De Felice (INPS): Strategie concrete per attrarre talenti e innovare i servizi pubblici per un nuovo valore pubblico
La visione di Diego De Felice, direttore dell’INPS, si focalizza sulla necessità di innovare la Pubblica Amministrazione italiana attraverso strategie concrete come l’attrazione di nuovi talenti, la valorizzazione delle competenze apicali e la liberazione delle energie interne. Questi elementi sono essenziali per rispondere alle nuove esigenze di cittadini e imprese e per trasformare l’INPS in un ente moderno e dinamico, capace di generare autentico valore pubblico. La strategia include anche la promozione di una cultura della meritocrazia e modifiche ai processi organizzativi per favorire la creatività e la partecipazione attiva del personale.
L’INPS affronta la trasformazione innovativa anche attraverso la digitalizzazione dei servizi, con interventi concreti come lo sviluppo di app mobile, portali digitali e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per migliorare trasparenza, efficienza e personalizzazione dell’assistenza ai cittadini. Il rilancio della Pubblica Amministrazione passa inoltre attraverso una nuova gestione delle risorse umane, che include programmi di formazione continua, sistemi di incentivazione legati al merito e piani di successione per valorizzare tanto i giovani quanto le competenze consolidate del personale senior. La rivista internazionale “Del futuro” rappresenta un’occasione per condividere esperienze, idee innovative e rafforzare il dialogo tra stakeholder.
Le sfide restano molte, tra cui la necessità di gestire la digitalizzazione senza perdere di vista la centralità dell’utente, superare resistenze culturali e burocratiche interne, e rispondere alle criticità sollevate dai dipendenti. Tuttavia, l’INPS si propone come laboratorio e modello per l’intera Pubblica Amministrazione italiana e europea, con una roadmap chiara che punta a un lavoro pubblico attrattivo, innovativo e centrato sulla creazione di valore pubblico duraturo per la società.
La rivista “Del futuro”, presentata il 21 maggio 2025 da Valeria Vittimberga al Forum PA 2025, è una nuova iniziativa dell’INPS volta a rafforzare la comunicazione interna e valorizzare le competenze dei suoi dipendenti. Questo progetto editoriale nasce con l’obiettivo di diventare un canale di dialogo inclusivo, che coinvolga sia il personale interno sia la società civile, promuovendo un confronto costruttivo che contribuisca all’innovazione e al miglioramento dei servizi pubblici. Valeria Vittimberga ha evidenziato come questa rivista rappresenti una svolta culturale e professionale per l’INPS, stimolando la partecipazione attiva dei lavoratori e incoraggiando un clima di collaborazione e pluralismo dentro l’ente.
La mission di “Del futuro” si concentra nella valorizzazione delle competenze interne, nell’innovazione nel settore pubblico e nella creazione di una cultura organizzativa basata sul dialogo e sull’ascolto. La rivista offrirà rubriche, dossier e interviste dedicate alle eccellenze interne, raccontando storie di formazione e innovazione che possano ispirare tutta la comunità INPS. Inoltre, si configura come uno strumento per favorire la trasparenza e la condivisione di informazioni, aumentando il senso di appartenenza e la motivazione tra i dipendenti, elementi fondamentali per affrontare le sfide di un sistema complesso e distribuito sul territorio nazionale.
Oltre alla comunicazione interna, la rivista assumerà un ruolo strategico come canale di dialogo esterno, accessibile a cittadini, media, ricercatori e stakeholder. Questo contribuirà a costruire una immagine dell’INPS più trasparente, aperta e innovativa. L’obiettivo a lungo termine è che “Del futuro” diventi un modello replicabile all’interno della pubblica amministrazione italiana, capace di coniugare innovazione tecnologica, valorizzazione delle risorse umane e partecipazione attiva, promuovendo un cambiamento duraturo e collettivo a beneficio del sistema Paese.
La recente scoperta ottenuta grazie agli strumenti astronomici avanzati VLT e ALMA ha permesso di osservare la fusione di due galassie avvenuta oltre 11 miliardi di anni fa, fornendo nuovi approfondimenti sull’influenza delle radiazioni emesse da un quasar sulla formazione stellare. Un quasar attivo, ospitato da una delle due galassie in collisione, ha emesso radiazioni così intense da alterare le condizioni delle nubi di gas e polvere nella galassia compagna, essenziali per la nascita di nuove stelle. Questa interazione dimostra un meccanismo di “feedback negativo” dove i nuclei galattici attivi possono reprimere la produzione stellare, spiegando fenomeni osservati in galassie ricche di gas ma inattive dal punto di vista della formazione stellare. Le osservazioni rivelano inoltre le dinamiche veloci tra i nuclei galattici, con movimenti a circa 500 km/s, sottolineando la complessità dell’interazione gravitazionale durante la fusione. Questi risultati hanno importanti ricadute sulla nostra comprensione dell’evoluzione dell’universo, soprattutto in epoche remote quando le fusioni galattiche erano più frequenti e i quasar potevano modulare la crescita e l’attività delle galassie. L’ESO, attraverso VLT e ALMA, si conferma all’avanguardia nello studio delle galassie lontane e dei fenomeni di fusione, puntando a sviluppare ulteriori strumenti e collaborazioni per esplorare con maggior dettaglio queste complesse interazioni cosmiche. Il futuro dell’astronomia prevede di estendere questi studi, con telescopi di nuova generazione come l’Extremely Large Telescope (ELT), per approfondire quanto osservato e modellare con precisione i processi evolutivi legati ai quasar e alla struttura delle galassie nell’universo primordiale.
L’asteroide Apophis rappresenta un’importante occasione scientifica, essendo previsto un suo passaggio ravvicinato alla Terra nel 2029. Questo evento raro permette alla comunità scientifica di studiare da vicino un oggetto potenzialmente pericoloso, approfondendo la conoscenza sulla sua composizione, struttura e dinamiche orbitali. L’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha progettato la missione Ramses per sfruttare al massimo questa vicinanza, con l’obiettivo di raccogliere dati senza precedenti grazie a tecnologie avanzate e strategie esplorative innovative, tramite una sonda principale e due Cubesat altamente sofisticati. Nel mese di aprile 2029, Apophis passerà a circa 31.000 chilometri dalla Terra, una distanza che permette osservazioni dettagliate mai viste prima per un corpo di tali dimensioni. Questo evento apre una finestra unica per studiare in modo coordinato e multidisciplinare l’asteroide, sia da terra che dallo spazio, favorendo così una comprensione più profonda e precisa del suo comportamento e delle potenziali implicazioni per la sicurezza planetaria. La missione Ramses, prevista per il lancio nel 2028, mira a osservare Apophis in tutte le sue dimensioni: dalla composizione chimica alle variazioni orbitali determinate dal passaggio ravvicinato con il nostro pianeta. La sonda principale sarà equipaggiata con strumenti sofisticati per immagini ad alta risoluzione, spettroscopia e mappatura topografica, mentre due Cubesat con ruoli complementari raccoglieranno dati specifici. Uno dei Cubesat sarà dotato di un analizzatore di polveri e un radar a bassa frequenza per sondare la struttura interna, mentre l’altro tenterà un atterraggio soft sulla superficie, fornendo dati in situ sulle caratteristiche del suolo e sulle condizioni ambientali. Questa combinazione permetterà di ottenere una panoramica completa e multidisciplinare dell’asteroide, migliorando la conoscenza scientifica e le tecnologie applicate alle missioni spaziali. La missione Ramses promette di segnare un progresso significativo nella scienza planetaria e nella tecnologia dei piccoli satelliti, con ricadute importanti anche in ambito di sicurezza planetaria. Inoltre, Ramses favorisce la collaborazione internazionale con altre agenzie spaziali, consolidando l’Europa come protagonista nel campo dell’esplorazione degli asteroidi e nella gestione delle potenziali minacce future. I dati raccolti contribuiranno a migliorare i modelli di rischio, le strategie di sorveglianza e le tecniche di difesa planetaria, garantendo così un importante contributo alla sicurezza globale e all’avanzamento delle conoscenze sull’universo.
Negli ultimi anni, la figura di Leonardo da Vinci ha suscitato un rinnovato interesse non solo in ambito artistico e storico, ma anche nel campo della genetica e della ricerca genealogica. Un recente studio ha portato all’identificazione di sei discendenti maschi diretti della famiglia da Vinci, grazie all’analisi del cromosoma Y, trasmesso in linea paterna. Questa scoperta rappresenta un importante progresso nella comprensione dell’albero genealogico della famiglia, aprendo nuove prospettive sulla continuità genetica e sull’uso della genetica forense in ricerche storiche. Leonardo non lasciò figli noti, rendendo il mistero della sua discendenza ancora più intrigante. Decenni di studi hanno concentrato l’attenzione sull’esame del DNA di possibili parenti e sulle sepolture familiari per ricostruire la filogenesi della casata da Vinci. Il recente approfondimento genetico sui sei discendenti diretti ha rappresentato una svolta, confermando una linea maschile ininterrotta attraverso marcatori specifici del cromosoma Y. Il cromosoma Y è unico perché trasmesso quasi invariato di padre in figlio, fungendo da filo conduttore ideale per stabilire relazioni di sangue. Grazie al confronto di sequenze altamente conservate, si è potuta confermare l’effettiva discendenza diretta, risolvendo alcune lacune e contraddizioni storiche. Successivamente a un meticoloso lavoro genealogico che ha coinvolto archivi storici, parrocchie e studi notarili, è stato possibile costruire un preciso albero genealogico risalente fino al 1331 e riconoscere sei discendenti uomini viventi della famiglia da Vinci. Parallelamente, scavi archeologici nella chiesa di Santa Croce a Vinci sono in corso con l’intento di trovare tombe familiari i cui resti, tramite analisi genetiche, potranno essere confrontati con i discendenti attuali per ulteriori conferme. Questo approccio integrato di storia, genetica e archeologia ha aperto importanti orizzonti per la ricerca scientifica, permettendo non solo di tracciare l’evoluzione genetica della famiglia da Vinci ma anche di sviluppare metodologie utili per altre famiglie storiche. Le implicazioni sono molteplici: dallo studio di eventuali caratteristiche genetiche ereditarie, alla promozione culturale legata alla terra di Vinci, fino a possibili applicazioni forensi. Si auspica inoltre di poter procedere con l’esame del DNA dei resti archeologici, che costituirebbe la definitiva conferma della discendenza. In conclusione, l’indagine sulla linea maschile della famiglia da Vinci rappresenta un traguardo fondamentale nell’applicazione delle tecnologie genetiche allo studio storico genealógico, collocando la città di Vinci al centro di un progetto di ricerca multidisciplinare che unisce passato e futuro, scienza e identità culturale.
Il gruppo Telegram “Diventare Insegnante” nasce come una piattaforma digitale dedicata a chi desidera intraprendere la carriera nell’insegnamento in Italia. In un contesto scolastico in continuo cambiamento, questo spazio si propone come punto di riferimento aggiornato e concreto per orientarsi tra normative, concorsi, abilitazioni e opportunità lavorative. La sua struttura interna comprende stanze tematiche specifiche, che coprono argomenti fondamentali quali abilitazione, specializzazione nel sostegno, concorsi scuola, supplenze, GPS, scienze della formazione primaria e immissioni in ruolo. Questo approccio organizzativo facilita l’interazione, la condivisione e la consultazione mirata, rendendo più agevole il percorso di formazione e inserimento nel mondo della scuola.
Gli obiettivi principali del gruppo vanno oltre la semplice informazione: si punta infatti a favorire il confronto tra utenti, lo scambio di esperienze e il supporto reciproco. Vengono offerti chiarimenti sulle procedure di abilitazione, sulle modalità di preparazione ai concorsi, sulle questioni legate alle supplenze e agli interpelli, e sulla complessa materia delle immissioni in ruolo. All’interno della community, gli utenti trovano un sostegno concreto per orientarsi in un sistema educativo caratterizzato da normative spesso complesse e in rapido cambiamento. La presenza di moderatori esperti e professionisti del settore assicura inoltre l’autorevolezza dei contenuti e la qualità del dibattito.
La forza del gruppo “Diventare Insegnante” risiede nella sua capacità di creare una comunità coesa e partecipativa, dove la collaborazione diventa elemento chiave. La condivisione di materiale aggiornato, la discussione su problematiche reali e la presenza attiva degli iscritti consentono di superare la solitudine e la frammentazione tipiche dell’approccio individuale alla formazione docente. Questo spazio rappresenta quindi non solo uno strumento di aggiornamento professionale, ma anche un laboratorio di idee e di crescita personale, a supporto di un percorso di insegnamento consapevole, innovativo e orientato alla qualità. In prospettiva, il gruppo si propone come un punto di riferimento sempre più autorevole e dinamico per aspiranti insegnanti in tutta Italia.
Il riconoscimento dell’anno 2013 per i docenti costituisce una questione centrale nel diritto del lavoro scolastico italiano, soprattutto dopo la sentenza della Corte di Cassazione dell’11 giugno 2024 che ha stabilito la legittimità del conteggio di tale anno ai fini della carriera, stipendiali e pensionistici. La vicenda nasce da una serie di normative e provvedimenti che, a partire dal 2013, avevano escluso tale anno dal computo per gli scatti di anzianità e la progressione di carriera, penalizzando migliaia di insegnanti a causa di tagli finanziari e restrizioni ministeriali. La Corte di Cassazione ha così dato ragione ai docenti, sancendo il diritto al riconoscimento pieno dell’anno 2013 e aprendo la strada al recupero degli arretrati stipendiali e alla regolarizzazione della posizione contributiva. Il ruolo dell’avvocato Guido Marone è stato determinante nel promuovere e gestire i ricorsi che hanno portato a queste importanti sentenze. Gli effetti concreti per i docenti comprendono l’aggiornamento della fascia stipendiale, la maggiore contribuzione ai fini pensionistici e l’adeguamento del trattamento di fine servizio. Presentare ricorso richiede una preparazione accurata della documentazione e il supporto di esperti in diritto scolastico, con processi che possono durare uno o due anni. Gli esperti e i sindacati auspicano una soluzione normativa definitiva che eviti ulteriori contenziosi e garantisca uniformità e certezza dei diritti a quasi 100.000 insegnanti coinvolti, migliorando così la situazione economica e pensionistica di una categoria spesso penalizzata.
Il dibattito sul dress code nelle scuole italiane si riaccende ogni estate a causa delle alte temperature e della necessità di bilanciare comfort e decoro. A differenza di altri Paesi dove l’uniforme è obbligatoria, in Italia ogni istituto applica regole diverse, spesso discusse tra dirigenti, studenti e famiglie. Due esempi emblematici sono Salerno, che permette l’uso di bermuda e t-shirt purché in colori sobri come blu e bianco, e Pisa, che impone regole rigide vietando pantaloncini corti e punendo con severità le infrazioni, fino a espulsioni temporanee.
Il ruolo degli insegnanti è fondamentale nel dare l’esempio con un abbigliamento consono, per sottolineare il valore del rispetto e della disciplina. Tuttavia, le regole rigide provocano spesso proteste da parte dei genitori, che chiedono una maggiore flessibilità soprattutto in relazione alle condizioni climatiche estreme. Il tema tocca anche questioni più ampie riguardanti le libertà individuali e l’espressione personale degli studenti, con educatori e pedagogisti che auspicano un equilibrio tra rigore e valorizzazione della diversità attraverso il dialogo all’interno della comunità scolastica.
L’eterogeneità delle normative riflette le differenze culturali tra Nord e Sud Italia, e sebbene all’estero le divise scolastiche siano più diffuse, anche in quei contesti si dibatte sulla loro modernizzazione e adattamento. Studi mostrano che regole chiare e condivise sul dress code migliorano il clima scolastico e il benessere degli studenti. In assenza di una legge nazionale, la gestione è affidata agli istituti, che sono invitati a coinvolgere famiglie e studenti nella definizione delle norme, prevedere flessibilità per il clima e sanzioni proporzionate, orientandosi verso un regolamento condiviso che coniughi disciplina e inclusione.
Lo scandalo che ha colpito la 155a brigata meccanizzata “Anna di Kiev” rappresenta un grave colpo alla credibilità delle forze armate ucraine nel contesto della guerra con la Russia. Composta da oltre 5.000 uomini e addestrata in Normandia con il supporto della Francia, questa brigata simbolo della cooperazione NATO-Ucraina è ora al centro di un’inchiesta per corruzione, frode e diserzione. Il colonnello Taras Maksimov è accusato di orchestrare una rete di pagamenti fittizi che ha dirottato fondi destinati all’esercito su conti esteri, mentre oltre 1.200 militari sono scomparsi durante l’addestramento francese, sollevando dubbi sui controlli e la disciplina nei ranghi. L’indagine ha portato a una revisione dei programmi di addestramento e un inasprimento delle misure di vigilanza. Le ripercussioni dello scandalo si estendono agli aiuti militari NATO, con paesi come Francia, Germania e Stati Uniti che valutano la sicurezza delle loro future forniture, minacciando di compromettere il sostegno strategico all’Ucraina. A livello interno, l’opinione pubblica è turbata dalla vicenda, diffondendo sfiducia verso le istituzioni militari già afflitte da altri problemi di corruzione negli anni passati. In risposta, il governo ucraino ha avviato misure di riforma che includono la digitalizzazione dei flussi finanziari, il rafforzamento della trasparenza e controlli più rigorosi sul personale, con l’obiettivo di ripristinare credibilità e garantire la continuità del supporto internazionale. Questo episodio segna un punto di svolta cruciale, ponendo la necessità di radicali cambiamenti per consolidare la posizione dell’Ucraina nel complesso scenario geopolitico europeo.
Il rapporto tra giovani e welfare in Italia rappresenta una delle questioni chiave per affrontare le sfide sociali ed economiche attuali. Secondo il presidente dell’INPS, Gabriele Fava, è necessaria una vera e propria trasformazione del sistema di sicurezza sociale che coinvolga attivamente le nuove generazioni e si adatti ai cambiamenti demografici e del mercato del lavoro. La popolazione giovanile tra i 18 e i 34 anni conta 10,4 milioni di individui, di cui circa 7 milioni sono occupati, spesso in condizioni precarie caratterizzate da contratti a termine, apprendistato o lavoro autonomo. Questa realtà richiede un welfare che vada oltre l’assistenzialismo, diventando un incubatore di opportunità, formazione e inclusione, offrendo nuove possibilità di crescita, stabilità e partecipazione.
Un aspetto cruciale del dibattito riguarda la contribuzione previdenziale dei giovani: ben l’80% di loro ha contribuito in modo stabile negli ultimi cinque anni, segnalando una partecipazione attiva al sistema. Tuttavia, permangono criticità sostanziali quali salari medi inferiori rispetto agli adulti, interruzioni nelle carriere contributive, e scarsa presenza nella previdenza complementare. La frammentazione contributiva interessa circa 3 milioni di giovani, vittime di precariato, disoccupazione e contratti discontinuativi che mettono a rischio la sostenibilità del sistema pensionistico e aumentano il rischio di esclusione sociale. Per contrastare queste problematiche, è fondamentale potenziare politiche di formazione, incentivare occupazioni stabili e migliorare l’integrazione tra istruzione e lavoro.
L’innovazione digitale rappresenta uno strumento fondamentale per avvicinare i giovani al welfare, come dimostra la rapida diffusione della nuova App INPS mobile, che consente accesso facile e trasparente alle proprie posizioni contributive e alle prestazioni sociali. La diffusione delle competenze digitali non solo semplifica l’accesso ai servizi, ma rafforza l’autonomia e la consapevolezza dei giovani utenti nei confronti del sistema previdenziale. Guardando al futuro, è indispensabile riformare il welfare ispirandosi anche a modelli europei di successo, adottando misure flessibili e inclusive che favoriscano la continuità contributiva e la protezione sociale universale, con l’obiettivo di costruire un sistema equo, efficiente e sostenibile capace di affrontare le sfide di un mercato del lavoro in evoluzione e di garantire coesione intergenerazionale.
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