L’intelligenza artificiale va all’asilo: il metodo che rivoluziona l’apprendimento delle reti neurali
Il “metodo asilo” nell’apprendimento delle reti neurali rappresenta una rivoluzione nel campo dell’intelligenza artificiale, ispirandosi ai processi pedagogici naturali degli animali e degli umani. Tradizionalmente, le IA vengono addestrate tramite training end-to-end, affrontando da subito compiti complessi. Il nuovo approccio, frutto delle ricerche coordinate da Cristina Savin alla New York University e pubblicate su Nature Machine Intelligence, propone invece una sequenza di learning simile agli step formativi della scuola dell’infanzia: partire da compiti semplici e gradualmente aumentare la difficoltà. Questo modello trae origine dagli studi sui ratti, in cui si è osservato che acquisiscono competenze più solide e durature iniziando dalle basi, principio poi applicato alle reti neurali ricorrenti. I risultati sono notevoli: le IA addestrate con il “metodo asilo” apprendono più velocemente, fanno meno errori e riescono a generalizzare meglio le conoscenze rispetto a quelle formate con metodi tradizionali, suggerendo nuove vie per la didattica delle macchine.
La ricerca guidata dalla New York University ha coinvolto una collaborazione interdisciplinare, applicando paradigmi di neuroscienze, psicologia e informatica. Gli esperimenti su ratti hanno fornito la base per progettare task digitali sempre più complessi con cui formare gradualmente le reti neurali ricorrenti. Questo percorso di “training guidato” si articola in tre fasi: esercizi base, compiti di media difficoltà e prove avanzate. Il confronto con i sistemi IA addestrati con metodi classici ha evidenziato le superiorità del percorso sequenziale: miglioramento nella velocità di apprendimento, minore tasso di errore e maggiore adattabilità a nuove situazioni. L’analogia con lo scaffolding educativo delle scuole umane conferma la validità di un percorso progressivo anche nel mondo delle macchine. Le possibili applicazioni sono enormi: dalla diagnostica medica alla robotica educativa, dall’assistenza virtuale all’analisi dei dati, il “metodo asilo” promette IA più trasparenti, flessibili e robuste.
Nonostante i successi sperimentali, permangono alcune sfide da risolvere prima di una diffusione su larga scala. I limiti riguardano la scalabilità del metodo su sistemi molto grandi, l’adattabilità a task eterogenei e l’efficienza in termini di risorse computazionali quando il training è suddiviso in tanti sotto-compiti. Inoltre, è necessario approfondire quanto le competenze acquisite su task semplificati siano davvero trasferibili a contesti pratici complessi e variegati. Il team di Cristina Savin invita la comunità scientifica a proseguire nella sperimentazione e ottimizzazione del protocollo, immaginando che in futuro tutte le IA potranno “andare all’asilo”, apprendendo in modo più umano, solido ed efficace. La conquista di un training più naturale potrebbe rendere le intelligenze artificiali strumenti sempre più affidabili, interpretabili e utili per la società.
Il 26 maggio 2025 segna una data storica per la ricerca italiana con la produzione del primo magnete superconduttore destinato alla macchina sperimentale Dtt (Divertor Tokamak Test) presso il Centro Ricerche ENEA di Frascati. Questo risultato rappresenta il culmine di decenni di investimento e collaborazione nel campo della fusione nucleare, un settore strategico sia dal punto di vista tecnologico che energetico. Il nuovo magnete, pesante 16 tonnellate e lungo quasi 6 metri, è stato realizzato da Asg Superconductors a La Spezia, un polo industriale all’avanguardia che conferma la capacità del tessuto produttivo italiano di realizzare componenti di altissima complessità. Il successo della produzione di questo componente è fondamentale per il funzionamento del Tokamak, in quanto è grazie ai magneti superconduttori—raffreddati a temperature criogeniche e costruiti con materiali avanzati—che sarà possibile confinare il plasma a oltre 100 milioni di gradi, condizione essenziale per avvicinare la fusione nucleare alle condizioni di energia industriale. Questo passo, oltre a dimostrare la solidità della ricerca scientifica nazionale, proietta l’Italia al centro della sfida globale per la produzione sostenibile di energia pulita e contribuisce a rafforzare la filiera industriale, scientifica ed educativa con ricadute dirette su occupazione, innovazione e competitività.
Il progetto Dtt, attivo nel cuore del Centro Ricerche ENEA di Frascati, si propone come uno degli impianti di ricerca più avanzati d’Europa per lo studio e lo sviluppo industriale della fusione nucleare. Pensata come piattaforma per la sperimentazione delle tecnologie più innovative, in particolare il divertore—componente centrale per la gestione del calore e delle impurità nel plasma—la macchina Dtt ha tra i suoi obiettivi: l’ottimizzazione del trasferimento energetico, la verifica di nuovi materiali resistenti a condizioni estreme, la dimostrazione della sostenibilità a lungo termine e la formazione di tecnici, ricercatori e ingegneri. Il progetto gode di un investimento pubblico e privato superiore ai 600 milioni di euro, coinvolgendo imprese, università e centri di ricerca in tutto il Paese. Questo sostegno non solo rappresenta un volano essenziale per la crescita della filiera tecnologica nazionale, ma inserisce la scienza italiana in una rete di collaborazioni europea e globale, complementare così ai grandi progetti internazionali come ITER e DEMO. L’indotto generato da Dtt si traduce in centinaia di posti di lavoro qualificati, nuove opportunità formative, sviluppo di tecnologie di frontiera e consolidamento della leadership italiana nel settore strategico dell’energia.
Guardando al futuro, la realizzazione e l’installazione dei 18 magneti superconduttori, il collaudo e l’avviamento della macchina sperimentale Dtt rappresentano non solo una sfida ingegneristica, ma anche un banco di prova per la capacità italiana di fare innovazione sistemica. Le prospettive offerte dalla fusione nucleare sono infatti una risposta concreta e sostenibile alla crescente domanda energetica globale e ai vincoli ambientali posti dalla crisi climatica: l’energia da fusione promette elevata sicurezza, assenza di emissioni di CO2, niente scorie radioattive a lunga durata e una disponibilità pressoché illimitata di combustibile. Tuttavia, sono ancora molte le sfide tecnologiche da affrontare, dalla stabilità del plasma alla gestione efficiente del calore, passando per la simulazione e la gestione di cicli prolungati in ambiente operativo reale. L’Italia, grazie a una filiera produttiva e di ricerca di prim’ordine, si pone in posizione di avanguardia nella strada verso il superamento delle barriere che ancora separano la fusione nucleare dall’applicazione industriale. In questo contesto, la macchina Dtt non è solo un successo tecnico, ma una piattaforma strategica per la formazione delle nuove generazioni, la crescita industriale e la costruzione di un modello energetico sicuro e sostenibile per il domani.
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Il 29 maggio 2025, Roma ospita al Teatro Trastevere uno degli eventi culturali più innovativi dell’anno: “Backstage”, antitalk ideato e condotto da Liliana Fiorelli. Questo spettacolo gioca con i canoni del tradizionale talk show e li sovverte, posizionando le narrazioni audiovisive e le voci LGBTQ+ al centro delle celebrazioni legate al Pride. A differenza delle formule convenzionali, l’antitalk mira a creare un ambiente immersivo, coinvolgente e spesso ironico, trasformando il pubblico da semplice spettatore a protagonista attivo dell’esperienza. Il format si afferma così come risposta concreta all’urgente necessità di nuove narrazioni sulla rappresentazione delle identità di genere e orientamento. In una fase storica dove l’audiovisivo e il teatro sono strumenti fondamentali per discutere di diversità e inclusione, eventi come “Backstage” abbattono le barriere tra palco e platea, proponendo uno spazio accessibile e contemporaneo in cui arte, attivismo e riflessione convivono. La scelta di legare l’appuntamento alle iniziative del Pride rafforza inoltre la natura politica dell’evento, che offre un’occasione di auto-rappresentazione per la comunità queer e un terreno d’incontro per il pubblico romano animato dal desiderio di scambio e crescita collettiva.
### Secondo paragrafo
Al centro del successo di “Backstage” c’è Liliana Fiorelli, artista poliedrica che ha saputo unire la sua esperienza di attrice, autrice e attivista. La sua sensibilità verso temi come la rappresentazione di genere e le dinamiche LGBTQ+ la rendono la figura ideale per guidare un progetto che mette in discussione consuetudini narrative e meccanismi di esclusione. L’evento si struttura in modo anti-convenzionale e coinvolge ospiti di spicco con background diversi: dalla scrittrice e attivista Giulia Blasi alla regista Gabriella Giacinto, dalla sceneggiatrice Anna Piscopo alla performer Aurin Proietti, fino alla critica cinematografica Ilaria Storti. La varietà di questi interventi costruisce una panoramica ampia sulle sfide e le possibilità aperte dal cinema e dal teatro queer in Italia, valorizzando i “dietro le quinte” della produzione artistica. Il pubblico è invitato a interagire, diventando parte integrante della narrazione attraverso domande, giochi collettivi o momenti di scrittura creativa. In questo modo “Backstage” si trasforma in una community temporanea dove circolano nuovi modelli di rappresentazione e strategie concrete di emancipazione. L’evento, tra leggerezza e profondità, si afferma come modello di partecipazione, sensibilizzazione e formazione per le generazioni future.
### Terzo paragrafo
Inserito nel panorama effervescente degli eventi Pride 2025 e in una Roma che si fa sempre più teatro di iniziative culturali dedicate all’inclusione, “Backstage” rappresenta un manifesto di modernità e pluralità. Il format non solo offre una piattaforma in cui artisti e professionisti queer possano raccontarsi e riflettere pubblicamente sulla rappresentazione audiovisiva, ma fornisce anche strumenti critici ed emotivi con cui il pubblico può affrontare tematiche spesso complesse e ancora poco discusse in Italia. L’approccio irriverente e la selezione di ospiti impegnati, riconosciuti anche nel panorama nazionale, donano al progetto autorevolezza e capacità di incidere sulle future narrazioni. La dimensione partecipativa rende l’evento un’occasione irripetibile di dialogo e formazione, mentre la volontà di portare in scena la pluralità di storie, vissuti e visioni contribuisce a ridisegnare i confini della cultura queer nella capitale. Partecipare a “Backstage” non significa solo assistere a uno spettacolo: è un modo per essere parte della trasformazione, attivando nuova consapevolezza e sostenendo la crescita di un’Italia progressivamente più rappresentativa, aperta e accogliente.
La quinta edizione della Scuola Estiva Nazionale “Dante per la scuola. Percorsi di innovazione didattica” si terrà nell’estate 2025 a Napoli e Siena, rappresentando un’occasione unica di aggiornamento per i docenti della scuola secondaria di secondo grado. In un periodo educativo contrassegnato da continue trasformazioni, questa iniziativa si pone come risposta alla necessità di formazione continua degli insegnanti, ritenuta fondamentale per elevare la qualità didattica e promuovere il successo degli alunni. L’iniziativa nasce dalla collaborazione tra il Ministero dell’Istruzione e del Merito, le università di Napoli “Federico II” e Siena, offrendo un percorso formativo innovativo focalizzato su Dante Alighieri. L’obiettivo è duplice: proporre strumenti didattici aggiornati e innovativi per l’insegnamento di Dante nelle scuole e rafforzare la comunità di pratiche tra specialisti delle discipline letterarie. Inoltre, l’evento si svolgerà interamente in presenza, nelle due storiche sedi accademiche, favorendo lo scambio diretto tra i partecipanti e la valorizzazione dei territori culturalmente legati all’autore.
Il programma 2025 combina tradizione e innovazione, alternando lezioni magistrali multidisciplinari, laboratori pratici, sessioni di confronto e visite guidate ai luoghi simbolo della cultura dantesca. Grande attenzione sarà dedicata all’esplorazione di metodologie didattiche innovative: si sperimenteranno attività di scrittura creativa, simulazioni di didattica digitale e blended learning, workshop sull’applicazione delle nuove tecniche di insegnamento e cooperative learning. I laboratori didattici permetteranno la preparazione di unità di apprendimento focalizzate su Dante, sfruttando le potenzialità delle tecnologie digitali per la didattica e la valutazione. I partecipanti avranno inoltre la possibilità di accedere a una vasta gamma di risorse: dispense esclusive, materiali condivisi online, tutorial, podcast, e registrazioni delle lezioni da riutilizzare nella propria scuola. La scuola estiva promuove così un apprendimento esperienziale e condiviso, finalizzato a trasferire nella pratica quotidiana della classe quanto appreso e sviluppato durante l’esperienza formativa.
L’impatto dell’iniziativa si manifesta su diversi livelli, coinvolgendo sia i docenti sia le comunità scolastiche di appartenenza. I vantaggi per i partecipanti includono l’aggiornamento disciplinare metodologico secondo le recenti direttive europee e nazionali, l’ingresso in una rete professionale di insegnanti motivati e la possibilità di ottenere crediti per la formazione in servizio. Le proposte didattiche innovative elaborate durante la scuola avranno una ricaduta positiva su studenti e colleghi, contribuendo alla valorizzazione del patrimonio letterario italiano nelle nuove generazioni. Oltre alla dimensione individuale, il modello della scuola estiva mira a diventare un laboratorio permanente di cittadinanza culturale e innovazione, con la prospettiva futura di un suo ampliamento per coinvolgere un numero sempre maggiore di insegnanti e istituti. L’iscrizione è riservata ai docenti abilitati nelle classi di concorso di materie letterarie e latino, con scadenza delle domande fissata al 15 giugno 2025. Gli interessati potranno consultare i siti ufficiali degli enti promotori per tutte le informazioni e le modalità di partecipazione.
Il settore della smart home è oggi uno dei mercati tecnologici più vivaci e in rapida espansione, grazie alla crescente domanda di dispositivi intelligenti che semplificano la vita domestica. Apple, leader riconosciuto nell’innovazione, si prepara a rafforzare il suo ruolo presentando entro il 2025 un nuovo HomePod con display da 7 pollici. Questo dispositivo promette di ridefinire il concetto di smart speaker, integrando un pannello LCD che permette una gestione visiva delle funzioni di domotica, interazioni multimediali avanzate e una maggiore integrazione con l’universo Apple. Il nuovo HomePod utilizzerà il potente chip A18 – lo stesso pensato per i dispositivi mobili di ultima generazione della casa di Cupertino – e sarà governato da homeOS, un sistema operativo sviluppato specificamente per la gestione domestica smart. Questa novità punta a soddisfare tanto le aspettative degli utenti Apple già fidelizzati, quanto ad ampliare il mercato coinvolgendo anche coloro che finora erano stati scettici verso le soluzioni domotiche.
Il processo di sviluppo del nuovo HomePod con display non si limita al semplice aggiornamento hardware, ma rappresenta una svolta per l’intero ecosistema Apple. Grande attenzione è stata posta nella fase di testing interno, coinvolgendo una vasta gamma di collaboratori – dagli ingegneri agli esperti di user experience – per garantire affidabilità, sicurezza e un’interfaccia intuitiva capace di rispondere realmente alle esigenze degli utenti. Il display da 7 pollici rappresenta un chiaro tentativo di recuperare e superare i rivali storici come Google Nest Hub e Amazon Echo Show, conferendo agli utenti la possibilità di facilitare le interazioni con la casa intelligente tramite comandi touch e visualizzazione immediata di contenuti e controlli. La scelta di utilizzare un pannello LCD dal costo contenuto dimostra inoltre la volontà di Apple di proporre un prodotto competitivo non solo in termini di funzionalità e qualità, ma anche di posizionamento sul mercato, puntando a mantenere margini sostenibili senza rinunciare al valore aggiunto del brand.
Guardando al futuro, il lancio di HomePod con display rappresenta solo il primo passo di una più ampia strategia Apple nella smart home. L’azienda ha già avviato ricerca e sviluppo su soluzioni robotiche per la casa intelligente, prospettando – grazie all’integrazione con homeOS – una gestione sempre più centralizzata ed efficiente della vita domestica. Per l’utente italiano, ciò si traduce in una rivoluzione nell’utilizzo quotidiano di sistemi domotici: l’interfaccia localizzata, l’integrazione con servizi nazionali e un design elegante pensato per le case moderne fanno del nuovo HomePod un prodotto che potrebbe finalmente rompere ogni resistenza verso l’adozione di tecnologie smart in Italia. In definitiva, Apple mira a rendere la smart home accessibile, funzionale e davvero integrata nella vita di tutti i giorni, ponendo il nuovo HomePod come cuore pulsante della casa digitale di domani.
La Cina si sta imponendo come protagonista nella nuova corsa allo spazio grazie al progetto Star Computing, un’iniziativa senza precedenti finalizzata a realizzare un supercomputer in orbita. Il cuore del progetto è la costruzione di una colossale costellazione di 2.800 satelliti, ognuno equipaggiato con hardware avanzatissimo e sistemi di intelligenza artificiale. Questo sistema distribuito opererà coordinandosi tramite reti ad alta velocità e algoritmi di IA, consentendo ai satelliti di processare in autonomia enormi quantità di dati direttamente nello spazio. Tra i vantaggi immediati si annoverano la drastica riduzione dei dati da inviare a Terra, la rapidità delle risposte a eventi critici e la maggiore sicurezza contro potenziali minacce informatiche grazie alla trasmissione selettiva dei dati. L’infrastruttura sarà alimentata da pannelli solari di nuova generazione e garantita dal vettore Lunga Marcia 2D, simbolo della maturità ingegneristica della filiera spaziale cinese.
L’impatto potenziale del supercomputer orbitale cinese si estende su numerosi settori strategici. In ambito scientifico, le nuove capacità computazionali permetteranno monitoraggio climatico, gestione avanzata delle emergenze e nuove frontiere nella geolocalizzazione e ricerca ambientale. Sul piano della sicurezza, la Cina potrà supervisionare i movimenti globali terrestri e marittimi con una precisione senza precedenti, ottimizzando la sorveglianza dei confini e la reazione a minacce. Economicamente, i settori di cloud spaziale, geo-intelligence, logistica e missioni spaziali beneficeranno di servizi più efficienti e tempestivi, posizionando la Cina come punto di riferimento nell’economia spaziale globale. Questi avanzamenti rafforzano ulteriormente la posizione geopolitica del gigante asiatico nella competizione internazionale, delineando un nuovo equilibrio di potere e tecnologia nelle infrastrutture orbitanti.
Tuttavia, la rivoluzione orbitale cinese non è priva di sfide significative. La gestione del traffico orbitale, l’aumento della sostenibilità attraverso la riduzione e lo smaltimento dei detriti, la resilienza dei sistemi a guasti e attacchi e la sicurezza dei dati dovranno essere affrontate con protocolli rigorosi e continui investimenti in ricerca e sviluppo. La Cina ha dimostrato una notevole capacità di superare ostacoli tecnologici attraverso una strategia fatta di innovazione, formazione e collaborazione, ma resta da monitorare come la comunità internazionale reagirà a questa nuova egemonia. Il progetto Star Computing rappresenta dunque non solo un traguardo tecnico e scientifico, ma anche una sfida aperta ai futuri equilibri e alla governance globale delle risorse spaziali.
# STEAM a scuola: laboratori creativi e attività sostenibili per coinvolgere gli alunni
L’approccio STEAM nella scuola primaria rappresenta una delle frontiere più innovative e stimolanti della didattica contemporanea. Integrando scienze, tecnologia, ingegneria, arte e matematica, il percorso STEAM offre agli alunni non solo conoscenze teoriche ma vere e proprie esperienze pratiche, partecipative e multidisciplinari. Il cardine di questa metodologia è la dimensione laboratoriale: costruire, sperimentare e inventare diventano attività quotidiane in classe, incentivando il pensiero critico, il lavoro di squadra e la creatività. Le attività STEAM sono adatte a tutti e facilmente realizzabili anche senza lo strumentario tecnologico avanzato, poiché si basano spesso su materiali facilmente reperibili e sostenibili. Un altro aspetto chiave è la sostenibilità ambientale: l’uso consapevole di carta, cartone e materiali riciclati non rappresenta solo una scelta ecologica, ma veicola anche importanti messaggi educativi e stimola l’immaginazione e la manualità, contribuendo a rendere la scuola un luogo di crescita attiva, inclusiva e attenta alle sfide del mondo contemporaneo.
La realizzazione pratica delle attività STEAM passa attraverso laboratori creativi, esperimenti e giochi didattici che coinvolgono direttamente gli alunni. Gli insegnanti possono proporre giochi di memoria scientifici, circuiti elettrici semplici fatti con carta e LED, puzzle didattici e modelli scientifici costruiti insieme ai bambini. Particolarmente significativa è la robotica educativa con materiali poveri: costruire robot funzionanti utilizzando cartone, cannucce e piccoli motori permette agli studenti di apprendere concetti scientifici complessi come ingranaggi, leve e circuiti elettrici in modo divertente e accessibile. I laboratori STEAM mettono da subito gli allievi in condizione di vedere i risultati del proprio lavoro, aumentando la fiducia e la motivazione anche tra chi solitamente fatica con i percorsi didattici tradizionali. Il laboratorio green, inoltre, educa all’ecologia e all’importanza del riuso, traducendo le nozioni astratte in esperienze concrete e formative.
L’impatto positivo delle attività STEAM a scuola emerge anche dal punto di vista dei risultati e delle competenze acquisite. Gli studenti imparano a collaborare, acquisiscono maggiori abilità logico-scientifiche e sviluppano creatività, autonomia e capacità di problem solving. Queste attività riducono anche il divario di genere nelle discipline scientifiche, contribuendo a una didattica più equa e inclusiva. Parallelamente, la formazione degli insegnanti attraverso corsi specifici consente di aggiornare la pratica didattica e creare una rete di scambio di esperienze e idee. Le proposte STEAM, adattabili ad ogni disciplina, rendono ogni alunno protagonista del proprio apprendimento attraverso giochi matematici, esperimenti scientifici, robot artistici e attività tecnologiche anche unplugged, sempre con una grande attenzione alla sostenibilità. In conclusione, integrare le STEAM nella scuola primaria significa investire sul futuro, promuovendo una scuola creativa, responsabile e pronta ad affrontare le sfide della società moderna.
### Paragrafo 1: Comprendere la plusdotazione e il profilo degli studenti gifted
Nel contesto educativo italiano sta crescendo l’attenzione verso gli studenti plusdotati, i cosiddetti “gifted”, che rappresentano circa il 2% della popolazione scolastica. Questi alunni si distinguono per capacità cognitive nettamente superiori alla media, manifestando talenti in vari ambiti, rapidità di apprendimento, curiosità profonda e notevole elasticità mentale. I segnali distintivi sono molteplici: competenze precoci in lettura, scrittura e calcolo, uso di un vocabolario ricco, capacità avanzate di problem-solving ed elevata memoria. Spesso, i loro interessi spaziano in campi inusuali per l’età. Questi tratti, però, possono essere fraintesi o passare inosservati se la scuola non dispone degli strumenti adeguati per riconoscerli. La semplice precocità non basta a definire la plusdotazione, che richiede una valutazione più complessa, anche con il supporto di test specifici e osservazione costante. Riconoscere la plusdotazione nell’ambiente scolastico è dunque il primo passo per sviluppare percorsi educativi mirati che valorizzino pienamente le potenzialità individuali di ciascun alunno, favorendo la crescita sia personale sia collettiva.
### Paragrafo 2: Sfide scolastiche e strategie didattiche per valorizzare i gifted
Essere plusdotati a scuola non garantisce automaticamente un percorso facile: spesso questi studenti si trovano ad affrontare difficoltà significative come la noia derivante da programmi non adeguati alle loro capacità, incomprensione da parte di insegnanti e compagni, problemi di socializzazione e persino il rischio di sviluppare bassa autostima. Il ruolo dell’insegnante è cruciale: occorrono formazione specifica e sensibilità per percepire sia i punti di forza sia le vulnerabilità di questi ragazzi. Per valorizzare la plusdotazione, la didattica deve essere flessibile e personalizzata, promuovendo attività di approfondimento, laboratori creativi, progetti trasversali e l’uso consapevole delle tecnologie. Un approccio centrato sulle competenze, il mentoring dedicato e il lavoro collaborativo aiutano anche a sviluppare soft skills e intelligenza emotiva, fondamentali per la crescita equilibrata dei gifted. Affiancare iniziative quali olimpiadi, concorsi e progetti individuali può inoltre alimentare la motivazione e offrire nuove sfide, mentre la promozione di una cultura dell’inclusione sostiene la diversità cognitiva quale risorsa per tutto il gruppo classe.
### Paragrafo 3: Il ruolo della famiglia e l’importanza di una gestione sinergica
La famiglia gioca un ruolo centrale nell’educazione degli alunni plusdotati. L’appoggio dei genitori è essenziale per sostenere lo sviluppo cognitivo, emotivo e sociale del bambino gifted, offrendo stimoli adeguati e promuovendo autonomia e consapevolezza. Un dialogo costante e positivo tra famiglia e scuola, basato su una visione condivisa dei bisogni del ragazzo, risulta fondamentale per costruire percorsi efficaci e realmente inclusivi. È importante che entrambe le agenzie educative – famiglia e scuola – riconoscano e rispettino la diversità del bambino plusdotato, lavorando in sinergia per favorirne il benessere. Alla luce di ciò, valorizzare i plusdotati non è semplicemente un compito aggiuntivo, ma parte integrante di una didattica orientata all’eccellenza e all’innovazione. Sostenere il talento e la creatività di questi studenti significa investire nella formazione di adulti capaci di contribuire in modo originale e costruttivo alla società di domani, facendo della scuola un autentico laboratorio di crescita per tutti.
La riforma delle pensioni del 2025 rappresenta un momento di svolta per il sistema previdenziale italiano. Il contesto attuale è reso particolarmente delicato dalla scoperta che sei pensioni su dieci sono calcolate in modo errato, come denunciato da Consulcesi & Partners. Questo dato, confermato anche dalle analisi di Confindustria attraverso la voce di Maurizio Tarquini, mette in evidenza un deficit di trasparenza e affidabilità del sistema, con effetti diretti sulla fiducia pubblica e sulle prospettive di sostenibilità. La riforma, oltre a dover allinearsi agli standard europei di equità e sostenibilità, si adatta anche a una realtà in cui i fenomeni di mobilità lavorativa internazionale, come l’accordo con l’Albania sulla totalizzazione dei contributi, rendono necessarie regole nuove e più efficaci nella gestione delle carriere contributive. Tutto questo mentre si attende una nuova circolare INPS che dovrebbe offrire chiarezza sulle modalità di calcolo e sulle novità normative introdotte dalla riforma.
Il cuore delle criticità riguarda la molteplicità di errori che si riscontrano nel calcolo degli assegni pensionistici. Le cause principali sono eterogenee: difforme applicazione delle normative, imprecisioni nei dati contributivi, mancato aggiornamento dei sistemi informatici, e insufficiente formazione del personale. Frequentemente si riscontrano errori legati alla mancata totalizzazione dei contributi, soprattutto per chi ha periodi lavorativi divisi tra enti diversi o all’estero, nonché difficoltà nell’applicare nuove regole introdotte dalla riforma. Ciò comporta rischi evidenti di contenziosi legali e danni patrimoniali per i pensionati. In quest’ottica, l’accordo Italia-Albania sulla totalizzazione dei contributi può ridurre la frammentazione e potenziali errori, semplificando i calcoli e incrementando i diritti per chi ha maturato contributi in più paesi. Tuttavia, la piena efficacia di queste novità dipenderà dalla chiarezza normativa che la prossima circolare INPS dovrà garantire per evitare interpretazioni divergenti tra uffici territoriali e operatori.
Sul piano pratico, l’allarme suscitato dal livello degli errori impone ai cittadini maggiore attenzione nell’esaminare le proprie posizioni previdenziali e sollecita l’intervento di enti di consulenza specializzata. È fondamentale che i pensionati, nonché coloro che si avvicinano all’età pensionabile, richiedano periodicamente l’estratto contributivo e consultino esperti per verificare la correttezza dei dati. Tale vigilanza individuale, insieme all’utilizzo di strumenti digitali messi a disposizione dagli enti previdenziali, può prevenire errori potenzialmente dannosi. Allo stesso tempo, la circolare INPS annunciata avrà il compito di dettare istruzioni operative omogenee, chiarire i passaggi più delicati nelle ricostruzioni contributive e offrire solide basi normative per la tutela degli interessi pensionistici. In definitiva, la riforma pensionistica del 2025 si pone l’obiettivo di rafforzare la fiducia nel sistema, recuperare equità ed efficienza e affrontare le nuove sfide di una società sempre più mobile e interconnessa.
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