ASUS al Computex 2025: l’Intelligenza Artificiale trasforma il futuro tra sostenibilità e innovazione
ASUS ha fatto del Computex 2025 il palcoscenico ideale per presentare la propria visione innovativa centrata sull’intelligenza artificiale (AI), con la strategia “Ubiquitous AI. Incredible Possibilities”. Con un approccio che va oltre il tradizionale settore PC, ASUS si focalizza sull’integrazione dell’AI in ambiti chiave quali sanità, industria e smart city, sottolineando il ruolo cruciale di questa tecnologia nel superare sfide globali e promuovere la sostenibilità. L’evento ha evidenziato come l’Ai debba essere un elemento pervasivo e accessibile, capace di offrire soluzioni modulari e adattabili alle diverse esigenze della società moderna.
L’ecosistema AI presentato da ASUS al Computex si compone di hardware, piattaforme cloud, servizi verticali e applicazioni specifiche, mirate a settori strategici come sanità, smart city e industria 4.0. Le soluzioni spaziano dal monitoraggio sanitario remoto, alla gestione intelligente del traffico e dell’energia urbana, fino all’automazione e prevenzione nella produzione industriale. La componente sostenibilità è al centro della strategia, con tecnologie AI che favoriscono l’ottimizzazione dei consumi energetici, l’analisi predittiva e la riduzione dell’impatto ambientale, rendendo possibile uno sviluppo green e responsabile.
Un aspetto fondamentale evidenziato riguarda la gestione dati e la potenza di calcolo che alimentano queste soluzioni AI. ASUS ha introdotto strumenti avanzati come server intelligenti, sistemi ibridi cloud-edge e software analitici, con l’obiettivo di democratizzare l’accesso AI e facilitare l’adozione da parte di aziende e pubbliche amministrazioni. Le prospettive future includono un’estensione delle applicazioni AI a nuovi settori, collaborazioni con realtà internazionali e un’attenzione crescente a etica, privacy e governance dei dati, confermando ASUS come un protagonista globale che spinge verso un’evoluzione tecnologica sostenibile e inclusiva.
Il MSI MEG MAESTRO 900 è un case PC di lusso lanciato al Computex 2025 di Taipei, progettato per ridefinire gli standard nell’ambito dei PC da esposizione. Grazie a tre pannelli in vetro temperato, offre una vista panoramica completa degli interni, esaltando ogni dettaglio dell’hardware e integrando un’illuminazione RGB personalizzabile. Questa soluzione è concepita principalmente per showroom, eventi e fiere, con un design che facilita l’accesso rapido ai componenti e garantisce sicurezza grazie al vetro resistente. Il sistema innovativo di raffreddamento a liquido integrato con un display LCD da 6 pollici visualizza dati in tempo reale sulla temperatura e lo stato del sistema, con possibilità di personalizzazione e integrazione per applicazioni avanzate. La combinazione con la scheda madre MEG X870E GODLIKE, compatibile con i processori AMD Ryzen 9 9950X3D, assicura prestazioni elevate e ampia compatibilità tecnologica, supportando memoria DDR5 e storage NVMe PCIe 5.0. Questo case è rivolto a modder professionisti, brand, appassionati di lusso e centri di ricerca che cercano un prodotto che unisca estetica, innovazione e performance. Il MEG MAESTRO 900 rappresenta un esempio concreto della crescente tendenza verso case PC di fascia alta come status symbol, offrendo materiali di pregio, qualità costruttiva e affidabilità supportata da assistenza dedicata. In sintesi, MSI anticipa con questo prodotto il futuro dei PC espositivi, combinando design scenografico, funzionalità avanzate e un’esperienza utente premium, confermandosi pioniere nel settore dei case di lusso e delle soluzioni hardware di nuova generazione.
Nel 2025, le elezioni amministrative italiane si svolgeranno il 25 e 26 maggio, coinvolgendo numerosi istituti scolastici scelti come sedi di seggio elettorale. Questa tradizione, consolidata da decenni, consente una capillare distribuzione dei seggi ma comporta significative implicazioni organizzative per il sistema scolastico. Il Ministero dell’Interno ha fornito indicazioni operative specifiche per coordinare la sospensione delle lezioni e la gestione delle scuole durante le consultazioni elettorali, con l’obiettivo di garantire sicurezza, igienizzazione e una corretta logistica. Le scuole interessate dovranno sospendere le lezioni dal venerdì precedente alle elezioni fino al martedì successivo, per permettere la predisposizione dei seggi, lo svolgimento del voto e la sanificazione dei locali.
Il calendario stabilito prevede quindi la chiusura delle scuole sedi di seggio dal 23 al 27 maggio 2025, con un possibile secondo periodo di sospensione dal 6 al 10 giugno in caso di ballottaggio. Queste misure, obbligatorie per garantire lo svolgimento ordinato delle operazioni elettorali, si accompagnano a necessarie comunicazioni chiare e tempestive da parte dei dirigenti scolastici verso studenti, famiglie e personale. I dirigenti scolastici sono elementi chiave, responsabili del coordinamento tra la scuola, le autorità locali e gli uffici elettorali, oltre che della tutela del patrimonio scolastico e dell’assicurazione delle condizioni di sicurezza.
Le attività di allestimento prevedono l’adeguamento degli spazi con cabine elettorali e postazioni accessibili a persone con disabilità, coinvolgendo anche ambienti comuni come palestre o auditorium. Dopo le votazioni, gli edifici devono essere sottoposti a una scrupolosa igienizzazione, particolarmente importante in un contesto sanitario ancora sensibile. La sospensione delle lezioni comporta inevitabili disagi logistici per le famiglie e variazioni nel lavoro del personale scolastico, ma rappresenta un bilanciamento necessario tra il diritto al voto e quello all’istruzione. La trasparenza nella comunicazione e la collaborazione tra tutti gli attori coinvolti sono fondamentali per il successo dell’organizzazione e per promuovere la partecipazione civica come valore educativo nella comunità scolastica.
Google Gemini rappresenta l’avanguardia nell’intelligenza artificiale targata Google, destinata a rivoluzionare l’esperienza utente nella ricerca e nell’interazione digitale. Lanciato nel 2025, Gemini si propone come un assistente universale multimodale, capace di comprendere input in forma testuale, vocale, visiva e video, favorendo un’interazione fluida e personalizzata. Con oltre 400 milioni di utenti attivi mensili, questo ecosistema si integra profondamente con i servizi Google, promuovendo una trasformazione digitale che abbraccia lavoro, istruzione e comunicazione quotidiana. Una caratteristica distintiva è la modalità AI Mode, che consente un dialogo continuo e multimodale, facilitando ricerche e attività complesse, dalla risoluzione di problemi matematici all’organizzazione di viaggi, migliorando l’efficienza e l’efficacia delle risposte.
La competizione con ChatGPT evidenzia come Gemini punti su un’integrazione nativa con l’ecosistema Google e una sofisticata personalizzazione basata su vasti dati utente, garantendo risposte contestuali e suggerimenti proattivi. La ricerca Google è stata profondamente trasformata: l’utente può ora interagire con contenuti multimediali oltre al semplice testo, ottenendo risultati altamente pertinenti, arricchiti da analisi semantiche e dall’accesso a risorse personali e pubbliche. Parallelamente, Google pone grande attenzione a sicurezza, trasparenza e rispetto della privacy, conformandosi a rigorose normative europee e offrendo strumenti per la gestione dei dati e l’alfabetizzazione digitale.
Le potenzialità di Gemini si estendono a vari settori, con opportunità concrete per educazione e lavoro, grazie a tutor IA personalizzati, automazione produttiva e comunicazione avanzata tramite Google Beam, capace di videochiamate tridimensionali estremamente realistiche. Tuttavia, il progresso tecnologico porta anche sfide legate a etica, inclusività e normative da sviluppare. In sintesi, Gemini vuole essere uno strumento che non sostituisce l’uomo, ma ne amplifica capacità e creatività, delineando un futuro digitale che coniuga innovazione, sicurezza e umanità.
Il caso Nvidia e le restrizioni statunitensi all’export di chip per l’intelligenza artificiale verso la Cina rappresentano una sfida cruciale nelle dinamiche geopolitiche e tecnologiche globali. Dal 2022, gli Stati Uniti hanno imposto limitazioni mirate a contenere lo sviluppo tecnologico cinese, soprattutto per applicazioni militari avanzate. Tuttavia, Jensen Huang, CEO di Nvidia, ha dichiarato che tali restrizioni si sono rivelate inefficaci, poiché hanno stimolato la Cina a sviluppare autonomamente soluzioni hardware, riducendo drasticamente la quota di mercato di Nvidia in Cina dal 90% al 50%. Questo segna un cambiamento significativo nei rapporti commerciali e tecnologici tra le due potenze.
Le reazioni del mercato cinese sono state rapide e decisive: aziende come Huawei e SenseTime hanno potenziato la produzione interna di microchip IA, supportate da politiche statali che favoriscono la ricerca, il sostegno fiscale e la collaborazione tra pubblico e privato. Questi interventi hanno consentito alla Cina non solo di colmare il gap tecnologico, ma anche di proporsi come competitor globale nel settore. Sul piano internazionale, questa situazione comporta una frammentazione dei mercati, un potenziale declino dell’egemonia tecnologica statunitense e una spinta verso la regionalizzazione delle catene produttive, influenzando anche i futuri sviluppi in ambiti emergenti come il quantum computing.
Il fallimento delle misure statunitensi, evidenziato anche dal ridimensionamento del ruolo di Nvidia in Cina, dimostra le difficoltà di controllare la diffusione tecnologica tramite barriere commerciali. La strategia americana ha accelerato l’autosufficienza cinese grazie a ingenti investimenti pubblici e privati. In prospettiva, si prevede un’ulteriore regionalizzazione delle filiere, una diversificazione degli investimenti delle aziende e un possibile dialogo multilaterale sui temi della sicurezza e degli standard nell’IA. Il futuro settore tecnologico globale sarà quindi fortemente plasmato da questa guerra tecnologica, che richiederà capacità di adattamento, innovazione e cooperazione internazionale.
L’intelligenza artificiale (IA) sta rapidamente trasformando il settore sanitario italiano, entrando sempre più nel quotidiano degli operatori del Servizio Sanitario Nazionale. Secondo i dati del Politecnico di Milano, il 46% dei medici di medicina generale utilizza strumenti basati su IA generativa, trovandovi un valido supporto soprattutto nella gestione amministrativa e nella personalizzazione delle terapie. Questo contributo si traduce in un risparmio medio di due settimane lavorative all’anno, tempo prezioso che può essere reinvestito nel rapporto diretto con i pazienti o nell’aggiornamento professionale. Anche gli specialisti (26%) e gli infermieri (19%) adottano l’IA, impiegandola in attività quali interpretazione di esami, triage digitale e monitoraggio clinico, contribuendo così a migliorare coordinazione e qualità assistenziale. Il risparmio complessivo di tempo riguarda anche l’accesso e la sintesi delle informazioni scientifiche, riducendo i tempi di aggiornamento e aumentando l’efficacia delle cure.
Oltre all’efficienza operativa, l’IA si conferma un alleato strategico nella ricerca scientifica, abilitando l’analisi rapida e approfondita di grandi archivi di dati clinici e epidemiologici. Ciò migliora la capacità di individuare trend e personalizzare i trattamenti, riducendo il rischio di errori umani. Tuttavia, l’integrazione dell’IA presenta anche sfide significative, tra cui la sicurezza e la privacy dei dati, la trasparenza degli algoritmi e la necessità di mantenere centrale il giudizio clinico umano. Per affrontare tali criticità, è indispensabile investire in formazione continua, adeguare le infrastrutture digitali e sviluppare normative chiare che garantiscano eticità e protezione degli utenti.
I benefici complessivi coinvolgono non solo gli operatori ma anche l’intero sistema sanitario pubblico e i pazienti, con tempi di accesso alle cure più rapidi, riduzione degli errori e supporto a pazienti cronici. Esperienze virtuose italiane, soprattutto nelle regioni settentrionali, dimostrano come sinergie tra ricerca, politiche sanitarie e tecnologia possano favorire un’adozione efficace. Nel contesto europeo, l’Italia è a metà percorso ma si prepara a colmare il divario con i Paesi più avanzati, puntando su collaborazioni internazionali e standard condivisi. Il futuro della sanità nazionale vede l’IA come fattore chiave per garantire cure innovative, equità e qualità, a patto di governare il cambiamento con responsabilità e centralità del paziente.
Sergey Brin, cofondatore di Google, è tornato a parlare dell’intelligenza artificiale generale (AGI) durante la conferenza I/O 2025 a Milano, dichiarando che Gemini sarà la prima AGI entro il 2030. Nonostante Brin non ricopra ruoli esecutivi in Alphabet dal 2019, la sua influenza rimane significativa e la sua previsione ha rilanciato il dibattito globale sull’evoluzione dell’IA. L’AGI si distingue dagli attuali sistemi di intelligenza artificiale per la sua capacità di comprendere, apprendere e risolvere problemi su vasta scala, adattandosi a contesti diversi come farebbe un essere umano, rappresentando un obiettivo ambizioso e rivoluzionario nel campo della tecnologia. Gemini, il progetto IA di punta di Google, integra avanzamenti nel deep learning, modelli linguistici di grandi dimensioni e reti neurali multimodali. Questo sistema punta a superare i limiti delle IA attuali grazie alle sue competenze nel processamento del linguaggio naturale, visione computerizzata e apprendimento adattativo, posizionandosi come il candidato principale per l’AGI entro il 2030. Accanto all’entusiasmo di Brin, figure come Demis Hassabis, CEO di DeepMind, hanno sottolineato l’importanza di uno sviluppo responsabile dell’IA, evidenziando la necessità di protocolli etici, trasparenza, sicurezza e monitoraggio sociale per prevenire rischi e usi impropri della tecnologia. Le implicazioni etiche e sociali dell’AGI sono profonde, includendo l’impatto occupazionale, la trasparenza nelle decisioni automatizzate e la regolamentazione internazionale per prevenire derive pericolose. Alphabet si trova a una svolta epocale, con opportunità di leadership globale ma anche sfide legate alla sostenibilità energetica, infrastrutturale e alla governance internazionale. L’Unione Europea, tramite normative come l’AI Act, segue con attenzione, promuovendo una regolamentazione che tuteli diritti fondamentali e mercati, mentre la conferenza I/O 2025 ha consacrato Gemini come protagonista assoluta dell’innovazione IA. In conclusione, la strada verso l’AGI implica non soltanto avanzamenti tecnologici ma un equilibrio tra innovazione, responsabilità sociale e regolamentazione, fattori che determineranno il futuro dell’intelligenza artificiale e della società globale nei prossimi anni. Il 2025 segna così l’inizio di una nuova era, con Gemini e l’AGI al centro delle aspettative e delle sfide mondiali.
La crescente digitalizzazione della didattica e della ricerca universitaria ha portato alla necessità di garantire connessioni sicure per studenti, docenti e ricercatori, soprattutto in considerazione della mobilità internazionale e dell’accesso remoto a dati sensibili. In questo contesto, Garr, la rete italiana per l’istruzione e la ricerca, ha lanciato eduVpn, un servizio di VPN dedicato per assicurare una navigazione protetta all’interno delle istituzioni accademiche. Una VPN, o rete privata virtuale, consente la creazione di un canale crittografato tra dispositivi e reti remote, tutelando le informazioni da possibili intercettazioni, fondamentale per la salvaguardia delle credenziali e dei dati riservati nel mondo universitario.
eduVpn si distingue per alcune caratteristiche chiave: un tunnel crittografato che protegge i dati, la compatibilità con molteplici piattaforme (PC, smartphone, tablet) e un’interfaccia semplice per facilitare l’uso anche agli utenti meno esperti. Il servizio permette inoltre l’accesso a reti di ricerca internazionali, ampliando le opportunità di collaborazione accademica. I vantaggi sono molteplici, dalla tutela delle informazioni personali per gli studenti, alla sicurezza delle comunicazioni e dei materiali didattici per i docenti, fino alla protezione e scambio sicuro dei dati per i ricercatori. Inoltre, eduVpn risponde efficacemente ai rischi legati all’uso di reti Wi-Fi pubbliche, riducendo esposizione a furti di dati e intercettazioni.
L’adozione di eduVpn influenza positivamente la didattica a distanza, favorisce la collaborazione internazionale e consente una ricerca più flessibile e sicura ovunque si trovino gli utenti. Grazie all’integrazione con infrastrutture internazionali e il rispetto delle normative sulla privacy come il GDPR, eduVpn supporta la protezione dei dati personali e istituzionali. Rispetto ai VPN commerciali, eduVpn è ottimizzato per il mondo accademico, con autenticazione basata sull’identità universitaria e supporto tecnico dedicato. Il futuro promette ulteriori integrazioni e funzionalità, favorendo una digitalizzazione accademica sempre più sicura, accessibile e collaborativa a livello globale.
L’avvio del primo computer quantistico on demand a Torino rappresenta un momento cruciale per l’Italia nel campo della tecnologia avanzata. Grazie alla collaborazione tra importanti istituzioni italiane e internazionali, Torino si posiziona tra le poche città al mondo a ospitare questa innovazione, con solo 12 esemplari esistenti a livello globale. Un computer quantistico on demand utilizza qubit in sovrapposizione, offrendo capacità di calcolo rivoluzionarie rispetto ai sistemi tradizionali. Il modello on demand consente l’accesso remoto da parte di industrie, università e centri di ricerca, rendendo la tecnologia più accessibile e abbattendo costi e barriere. Il progetto a Torino, frutto di un investimento congiunto e realizzato con la tecnologia all’avanguardia di Iqm Quantum Computers Finlandia, mira a creare un polo di eccellenza europeo, aggregando startup e realtà consolidate nel settore quantistico.
Il sistema nasce dalla sinergia del Politecnico di Torino, Fondazione Links e INRIM, combinando ricerca accademica, innovazione industriale e rigore scientifico. La macchina di Iqm installata a Torino offre un elevato numero di qubit, stabilità, interfacce intuitive e tecnologie di raffreddamento criogenico all’avanguardia. L’impatto di questa infrastruttura sarà significativo per ricerca, università e industria: si apriranno nuove frontiere per lo sviluppo di algoritmi innovativi, simulazioni avanzate e formazione specialistica, preparando studenti e ricercatori alle sfide future. Le aziende, tra cui PMI e istituti finanziari, potranno sfruttare le potenzialità quantistiche per ottimizzare processi, innovare prodotti e migliorare le performance finanziarie.
L’Italia si posiziona quindi come un hub emergente nella tecnologia quantistica in Europa, con Torino a fare da fulcro. Le opportunità includono attrazione di talenti, crescita di ecosistemi innovativi e sviluppo di imprese high-tech, benché permangano sfide legate alla formazione specialistica, standard internazionali e infrastrutture. L’accesso democratizzato al computer quantistico, unito a programmi formativi e iniziative per promuovere la cultura quantistica, può generare un tessuto connettivo solido tra ricerca e industria. Questo progetto colloca l’Italia in una posizione strategica per la computazione quantistica, avviando un percorso promettente ma impegnativo che richiede sinergia, investimenti e impegno da parte di istituzioni, professionisti e giovani talenti per cogliere appieno le opportunità future.
L’Accademia Nazionale dei Lincei ha lanciato un allarme urgente contro i tagli decisi dall’amministrazione Trump ai finanziamenti dell’agenzia Usaid, mettendo in evidenza i rischi devastanti per diverse aree vulnerabili del pianeta, in particolare l’Africa e Haiti. Secondo analisi autorevoli, come quelle di Medici con l’Africa Cuamm, questi tagli rischiano di provocare gravi crisi umanitarie, compromettendo progressi ottenuti nella lotta contro l’Hiv/Aids e la cura di altre malattie infettive. Il documento dei Lincei invita inoltre il Governo italiano e l’Unione Europea ad assumere un ruolo proattivo per colmare il vuoto lasciato dai finanziamenti americani, sottolineando la necessità di un impegno internazionale coordinato per evitare conseguenze irreparabili.
Nel periodo dal 2017 al 2020, l’amministrazione Trump ha seguito una politica “America First”, riducendo drasticamente i contributi a USAID per concentrare le risorse sulle necessità interne statunitensi. Questa scelta ha avuto un impatto globale, colpendo in modo particolare programmi vitali in Africa subsahariana e ad Haiti, dove i contributi Usaid rappresentano la principale fonte di supporto sanitario e alimentare. I risvolti di questa politica si riflettono in riduzioni significative di forniture di farmaci antiretrovirali, interruzioni delle catene alimentari e sanitarie, oltre allo stop di iniziative educative cruciali. La situazione si aggrava ulteriormente in Sudan, con la chiusura dell’80% delle cucine d’emergenza, mettendo a rischio centinaia di migliaia di persone afflitte da malnutrizione.
Le previsioni sono drammatiche: dall’eliminazione dei fondi Usaid potrebbero derivare fino a 25 milioni di morti evitabili entro il 2040, con un aumento di 2,8 milioni di bambini orfani a causa dell’Aids solo in Africa entro il 2030. Inoltre, in otto paesi africani e ad Haiti si rischia l’esaurimento delle scorte di farmaci antiretrovirali fondamentali per milioni di pazienti. L’Accademia dei Lincei e Medici con l’Africa Cuamm sollecitano un immediato intervento europeo e italiano, proponendo risposte strutturali e coordinamenti multilaterali per mobilitare risorse straordinarie, ottimizzare la distribuzione degli aiuti e pianificare investimenti pluriennali nel settore sanitario e dello sviluppo locale. La posta in gioco è non solo salvare vite umane e tutelare i diritti fondamentali, ma anche mantenere la credibilità della cooperazione internazionale basata su solidarietà e salute globale.
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