendo alternative per utenti esperti tramite download manuale del firmware sul portale ufficiale. Tutto questo contribuisce a minimizzare rischi e massimizzare la soddisfazione degli utenti finali, che ricevono con HyperOS 2.2 un’esperienza rinnovata, più reattiva e sicura.
I vantaggi tangibili di HyperOS 2.2 sono molteplici e incidono sulla quotidianità degli utenti Xiaomi, Redmi e POCO. Tra questi spiccano l’autonomia prolungata per effetto della gestione energetica via AI, una maggiore fluidità delle applicazioni, una grafica aggiornata pensata per i display moderni e una privacy rafforzata grazie a nuovi strumenti dedicati alla gestione dei permessi. L’aggiornamento, inoltre, rinnova drasticamente le prestazioni multimediali nei comparti foto, video e gaming, sfruttando al meglio l’hardware di nuova generazione. Xiaomi, attraverso la cura nei dettagli e una strategia orientata alla compatibilità anche con dispositivi meno recenti, consolida la sua leadership nel comparto mobile e guarda al futuro con la promessa di nuovi sviluppi già nel corso dei prossimi trimestri. HyperOS 2.2 si candida, così, a essere non solo un software, ma il biglietto da visita di una Xiaomi sempre più strategica, visionaria e attenta all’evoluzione tecnologica globale.
La Cina, controllando la maggioranza della produzione e raffinazione delle terre rare, ha recentemente introdotto restrizioni senza precedenti sulle esportazioni verso l’Occidente. A partire da giugno 2025, le aziende che intendono importare questi materiali devono ora fornire alle autorità cinesi dati tecnici dettagliati, fotografie dei macchinari e delle linee produttive, e spiegazioni esaustive sull’utilizzo finale delle terre rare. Questa richiesta di dati sensibili va ben oltre le precedenti pratiche di licenze e quote, mettendo sotto pressione soprattutto le imprese europee e statunitensi fortemente dipendenti dall’import cinese. Queste restrizioni riflettono una strategia di rafforzamento del controllo su risorse considerate critiche per sicurezza, difesa, tecnologia e industria, e rappresentano un cambiamento strutturale nei rapporti commerciali tra Pechino e l’Occidente.
Le terre rare sono fondamentali per molteplici tecnologie avanzate, inclusi motori elettrici, turbine, dispositivi elettronici e applicazioni militari, rendendo la dipendenza dalle forniture cinesi un punto debole sistemico per Europa e Stati Uniti. L’obbligo di fornire dati altamente sensibili genera un enorme dilemma tra conformità alle leggi d’importazione e protezione del proprio know-how industriale. Molte aziende occidentali stanno quindi tentando di minimizzare la quantità di dati trasmessi, pur rischiando restrizioni o ritardi nelle autorizzazioni all’esportazione. Dal canto loro, le autorità cinesi giustificano le nuove regole con motivazioni di trasparenza e sicurezza, ma di fatto alimentano una crescente asimmetria informativa e un rischio di esfiltrazione di know-how sensibile a favore dell’industria nazionale.
L’impatto economico e strategico di queste politiche è già visibile: i prezzi internazionali delle terre rare sono aumentati, si sono registrati ritardi e incertezze nella catena di approvvigionamento e crescono i timori di strozzature produttive nell’hi-tech e nell’energia. L’Occidente sta accelerando gli investimenti in nuove miniere e nel riciclo, ma per anni la leadership cinese resterà incontrastata. La situazione spinge Europa e Stati Uniti a rafforzare la cooperazione transatlantica e avviare nuove relazioni con altri paesi fornitori, mentre si lavora a strategie di tutela della proprietà industriale. Il futuro delle terre rare, insomma, si giocherà tra nuove regole WTO, incentivi nazionali e una complessa contrattazione geopolitica: la posta in gioco è la sicurezza industriale e tecnologica globale.
Nel 2025 il panorama dei sistemi operativi mobili sta attraversando una fase di grande fermento, favorita dalla crescente richiesta di privacy, sicurezza e controllo sui dati. Dopo anni di dominio incontrastato da parte di Android e iOS, il mercato manifesta ormai segni evidenti di saturazione e una platea più consapevole cerca alternative concrete, sia per ragioni personali che geopolitiche. Progetti emergenti prendono piede: da HarmonyOS NEXT di Huawei, completamente emancipato dal framework Android, fino alle soluzioni “de-Googled” come GrapheneOS, CalyxOS e /e/OS, che privilegiano privacy, sicurezza e una minore dipendenza dai servizi delle big tech. L’innovazione non si limita solo al codice ma investe anche la convergenza dei dispositivi, come nel caso di Ubuntu Touch: qui lo smartphone può essere trasformato in un vero e proprio PC portatile, offrendo un’esperienza unica e flessibile per professionisti, studenti e appassionati.
Ci sono molteplici fattori che sostengono la crescita di queste piattaforme alternative. Da un lato, l’esigenza di sovranità digitale accompagna il desiderio di distaccarsi dal predominio tecnologico statunitense, spingendo economie come quella cinese a sviluppare soluzioni autonome come HarmonyOS NEXT. Dall’altro lato, la comunità open source gioca un ruolo centrale nella crescita di sistemi operativi indipendenti che mettono al centro l’autonomia e la modulabilità dell’esperienza mobile. GrapheneOS punta su una sicurezza estesa, sfruttando il potenziale hardware di dispositivi selezionati come Google Pixel, mentre CalyxOS punta a un ottimo bilanciamento tra privacy e user experience. /e/OS si presenta molto accessibile, rispettando la privacy senza rinunciare ai vantaggi di un vero smartphone moderno. Ubuntu Touch si distingue soprattutto per la possibilità di convergenza, offrendo funzioni desktop attraverso hardware mobile. Infine, progetti come Sailfish OS, postmarketOS e LineageOS offrono ulteriore varietà, rivolgendosi a utenti desiderosi di massimo controllo oppure di prolungare la vita di dispositivi ormai datati.
Dal confronto emergono punti di forza e debolezza che spiegano perché queste alternative, pur interessanti, siano ancora destinate a una fetta di pubblico minoritaria rispetto ai giganti Android e iOS. I principali limiti sono la compatibilità ridotta con app e hardware, ecosistemi ancora giovani e la difficoltà ad attrarre sviluppatori. Tuttavia, grazie anche al focus su privacy (contro tracciamento e raccolta forzata di dati), sicurezza e intelligenza artificiale locale, queste piattaforme diventano sempre più competitive nei loro segmenti. Le sfide restano molte – dalla scalabilità su larga scala alla reale adozione da parte dell’utente medio – ma la tendenza rimane chiara: le alternative si stanno affrancando dalla semplice nicchia per rivolgersi a un pubblico più ampio, offrendo veri motivi di scelta. Nel medio-lungo periodo, si prevede una crescita costante di questi sistemi, che potranno influenzare anche i modelli dominanti, spingendo l’evoluzione della mobilità digitale verso paradigmi più aperti, trasparenti e centrati sull’utente.
### 1. Quadro normativo e struttura delle prove
Il Decreto n. 89 del 22 maggio 2025 regolamenta i nuovi Esami di Stato EsaBac per l’anno scolastico 2024/25, introducendo aggiornamenti essenziali per le scuole statali e paritarie che offrono i percorsi EsaBac e EsaBac Techno. Il fine è assicurare trasparenza e uniformità nella gestione delle prove, fondamentali per il rilascio della doppia certificazione italiana e francese. Il percorso di esame si articola in diverse prove: la prima prova scritta (tipologia tradizionale o analisi del testo in italiano), la seconda prova scritta sulle discipline di indirizzo (spesso incentrata sulla lingua o letteratura francese), la terza prova multidisciplinare obbligatoria (peculiare dell’EsaBac e svolta il mercoledì seguente l’inizio degli esami), e infine il colloquio orale. Particolare attenzione viene riservata al colloquio di storia per l’EsaBac Techno, che avviene in lingua francese, e alla gestione delle assenze: queste devono essere giustificate con documentazione formale, pena la non validità del percorso d’esame. Il quadro normativo mira così a rafforzare la qualità protocollo dell’EsaBac, accentuando le competenze linguistiche e interdisciplinari richieste agli studenti.
### 2. Dettagli sulle prove: obblighi, regolamenti e criteri di valutazione
La terza prova introdotta dal decreto è obbligatoria per tutti i candidati, multidisciplinare e pensata per valutare capacità di sintesi, collegamento e ragionamento, oltre alla conoscenza contenutistica. L’assenza a questa prova, se non opportunamente giustificata (malattia, gravi motivi familiari documentati o causa di forza maggiore), comporta l’esclusione dall’esame. La prova di letteratura – centrale e impegnativa – ha una durata di 4 ore; nessun elaborato può essere consegnato prima che siano trascorse 3 ore dall’avvio, garantendo così tempi adeguati alla stesura. I candidati sono chiamati a confrontarsi con analisi testuali sia italiane sia francesi, a dimostrare capacità critica e uso maturo delle lingue. Per l’EsaBac Techno, il colloquio di storia si svolge integralmente in francese, richiedendo proprietà di linguaggio e padronanza tematica. La valutazione delle prove avviene secondo criteri rigorosi: la commissione, formata da docenti specificatamente preparati, valuta completezza, profondità critico-argomentativa, padronanza lessicale e coerenza espositiva, in linea con gli standard condivisi tra Italia e Francia.
### 3. FAQ, implicazioni operative e strategie di preparazione
Le domande frequenti raccolte sottolineano la centralità della terza prova (obbligatoria), della necessità di presentare tempestive certificazioni di assenza (specialmente per malattia) e dell’osservanza scrupolosa dei tempi e delle modalità previste per ciascuna prova. Il decreto introduce nuove sfide e opportunità: la trasparenza procedurale e la collaborazione tra studenti, famiglie e scuola sono fondamentali. In vista dell’esame, si suggerisce uno studio costante dei programmi binazionali, la simulazione delle tempistiche d’esame, l’esercizio nella produzione scritta in entrambe le lingue e l’allenamento specifico per il colloquio storico in francese. La normativa aggiornata promuove qualità e oggettività valutativa, rafforzando il valore del diploma EsaBac non solo per l’accesso a università prestigiose ma anche per il futuro professionale internazionale. Una preparazione sistematica, in sinergia con i docenti, è la chiave per il successo nell’EsaBac 2024/25.
Il congresso nazionale CISL Scuola tenutosi a Trieste nel giugno 2025 ha segnato una fase cruciale per il sindacato italiano. Ivana Barbacci è stata riconfermata all’unanimità segretaria generale, forte di una fiducia interna che riflette la solidità e la coesione della CISL Scuola nel rappresentare i lavoratori dell’istruzione. L’evento ha visto la partecipazione attiva di delegati da tutta Italia e dei vertici delle istituzioni, incluso il ministro dell’Istruzione, che ha promesso nuove risorse per il rinnovo del contratto scuola. I lavori, fortemente partecipati, hanno affrontato tematiche fondamentali come la valorizzazione del personale, la promozione dell’autonomia delle scuole e la centralità della scuola pubblica nel tessuto sociale ed economico del Paese. La presenza di una squadra di segreteria esperta, composta da Paola Serafin, Roberto Calienno e Attilio Varengo, affianca Barbacci in questo percorso di rinnovato impegno e dialogo costruttivo con le istituzioni.
Al centro dell’azione sindacale delineata da Barbacci resta la difesa decisa dell’autonomia scolastica, elemento chiave per garantire qualità all’istruzione e rispondere ai bisogni specifici di ogni territorio. Il congresso ha ribadito che solo conservando e rafforzando l’autonomia, le scuole possono essere attori protagonisti nell’innovazione pedagogica, nella valorizzazione del personale docente e ATA e nell’interazione con famiglie e comunità locali. L’attenzione si concentra sulle sfide immediate, come quella del rinnovo del contratto 2025: il sindacato richiede risorse aggiuntive per adeguare i salari e migliorare condizioni di lavoro, maggiore tutela della professionalità, progressioni di carriera più trasparenti e investimenti sulla formazione continua. La piattaforma programmatica della CISL Scuola riflette quindi le priorità espresse durante il congresso: tutela dei diritti, valorizzazione del merito, protagonismo delle realtà locali e concertazione costante con il governo.
A seguito delle promesse formulate dal ministro durante il congresso, la CISL Scuola – per espressa volontà della sua segretaria generale – ha deciso di instaurare un osservatorio interno permanente. Questo organismo avrà il compito di monitorare l’attuazione degli impegni politici assunti a favore della scuola e di mantenere alto il livello di attenzione e trasparenza sulle azioni del governo. Barbacci ha espresso con chiarezza la volontà di non lasciare che le promesse rimangano inascoltate: la CISL Scuola vigilerà ogni giorno sui passaggi normativi, sugli stanziamenti e sull’effettiva apertura dei tavoli negoziali. Il futuro della scuola italiana, secondo quanto emerso dal congresso, passerà attraverso una rinnovata capacità di rappresentanza del sindacato, un costante dialogo con le comunità scolastiche e l’indispensabile attenzione della società e della politica verso l’istruzione pubblica come bene comune, pilastro della democrazia e della crescita civile ed economica del Paese.
Il 4 giugno 2025, una studentessa di 17 anni di Castelfranco Emilia ha subito un grave infortunio durante uno stage presso un vivaio della provincia di Modena, nell’ambito di un progetto di alternanza scuola-lavoro. La giovane, mentre utilizzava un tosaerba senza la supervisione diretta di un adulto, si è procurata gravi lesioni a tre dita della mano sinistra. Subito soccorsa e operata d’urgenza, la studentessa versa in condizioni molto serie e la prognosi resta riservata. L’incidente ha portato la famiglia a sporgere denuncia per accertare le responsabilità, evidenziando possibili carenze in materia di sicurezza e vigilanza nello stage. Questo episodio ha acceso i riflettori sulle modalità di gestione dei percorsi di alternanza, in particolare rispetto all’adeguatezza delle misure di sicurezza dedicate ai minori coinvolti in attività lavorative, una questione sempre più sentita sia dalle famiglie che dagli addetti ai lavori.
L’alternanza scuola-lavoro, ora denominata PCTO, è stata introdotta nel sistema scolastico italiano con l’obiettivo di avvicinare gli studenti al mondo produttivo e far loro acquisire competenze trasversali utili per il futuro. Tuttavia, gli ultimi fatti di cronaca mostrano come la sicurezza nei percorsi di alternanza debba essere una priorità imprescindibile, soprattutto quando si ha a che fare con studenti minorenni senza esperienza in contesti di lavoro. Le scuole sono tenute a selezionare strutture idonee e offrire una preparazione adeguata, mentre le aziende devono garantire la costante presenza di un tutor e impedire l’impiego di macchinari pericolosi senza una visibile formazione. Le responsabilità di vigilanza e tutela sono condivise tra istituti scolastici e aziende, e ogni carenza nella preparazione, sorveglianza o gestione dei rischi può avere conseguenze gravi, come drammaticamente dimostrato nel caso di Modena. Le associazioni sindacali e i genitori chiedono, dunque, maggiori garanzie, controlli più stringenti e una puntuale revisione delle convenzioni tra scuola e aziende.
Le proposte per una maggiore tutela degli studenti in stage comprendono un rafforzamento della formazione sia degli studenti sia dei tutor, la ridefinizione dei protocolli di vigilanza nelle aziende ospitanti e la limitazione all’accesso degli studenti all’uso di macchinari potenzialmente pericolosi. In aggiunta, si suggerisce l’introduzione di una sorta di ‘patente’ formativa per i minorenni che preveda il superamento di test pratici prima di poter utilizzare certi strumenti. Emerge forte la necessità di una cultura della prevenzione condivisa tra scuola, aziende, famiglie e comunità, affinché la formazione in ambiente lavorativo rappresenti un’opportunità sicura e protetta. Ogni incidente, come quello avvenuto a Modena, deve portare a una riflessione seria sulla reale sicurezza dei percorsi PCTO e spingere tutti gli attori coinvolti a lavorare insieme per garantire, nell’interesse dei giovani, che situazioni simili non si ripetano più.
### Primo Paragrafo
La maturità 2025 in Campania si presenta come una sfida particolarmente complessa, a causa di un aumento incontrollato delle rinunce da parte dei docenti nominati per le commissioni d’esame. Questa tendenza ha investito tutte le province, con picchi significativi nelle aree metropolitane di Napoli e Salerno, mettendo a rischio la regolare composizione delle commissioni. L’Usr Campania ha lanciato l’allarme per il fenomeno eccessivo di presentazione di certificati medici, spesso concentrati nello stesso periodo e in modo reiterato da alcuni nominativi. Tale pratica, ritenuta impropria dagli organi scolastici, solleva dubbi sulla legittimità delle assenze, mettendo potenzialmente a repentaglio la correttezza e la legalità dello svolgimento degli esami di Stato. L’ondata di rinunce crea instabilità nel sistema scolastico campano, facendo emergere difficoltà organizzative e preoccupazioni sia tra le istituzioni che tra studenti e famiglie, che temono rinvii e possibili disparità rispetto ad altre regioni, dove la problematica appare meno diffusa.
### Secondo Paragrafo
In reazione a questa situazione critica, l’Usr Campania ha adottato una linea dura, annunciando controlli serrati sui certificati medici e avviando procedimenti disciplinari per chi rifiuta per tre anni consecutivi la nomina nelle commissioni. È stato richiesto ai dirigenti scolastici di giustificare dettagliatamente ogni assenza, soprattutto in presenza di comportamenti seriali. Dal punto di vista normativo, è ribadito che solo gravi motivi oggettivi, come previsti dai regolamenti ministeriali, possono giustificare il rifiuto, mentre tutte le altre motivazioni non sono valide e comportano rischi di sanzioni professionali. La pressione sugli insegnanti è tuttavia fonte di ulteriore tensione: mentre per l’amministrazione occorre garantire legalità e regolarità degli esami, da parte sindacale si segnala che la scarsa retribuzione, il carico di lavoro e la mancanza di incentivi rendono la figura del commissario poco attrattiva. Questa divergenza di visioni rischia di accentuare il divario tra esigenze organizzative e tutele dei docenti, lasciando in sospeso una riforma strutturale delle regole e del riconoscimento professionale di chi partecipa alle commissioni.
### Terzo Paragrafo
L’emergenza delle rinunce nelle commissioni e l’uso crescente di certificati medici rappresentano non solo una criticità gestionale ma anche un dilemma etico e deontologico. Il dibattito coinvolge l’intera comunità scolastica, interrogandosi sulla responsabilità del singolo docente nei confronti degli studenti e del sistema scuola. Da un lato, la necessità di tutelare i diritti degli alunni e la regolarità degli esami impone rigore e controlli; dall’altro, emerge la richiesta degli insegnanti di maggior valorizzazione, riconoscimento economico e condizioni più sostenibili per l’impegno in commissione. L’amministrazione regionale, per evitare il collasso delle commissioni, ha attivato un monitoraggio costante, convocazioni rapide di supplenti e campagne di sensibilizzazione all’etica del servizio. Guardando al futuro, serve una riflessione più ampia sull’organizzazione dell’esame di Stato, promuovendo trasparenza, collaborazione e incentivi, per salvaguardare l’integrità della maturità come momento centrale di legalità e fiducia fra scuola, studenti e famiglie.
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