Libri di Testo Cartacei o Ebook? Il Ruolo e le Preferenze nella Scuola Italiana Secondo la Ricerca Ipsos per AIE
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La scuola italiana vive una fase di profonda trasformazione, in cui il confronto tra libri cartacei ed ebook si intreccia con la necessità di aggiornare metodologie e strumenti didattici per rispondere ai cambiamenti sociali e tecnologici. La ricerca Ipsos per l’AIE ha messo in luce le forti preferenze che ancora gravitano intorno al libro di testo tradizionale, con il 92% dei docenti che riconosce al cartaceo una superiore utilità formativa. I vantaggi attribuiti al libro stampato sono molteplici: facilita la concentrazione, favorisce la memorizzazione e risulta più inclusivo per molti studenti, in particolare per coloro che affrontano disturbi specifici dell’apprendimento (DSA). Tuttavia, le tecnologie digitali hanno aperto nuove prospettive, offrendo praticità, aggiornabilità e la possibilità di accedere a un’ampia gamma di contenuti multimediali. La scuola deve quindi gestire una dinamica di cambiamento in cui tradizione e innovazione si confrontano ogni giorno nelle aule e nelle scelte didattiche.
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Gli studenti, a differenza dei docenti, esprimono preferenze più variegate e spesso adottano approcci “misti”, affiancando al libro cartaceo l’utilizzo di ebook e piattaforme interattive. Questa tendenza evidenzia la nascita di una didattica integrata in cui coesistono la materialità del testo e la flessibilità dei contenuti digitali. Gli studenti apprezzano la possibilità di personalizzare l’esperienza di studio: sottolineare e annotare testi cartacei, ma anche sfruttare le potenzialità di video, esercizi interattivi e strumenti di adattamento offerti dagli ebook. Tale flessibilità diventa una risorsa preziosa in un contesto in cui aumentano le esigenze di inclusività, soprattutto per il sensibile incremento degli studenti con DSA. È stato infatti rilevato che molte delle funzioni degli ebook – lettori vocali, adattabilità dei testi – possono favorire l’accessibilità, ma altri studenti continuano a trovare nel libro cartaceo uno strumento più immediato e semplice da utilizzare. Il futuro della scuola sembra dunque orientato a un modello integrato e personalizzato, capace di valorizzare le peculiarità di ogni studente.
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In questo contesto di evoluzione, innovazione e inclusione, la ricerca Ipsos sottolinea la necessità di una costante formazione dei docenti, affinché siano in grado di guidare consapevolmente la transizione tra carta e digitale. Le scuole italiane stanno investendo in progetti pilota, piattaforme digitali personalizzabili e strategie didattiche miste che favoriscano la sinergia tra i differenti supporti. Il dibattito sull’utilità dei diversi formati rimane acceso: il libro cartaceo offre vantaggi cognitivi e pedagogici ben riconosciuti, mentre il digitale amplia le modalità di accesso al sapere, rendendolo più interattivo e adatto ad esigenze specifiche. Dalle nuove tendenze emergono scenari futuri in cui si prevede una diffusione sempre maggiore di manuali “misti”, maggiore attenzione all’accessibilità e investimenti in formazione per docenti e materiali didattici inclusivi. La sfida della scuola italiana, quindi, non è scegliere tra cartaceo e digitale, ma trovare un equilibrio dinamico che assicuri a ogni studente il massimo sviluppo delle proprie potenzialità, consolidando una didattica sempre più personalizzata e accogliente.
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Nel 2025, il sistema pensionistico italiano sarà interessato da una significativa modifica grazie alla riforma Irpef proposta dal Governo Meloni, la quale prevede un aumento degli importi delle pensioni che potrà arrivare fino a 120 euro in più al mese per molti pensionati. Il contesto che ha portato a questa scelta è segnato da una crescente inflazione e dal costante aumento del costo della vita, che hanno riacceso il dibattito pubblico sull’urgenza di interventi a favore delle fasce più deboli della popolazione, in particolare gli anziani. Il principale obiettivo della misura consiste nell’alleggerire il carico fiscale gravante sui pensionati, specie quelli con redditi medio-bassi, tramite la riorganizzazione degli scaglioni Irpef e il taglio delle aliquote. Prima della riforma, il sistema prevedeva quattro scaglioni, mentre dal 2025 si passerà a tre: due fasce saranno tassate al 23% (fino a 28.000 euro di reddito) e una terza al 35% (tra 28.001 e 60.000 euro), con ipotesi di una quarta aliquota superiore per redditi più elevati. Questa scelta dovrebbe garantire maggiore equità fiscale e dare un sostegno concreto ai pensionati, rendendo la tassazione più semplice e immediatamente vantaggiosa per la maggioranza dei beneficiari.
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I principali beneficiari dell’aumento delle pensioni nel 2025 saranno i titolari di assegni tra i 15.000 e i 28.000 euro annui, categoria che potrà sfruttare appieno la riduzione dell’aliquota al 23%. Anche coloro che si trovavano appena ai margini degli scaglioni precedenti vedranno un incremento dell’importo netto mensile percepito, mentre l’ampliamento della seconda fascia fino a 28.000 euro renderà il cambiamento tangibile per molti. In media, gli aumenti varieranno tra 30 e 120 euro al mese, con le simulazioni che mostrano vantaggi specialmente per single e coppie con redditi da pensione medio-bassi, nonché per vedovi e famiglie senza altre fonti di reddito rilevanti. Per pensioni molto elevate, sopra i 60.000 euro, i benefici saranno minori o marginali, poiché si tornerà a un’aliquota superiore ancora da definire. Tuttavia, l’impatto sul potere d’acquisto delle famiglie pensionate sarà complessivamente positivo: più denaro disponibile potrà tradursi in maggiore benessere, crescita dei consumi e migliori condizioni di vita, specialmente per chi versa in situazione di fragilità economica.
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La riforma Irpef sulle pensioni è stata accolta favorevolmente dalla maggior parte delle associazioni di settore e dai sindacati, che la considerano un importante passo avanti verso una maggiore giustizia fiscale e un miglioramento delle condizioni di vita degli anziani. Tuttavia, permane qualche critica: in molti sottolineano che gli aumenti, seppur concreti, potrebbero risultare insufficienti a causa dell’inflazione e che alcune categorie di pensionati continuano a rimanere penalizzate, come chi riceve assegni minimi o vive in situazioni di povertà estrema. Tra le opportunità offerte dalla riforma ci sono la semplificazione del sistema fiscale, un aumento della liquidità per le famiglie e un possibile stimolo ai consumi interni. Tra le criticità si evidenzia la sostenibilità del nuovo assetto per le casse dello Stato, che dovrà essere bilanciata da misure compensative. In sintesi, la novità pensioni Italia 2025 rappresenta una risposta concreta alle esigenze dei pensionati, con la possibilità di tracciare una strada verso maggiore dignità e sicurezza economica per una vasta platea di cittadini, se accompagnata da ulteriori interventi mirati e da una chiara strategia di sostegno a lungo termine.
Il panorama della sicurezza nei servizi cloud sta affrontando una nuova, grave minaccia dopo la recente scoperta di una vulnerabilità critica in OneDrive, il popolare servizio di storage di Microsoft. Secondo quanto riportato da Oasis Security nel giugno 2025, esiste una falla nel selettore di file che permette alle applicazioni di terze parti di ottenere accesso indiscriminato a tutti i dati dell’utente senza possibilità di limitarne il permesso a file o cartelle specifici. Questa situazione rappresenta un serio problema sia per utenti privati che per aziende, poiché ogni consenso concesso a un’app equivale di fatto a un’autorizzazione totale. In un ecosistema digitale dove la collaborazione tra piattaforme — come ChatGPT, Slack e Trello — è sempre più diffusa, un semplice errore può compromettere dati riservati, privacy personale e tenuta operativa di realtà aziendali. La mancanza di granularità nei consensi si somma a una comunicazione poco chiara da parte di Microsoft, aumentando il rischio che gli utenti sottovalutino le implicazioni delle proprie scelte. La fiducia verso i provider cloud e la protezione dei dati sono pertanto messe alla prova.
L’impatto di questa vulnerabilità va oltre la semplice gestione tecnica del problema e introduce rischi strutturali per l’intero comparto cloud. Oltre alla perdita del controllo sui propri dati, tra le conseguenze vi sono un incremento dei rischi di attacchi informatici, social engineering, ricatti digitali e violazioni normative sulla privacy. Per molte organizzazioni, la centralizzazione dei dati su OneDrive senza meccanismi per selezionare granularmente l’accesso rappresenta un pericolo latente, soprattutto in settori dove la riservatezza è un asset cruciale. L’assenza di strumenti chiari per monitorare e gestire le autorizzazioni app rende ancora più difficile per utenti e amministratori difendersi autonomamente. In questo scenario, Oasis Security ha raccomandato di rivedere e limitare regolarmente le autorizzazioni concesse, riducendo al minimo le integre app e monitorando attivamente attività sospette. L’educazione alla sicurezza e l’adozione di buone pratiche, come l’autenticazione a due fattori e aggiornamenti costanti, diventano essenziali.
Per risolvere la criticità, Microsoft è chiamata a intervenire su più fronti: migliorare la trasparenza dei consensi, introdurre controlli granulari e investire nelle best practice di sicurezza, anche attraverso la partecipazione di sviluppatori esterni e programmi di bug bounty. Solo così potrà ristabilire la fiducia nei confronti della propria piattaforma e garantire la reale protezione dei dati degli utenti. Nel frattempo, una presa di coscienza degli utenti stessi è indispensabile: ognuno dovrebbe accuratamente controllare quali app hanno accesso ai propri dati e ridurre i permessi al minimo indispensabile, mantenendosi aggiornato sulle evoluzioni delle minacce e delle soluzioni. La vulnerabilità di OneDrive rappresenta dunque un campanello d’allarme per tutto il settore: solo con impegno condiviso, attenzione costante e innovazione nei processi di sicurezza si potrà evitare che simili rischi si ripetano nel futuro.
Google ha introdotto AI Edge Gallery, una nuova applicazione progettata per portare l’intelligenza artificiale offline direttamente sugli smartphone Android. In un contesto globale in cui privacy e protezione dei dati hanno un ruolo determinante nel dibattito sull’uso dell’AI, questa soluzione rappresenta un’avanzata significativa rispetto alle applicazioni tradizionali, spesso vincolate all’uso della rete e quindi alla trasmissione di dati personali a server remoti. Con AI Edge Gallery l’elaborazione avviene completamente in locale, sfruttando i più recenti chip degli smartphone, garantendo così una risposta immediata e soprattutto la non condivisione dei dati sensibili. Questa scelta architetturale abbraccia la necessità di molti utenti di mantenere la riservatezza anche quando utilizzano servizi avanzati di AI e si rivolge sia agli sviluppatori e professionisti che desiderano integrare modelli linguistici offline nelle proprie soluzioni, sia agli utenti privati, promuovendo un’esperienza d’uso più sicura, rapida e indipendente dalla connettività.
AI Edge Gallery si distingue per un ricco ventaglio di strumenti e moduli pensati sia per la produttività sia per la creatività, come AI Chat offline Android, Ask Image per il riconoscimento e l’analisi di immagini in locale e Prompt Lab, un laboratorio dedicato alla personalizzazione e al test dei prompt AI. Il motore tecnologico alla base dell’app include avanzati modelli linguistici offline, tra cui spicca Gemma 3n, progettato da Google per massimizzare efficienza e qualità delle risposte anche su hardware mobile. L’applicazione, dotata di interfaccia intuitiva e modulare, consente sia agli esperti sia ai meno esperti di approcciarsi alle potenzialità dell’intelligenza artificiale privata. Dai primi test emerge un panorama molto positivo: le risposte sono rapide, l’ottimizzazione delle risorse è notevole e la user experience si mantiene elevata anche su dispositivi di fascia media, posizionando AI Edge Gallery come benchmark di riferimento per strumenti AI offline consumer.
Dal punto di vista del mercato e degli sviluppatori, AI Edge Gallery segna un punto di svolta: Google non si limita a offrire un prodotto all’avanguardia, ma propone una piattaforma scalabile e pronta all’integrazione in soluzioni custom ed enterprise. Le implicazioni vanno dalla maggiore sicurezza in ambito business e dati sensibili, all’accessibilità globale di funzioni avanzate anche in assenza di connettività, aprendo la strada a nuovi standard di privacy e allo sviluppo di app autonome e auto-sufficienti. Il futuro delineato è quello di una diffusione sempre più estesa dell’AI offline, con la promessa di aggiornamenti costanti, modelli sempre più efficienti e una democratizzazione reale dell’intelligenza artificiale, che potrà essere utilizzata da chiunque, dovunque e nel pieno rispetto della propria privacy. AI Edge Gallery ridefinisce così il rapporto tra utente, dispositivo e AI, con effetti potenzialmente decisivi sull’intero mercato mobile globale.
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Nel contesto digitale italiano, la lotta allo streaming illegale ha subito una significativa accelerazione con l’intervento dell’AgCom, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Il fenomeno di pirateria, alimentato dal massiccio uso di piattaforme come Streaming Community, rappresenta una sfida cruciale per le istituzioni incaricate di tutelare i diritti degli autori e delle industrie creative. L’AgCom ha consolidato la propria posizione attraverso un inasprimento delle misure sanzionatorie, introducendo per il 2025 multe che partono da 154 euro e arrivano fino a 5000 euro per gli utenti recidivi coinvolti nell’accesso a contenuti protetti. Questa linea dura si fonda sulla necessità di contrastare una pratica diffusa, spesso erroneamente percepita come innocua dagli utenti. L’obiettivo dell’AgCom è duplice: limitare le perdite economiche per il settore audiovisivo e, contemporaneamente, responsabilizzare i cittadini sull’illiceità del consumo di contenuti pirata. Diventa centrale il ruolo dell’informazione, poiché la maggior parte degli utenti ignora i rischi legali e informatici connessi allo streaming non autorizzato. L’efficacia delle nuove misure si basa anche su una migliore capacità di identificazione degli utenti attraverso tecnologie di tracciamento e un sistema di sanzioni a gradualità crescente che mira a scoraggiare le recidive.
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Streaming Community, una delle piattaforme più celebri per la fruizione illegale di film e serie TV, agisce come simbolo della diffusione della pirateria digitale in Italia. Il sito, come molti analoghi, opera al di fuori dei circuiti legali e consente agli utenti di accedere gratuitamente a contenuti protetti da copyright, sottraendo risorse preziose all’industria creativa nazionale ed europea. L’evoluzione della normativa italiana, culminata negli aggiornamenti del 2023 e 2024, ha reso possibile un blitz più efficace contro la pirateria: oggi il sistema sanzionatorio si concentra anche sugli utenti finali, ampliando il targeting oltre gli amministratori delle piattaforme. Il sistema introdotto dall’AgCom prevede multe crescenti secondo il principio di reiterazione, coinvolgendo non solo chi scarica illegalmente ma anche chi semplicemente accede in streaming ai contenuti protetti. La strategia mira a sfatare il mito dell’impunità per l’utente finale e a sensibilizzare circa i rischi connessi all’uso di siti illegali: tra questi non solo le sanzioni economiche, ma anche la possibilità di esposizione a malware, phishing e altri rischi informatici tipicamente veicolati dalle piattaforme illecite.
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L’apparato di prevenzione e repressione contro la pirateria non si limita all’applicazione delle sanzioni pecuniarie: il legislatore italiano ha previsto strumenti come il sequestro di dispositivi utilizzati per accedere a contenuti pirata e l’oscuramento tempestivo dei siti illegali tramite blocchi DNS. Diverse agenzie collaborano nel tracciamento degli accessi, grazie al monitoraggio degli indirizzi IP e alla cooperazione con i provider di servizi internet per risalire ai responsabili delle violazioni. Le conseguenze per chi viene identificato si estendono dal rischio di pesanti multe a possibili procedimenti penali nei casi più gravi o organizzati. Nel frattempo, le autorità promuovono campagne di sensibilizzazione e forniscono consigli pratici: scegliere sempre piattaforme legali, evitare siti che offrono troppo gratuitamente e non condividere dati personali su portali sospetti. La battaglia contro lo streaming illegale si gioca anche sulla responsabilizzazione degli utenti, affinché comprendano che ogni accesso non autorizzato danneggia il settore culturale italiano e mette a rischio la propria sicurezza digitale ed economica. La direzione è chiara: solo attraverso la legalità si può garantire un futuro sostenibile all’industria dell’intrattenimento.
L’adozione dei libri di testo per l’anno scolastico 2025/26 rappresenta un momento fondamentale per tutte le scuole secondarie italiane. Il processo è regolamentato da un iter ben definito che inizia con l’analisi dei bisogni formativi da parte dei dipartimenti e dei gruppi disciplinari, prosegue con la proposta e la discussione nei consigli di classe, fino alla deliberazione collegiale dei docenti prevista nella seconda decade di maggio. Il passo successivo prevede la comunicazione ufficiale delle adozioni, da effettuarsi tramite le piattaforme ministeriali entro una scadenza inderogabile: il 7 giugno 2025. Alla base di tutto il procedimento vi sono principi come trasparenza, rispetto dei tetti di spesa e conformità normativa. Il Ministero dell’Istruzione, nella nota dell’8 aprile 2025, ha ribadito l’importanza del rispetto dei tempi e delle procedure, fornendo dettagli operativi sulle modalità di gestione e sottolineando l’obbligatorietà dell’utilizzo di strumenti digitali certificati per garantire la correttezza e la tracciabilità dell’intero iter. Il mancato rispetto delle procedure, dei tempi o dei tetti di spesa può comportare sanzioni amministrative e disciplinari per i dirigenti scolastici e i docenti coinvolti, sottoponendo le scuole a controlli e rettifiche da parte delle autorità competenti.
Il dirigente scolastico assume un ruolo di primaria importanza come garante della correttezza di tutto il processo di adozione dei libri di testo. Le sue funzioni vanno dalla verifica delle proposte di adozione provenienti dal collegio dei docenti, al controllo del rispetto dei tetti di spesa fissati annualmente per ogni indirizzo scolastico, fino alla supervisione delle comunicazioni digitali indirizzate al Ministero. Inoltre, il dirigente è chiamato a promuovere la formazione del corpo docente sulle procedure adozionali e a mantenere costante il dialogo con le famiglie e con gli stakeholder esterni (librerie, editori, fornitori), fornendo tempestivamente tutte le informazioni necessarie. Il rispetto delle scadenze e l’esattezza della compilazione e trasmissione dei dati sono fondamentali per evitare criticità quali ritardi nella consegna dei testi, errori amministrativi o contestazioni da parte degli utenti. Best practice suggerite includono la pianificazione anticipata delle riunioni, la nomina di referenti per l’inserimento dati e il monitoraggio continuo delle novità editoriali e delle normative. Queste strategie permettono di ridurre il rischio di errori e di garantire un processo più snello e trasparente.
Guardando al futuro, il sistema di adozione dei libri di testo si sta evolvendo verso una digitalizzazione sempre più spinta e integrata. L’obbligo di rispettare i tetti di spesa e le tempistiche per la comunicazione dei dati è, oggi più che mai, imprescindibile per assicurare l’equità e l’efficienza nell’accesso ai materiali didattici da parte degli studenti. L’auspicio è che, grazie alla diffusione di strumenti digitali avanzati, il lavoro amministrativo nelle scuole sia reso più agevole, con archivi condivisi e piattaforme informatizzate che favoriscano la trasparenza e la rapidità delle operazioni. Fondamentale sarà anche il coinvolgimento delle famiglie e la raccolta sistematica dei feedback, al fine di anticipare eventuali criticità e promuovere una scuola sempre più inclusiva e orientata all’eccellenza. Per il 2025/26, la corretta osservanza delle procedure, il rispetto delle norme ministeriali e la tempestiva comunicazione garantiranno a tutti gli studenti la fruibilità dei libri necessari fin dal primo giorno di scuola.
Il Decreto Scuola n. 45/2025 rappresenta una svolta significativa nell’ambito delle immissioni in ruolo dei docenti per l’anno scolastico 2025, introducendo misure volte a rendere il processo di reclutamento più efficiente e meritocratico. La principale novità riguarda la riserva del 30% dei posti per i candidati idonei alle procedure concorsuali scuola 2023 e 2024, che potranno essere integrati alle graduatorie principali per colmare più agilmente i vuoti d’organico. Questa integrazione, regolata da un criterio di rigorosa quantificazione e dal vincolo di non superare il tetto massimo previsto, consente agli idonei di accedere a ruoli stabili anche in presenza di posti residui. Dal 2026/27, inoltre, viene istituito un elenco regionale dei docenti idonei non vincitori, catalogati secondo criteri annuali e territoriali, allo scopo di costruire un bacino dinamico e disponibile di insegnanti pronti a subentrare nelle cattedre che dovessero liberarsi durante o all’inizio dell’anno scolastico. Questo nuovo modello di gestione delle graduatorie rafforza la programmazione assunzionale della scuola italiana e premia la costanza degli aspiranti docenti, pur sottoponendoli a nuove regole stringenti e tempistiche più rigidamente definite.
Le novità introdotte, tra cui spicca la tempistica molto serrata per l’accettazione del ruolo (5 giorni, ridotti a 2 dopo il 28 agosto), sono pensate per rispondere alle esigenze organizzative degli istituti e per garantire un avvio ordinato dell’anno scolastico. La decorrenza unica dei contratti dal 1° settembre elimina le discrepanze e facilita sia la pianificazione didattica sia la chiarezza per i nuovi assunti. Parallelamente, viene valorizzato il ruolo delle graduatorie concursuali legate al PNRR2, che rimangono vigenti fino al 31 dicembre 2025: ciò offre un’ulteriore opportunità di inserimento ai candidati non immediatamente collocati, continuando a coprire i fabbisogni in corso d’anno. Tuttavia, questa trasformazione comporta per gli aspiranti docenti la necessità di monitorare costantemente le comunicazioni ufficiali e di muoversi con tempestività: la mancata risposta nei tempi previsti comporta la rinuncia automatica, senza possibilità di conservazione del diritto.
In questo nuovo scenario, se da un lato si affaccia una maggiore trasparenza e rapidità, dall’altro emergono criticità sottolineate anche dalle rappresentanze sindacali: il limite del 30% per gli idonei può risultare restrittivo in realtà territoriali con carenze croniche di personale, e la drastica riduzione delle tempistiche rischia di penalizzare chi, per motivi di salute o assenza, non riesce a rispondere prontamente. Inoltre, la gestione e l’aggiornamento dell’elenco regionale degli idonei rappresenta una sfida organizzativa a livello di Uffici Scolastici Regionali, che dovranno assicurare equità, trasparenza e tempestività. Per i docenti candidati è dunque fondamentale adottare un approccio proattivo: studiare nei dettagli il decreto, preparare in anticipo ogni documento necessario, mantenere un costante dialogo con le istituzioni scolastiche e i sindacati e adattarsi rapidamente alle nuove dinamiche. Questa riforma, pur presentando complessità e limiti, si pone in definitiva l’obiettivo di valorizzare il merito, incrementare la programmazione e garantire una maggiore stabilità e continuità all’interno del sistema scolastico italiano.
Negli ultimi anni, l’Italia ha visto una vera e propria rivoluzione nella fruizione e nella produzione artistica grazie alle iniziative dei licei artistici che portano mostre a cielo aperto e installazioni studentesche nelle strade delle città. Eventi come la Giornata dell’Arte e della Creatività Studentesca rappresentano momenti centrali di questa trasformazione, offrendo agli studenti non solo la possibilità di esprimersi fuori dalle aule, ma anche di innescare un dialogo diretto con la cittadinanza. Queste manifestazioni rendono la città una tela viva e partecipata, in cui l’arte diventa esperienza collettiva, inclusiva e democratica. Le città di Andria, Treviso e Avezzano sono emblematiche di questo nuovo approccio: a Andria il Liceo Artistico ‘Giuseppe Colasanto’ ha coinvolto oltre cento studenti in mostre e performance nel centro cittadino, a Treviso il Liceo Artistico ha trasformato lo spazio urbano con opere open air, mentre ad Avezzano l’installazione ‘Frammenti di memoria’ ha intrecciato narrazioni storiche locali e partecipazione attiva della comunità.
Queste iniziative hanno un impatto profondo sul tessuto urbano e sociale. Le mostre degli studenti contribuiscono alla valorizzazione e alla rigenerazione degli spazi pubblici, rendendo piazze e strade luoghi di riflessione, incontro e partecipazione. Il coinvolgimento diretto del pubblico permette una fruizione attiva dell’arte, abbattendo le tradizionali barriere tra artista e spettatore. Attraverso materiali sostenibili e pratiche innovative, gli studenti promuovono anche messaggi di responsabilità sociale e ambientale. Il dialogo continuo tra giovane creatività, storia, identità e ambiente stimola nuove narrazioni urbane e rafforza il senso di appartenenza alla comunità. Non si tratta solo di generare bellezza, ma anche di trasmettere valori come la legalità, l’inclusione, il rispetto degli spazi condivisi e l’importanza della memoria collettiva, con evidenti benefici a breve e lungo termine.
Dal punto di vista educativo e sociale, questi eventi rappresentano un laboratorio di apprendimento unico. Gli studenti sviluppano competenze trasversali fondamentali: problem solving, lavoro di squadra, comunicazione con il pubblico, progettazione in contesti complessi e senso civico. L’arte urbana diventa così veicolo di cittadinanza attiva e formazione integrale, con ricadute sul benessere personale e collettivo. Tuttavia, non mancano le sfide: occorrono maggiori risorse economiche, spazi dedicati e collaborazione tra scuola, enti locali, associazioni e cittadini. Solo consolidando queste sinergie e puntando su progetti di lunga durata, l’arte potrà continuare a essere motore di innovazione culturale e inclusione sociale nelle città italiane, come dimostrano gli esempi positivi di Andria, Treviso e Avezzano.
### Primo paragrafo
L’anno scolastico 2025/2026 si apre con dati particolarmente significativi sul fronte della mobilità del personale amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA) nelle scuole italiane, come evidenziato dal report Cisl Scuola. Il 3 giugno 2025 sono stati pubblicati gli esiti della mobilità: sono stati registrati complessivamente 22.573 movimenti, di cui 22.293 veri e propri trasferimenti e 280 passaggi di profilo, espressioni di una realtà lavorativa molto dinamica. Le operazioni di mobilità hanno riguardato spostamenti principalmente all’interno delle stesse province (14.550 trasferimenti) e all’interno degli stessi comuni (4.254 trasferimenti), a testimonianza dell’esigenza costante di adattare la distribuzione delle risorse alle mutevoli esigenze dei plessi scolastici e dei lavoratori. Questi flussi rispondono non solo a necessità di servizio, ma spesso anche a bisogni personali, quali il desiderio di lavorare in sedi più vicine alla residenza o meglio collegate. Parallelamente, sono stati registrati ben 3.489 trasferimenti tra province diverse, fenomeno che riflette le disomogeneità territoriali nell’offerta e nella domanda di personale ATA. Sottostante a tali movimenti vi sono criticità di lungo corso, come la difficoltà di copertura degli organici, la crescita delle richieste di trasferimento post-pandemia e l’assenza di sufficienti immissioni in ruolo.
### Secondo paragrafo
Una delle questioni più critiche emerse dalle statistiche CISL Scuola è quella dei posti vacanti: nonostante la mole di trasferimenti, a giugno 2025 rimangono scoperti 33.812 posti tra i profili ATA, dato che solleva preoccupazioni tanto per l’avvio quanto per il corretto funzionamento delle attività scolastiche. La mancanza di personale si riflette in particolare nei servizi amministrativi e tecnici: le segreterie rischiano di subire carichi di lavoro eccessivi, mentre la qualità di servizi essenziali come la pulizia, la sorveglianza e l’assistenza informatica può risultare ridimensionata. Queste carenze spingono le scuole a ricorrere in modo massiccio a personale supplente, che comporta però una ridotta continuità lavorativa e possibili ricadute sulla qualità del servizio. Inoltre, la mobilità annuale così intensa rallenta la formazione delle squadre stabili nei singoli istituti e aumenta il bisogno di formazione in itinere. Gli effetti complessivi sono ritardi operativi, ricorso alla supplenza, difficoltà di inserimento per chi cambia contesto lavorativo e, più in generale, uno stress organizzativo che investe sia le scuole sia il personale stesso. L’analisi dei sindacati evidenzia la necessità di una revisione immediata delle politiche di reclutamento e della corrispondenza degli organici alle reali necessità delle scuole.
### Terzo paragrafo
Dai dati e dalle analisi CISL Scuola emergono precise raccomandazioni e prospettive d’intervento per il 2025/2026. I principali suggerimenti riguardano la semplificazione delle procedure di mobilità e reclutamento, l’investimento nella formazione continua dei lavoratori ATA (con particolare attenzione ai profili tecnico-amministrativi), il miglioramento della trasparenza nell’assegnazione dei posti vacanti e il rafforzamento dei sistemi di welfare per sostenere i trasferimenti più impegnativi. Le organizzazioni sindacali sollecitano anche una revisione organica della dotazione di personale, auspicando che si arrivi quanto prima a un allineamento tra l’organico di fatto e quello di diritto, così da limitare il ricorso ai supplenti e assicurare un servizio più stabile ed efficiente. In questo quadro, il report sulla mobilità ATA rimane uno strumento di analisi imprescindibile, capace di orientare le scelte politiche e gestionali delle istituzioni scolastiche. Le prospettive per il futuro dipendono ora dalla tempistica e dall’efficacia delle risposte che il governo e l’amministrazione scolastica sapranno mettere in campo per valorizzare questo segmento cruciale dell’istruzione pubblica italiana.
### Introduzione e consultazione delle commissioni maturità 2025
Ogni anno, la pubblicazione delle commissioni esami maturità diventa un momento di forte attenzione per studenti, famiglie e docenti italiani. Sapere chi saranno i commissari esterni rappresenta un’opportunità preziosa per impostare una preparazione strategica e mirata, specialmente in vista della prova orale, dove la conoscenza delle materie affidate ai commissari esterni può fare la differenza. Nel 2025 la data chiave è il 4 giugno: il Ministero pubblicherà online, tramite un motore di ricerca dedicato, l’intero elenco dei nominativi assegnati a ciascuna scuola e indirizzo di studio. Gli studenti potranno così accedere facilmente alle informazioni necessarie – sia tramite il portale ufficiale del Ministero dell’Istruzione e del Merito, sia eventualmente attraverso le bacheche digitali dei propri istituti – visualizzando la composizione delle rispettive commissioni. Il sito ministeriale, però, potrebbe trovarsi in manutenzione nei primi minuti a causa degli intensi accessi: in questi casi è consigliato attendere con calma e riprovare in seguito, dato che i dati resteranno disponibili nei giorni successivi. Questa trasparenza organizzativa favorisce una migliore organizzazione dello studio, tranquillizza le famiglie e sollecita tutto il sistema scolastico a supportare adeguatamente i candidati.
### Ruolo dei commissari esterni, reazioni degli studenti e strategie di preparazione
Le commissioni sono composte da tre commissari interni, tre esterni e un presidente (anch’esso esterno), scelti secondo criteri che garantiscono imparzialità e oggettività al processo valutativo. I commissari esterni, che vengono nominati direttamente dal Ministero e non conoscono personalmente gli studenti, sono incaricati delle materie centrali per ciascun indirizzo. Questo elemento, se da un lato assicura equità nella valutazione, dall’altro genera tipicamente ansie e curiosità tra i maturandi. La pubblicazione dei nomi attiva una vera e propria “caccia” a informazioni e feedback: gli studenti cercano sul web notizie e consigli da chi, negli anni precedenti, ha già sostenuto l’esame con gli stessi docenti. Intanto, i professori interni svolgono un ruolo di sostegno, aiutando a costruire strategie efficaci come simulazioni di orale, approfondimenti tematici mirati e discussioni sulle modalità d’esame dei commissari esterni. Prepararsi con consapevolezza significa focalizzare lo studio sulle materie d’esame affidate agli esterni e su argomenti che si ritiene possano essere maggiormente oggetto d’interesse; inoltre, i docenti invitano a non lasciarsi condizionare da voci o indiscrezioni, ma a puntare su una preparazione continua, alternando momenti di studio a pause di benessere per affrontare la maturità con lucidità.
### Supporto tecnologico, problemi di accesso e valore della trasparenza
Il motore di ricerca online messo a disposizione dal Ministero rappresenta uno strumento essenziale e all’avanguardia in un sistema scolastico sempre più digitalizzato. Tramite pochi passaggi – ricerca per scuola, indirizzo o codice meccanografico – studenti e famiglie ottengono tutte le informazioni di cui hanno bisogno su commissari interni, esterni e presidente di commissione. È importante però sapere che, nelle ore iniziali dopo la pubblicazione, problemi di connessione e messaggi di manutenzione sono frequenti a causa del traffico elevato; il consiglio è non farsi prendere dall’ansia e consultare con calma anche nei giorni successivi. In questo modo si garantisce a tutti pari accesso alle informazioni e si evitano inutili sovraccarichi dei server. In definitiva, la pubblicazione tempestiva e trasparente delle commissioni è fondamentale per alimentare fiducia nel sistema educativo, fornendo a ogni studente gli strumenti necessari a vivere l’esame in modo sereno, informato e nel rispetto delle regole. Prepararsi in modo responsabile, conoscere le procedure ufficiali e sfruttare le risorse digitali sono le chiavi migliori per affrontare con successo la Maturità 2025.
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