Lo straordinario impatto di un gene sulla storia della peste: dalle origini alle pandemie moderne
La peste, un flagello che ha segnato secoli di storia umana, è stata oggetto di numerose ricerche per comprenderne la longevità e la capacità di diffusione su vasta scala. Le tre grandi pandemie documentate – la peste di Giustiniano, la Morte Nera e la terza pandemia iniziata nel XIX secolo – hanno profondamente trasformato la demografia, le economie, le strutture sociali e le società stesse di Asia, Europa e Africa. Recenti scoperte scientifiche hanno individuato un gene chiave di Yersinia Pestis, responsabile della straordinaria trasmissibilità della peste. Questo gene, attraverso mutazioni mirate, ha permesso al batterio di sopravvivere più a lungo nell’ospite, diventando meno letale ma molto più contagioso, favorendo la persistenza e la ricorrenza delle epidemie nel tempo.
Le ricerche condotte da Javier Pizarro-Cerdá e Hendrik Poinar, grazie alle tecniche moderne di sequenziamento del DNA antico, hanno reso possibile tracciare e comprendere l’evoluzione genetica di Yersinia Pestis. Questi studi hanno rivelato come la peste sia stata capace di adattarsi e di sfruttare le condizioni caotiche di società dense e promiscue, facilitando il contagio tramite vettori come le pulci dei ratti. La mutazione di questo gene ha quindi cambiato la traiettoria storica delle pandemie: da eventi episodici e devastanti a fenomeni endemici e ciclici. Le ricadute sociali, culturali, urbanistiche e sanitarie della peste sono enormi, trasformando mentalità, arti, letteratura e persino i sistemi religiosi e di governo, segnando la nascita di nuove forme di solidarietà e innovazione, come gli ospedali e la sanità pubblica.
Oggi, la peste non è affatto scomparsa: piccole epidemie continuano a manifestarsi nei luoghi più svantaggiati a livello igienico e sanitario come Madagascar o Mongolia. Il contributo della ricerca moderna, come quella di Pizarro-Cerdá e Poinar, fornisce strumenti fondamentali sia per la prevenzione che per la gestione delle nuove minacce infettive. Analizzare la funzione di specifici geni patogeni aiuta a sviluppare strategie di sorveglianza epidemiologica e politiche pubbliche più efficaci, insegnando che l’evoluzione di un agente infettivo non è solo un fenomeno biologico, ma anche storico e sociale. La cooperazione internazionale, la consapevolezza collettiva e la ricerca interdisciplinare rimangono le armi principali per fronteggiare le sfide presenti e future.
### Primo Paragrafo
La nuova Guida Erickson dedicata ai disturbi del linguaggio e della comunicazione nella scuola dell’infanzia riveste un’importanza centrale per la crescita personale e sociale dei bambini. La comunicazione, infatti, è alla base dell’apprendimento, delle relazioni e dell’identità sin dai primi anni di vita; difficoltà in quest’area rischiano di incidere sull’inclusione e sul benessere scolastico. Riconoscendo che una percentuale significativa di bambini in età prescolare manifesta disturbi più o meno accentuati in questo ambito, la guida si rivolge agli insegnanti con un approccio pragmatico e scientificamente fondato. Il testo mira a rendere gli insegnanti consapevoli delle diverse tipologie di disturbo, fornendo strumenti per riconoscerle precocemente e intervenire tempestivamente. La struttura operativa del volume, che suddivide i contenuti in 14 situazioni tipo rappresentative delle sfide comuni in classe, risponde all’esigenza concreta di orientare il comportamento docente con soluzioni immediatamente applicabili e chiare. L’attenzione è rivolta sia agli aspetti specifici della gestione dei disturbi, sia alla creazione di un contesto accogliente, stimolante e realmente inclusivo, valorizzando la funzione della scuola dell’infanzia come luogo privilegiato dove osservare e sostenere lo sviluppo comunicativo di ogni bambino.
### Secondo Paragrafo
Uno dei punti distintivi della guida è l’offerta di strumenti pratici per facilitare il lavoro degli insegnanti: griglie di osservazione, checklist, tabelle di auto-valutazione e suggerimenti per documentare i progressi individuali. Questi strumenti, validati scientificamente e pensati per l’uso quotidiano, permettono ai docenti di monitorare lo sviluppo linguistico, segnalare precocemente eventuali situazioni “a rischio”, pianificare strategie di intervento e comunicare in modo preciso con famiglie e specialisti. Il cuore operativo della guida è rappresentato dalle 14 situazioni problematiche, ognuna corredata da una descrizione dettagliata, analisi dei segnali, proposte di strategie efficaci e comportamenti da evitare. Esempi concreti, come l’uso di frasi chiare e immagini per facilitare la comprensione, accompagnano i suggerimenti su come favorire la partecipazione attiva dei bambini con difficoltà, evitando sia l’iperprotezione sia l’esclusione. A ciò si aggiungono le “liste cosa fare e cosa non fare”, che riducono l’incertezza operativa e favoriscono coerenza nel comportamento docente, rappresentando un valido supporto decisionale e promuovendo azioni inclusive e sistematiche nella gestione delle sfide linguistiche quotidiane.
### Terzo Paragrafo
La guida non si limita agli aspetti tecnici, ma enfatizza anche il ruolo cruciale del docente e dell’ambiente scolastico nel promuovere un clima di classe positivo e supportivo. La qualità della relazione educativa e la capacità di prevenire forme di esclusione sono fondamentali: attività cooperative, routine condivise e valorizzazione dei punti di forza di ogni bambino favoriscono la socializzazione e l’autostima comunicativa di tutti gli alunni. Un capitolo centrale è dedicato all’importanza della collaborazione stretta tra scuola, famiglia e specialisti esterni. Solo una sinergia efficace può garantire un percorso educativo realmente integrato, prevenendo errori interpretativi e orientando verso interventi tempestivi e personalizzati. La guida fornisce modelli pratici di comunicazione e documentazione condivisa, facilitando il dialogo e la presa in carico globale del bambino. In conclusione, la _Guida rapida Erickson_ si pone come riferimento indispensabile per aggiornare la didattica, offrendo pratiche pronte all’uso e una visione inclusiva della scuola dell’infanzia: sostenere chi ha difficoltà linguistiche non è solo un atto educativo, ma un investimento per una società più equa e coesa, fondata sulla piena realizzazione del diritto di comunicare.
# Sunto su “Pensioni e Riarmo: L’Usb Si Mobilita contro i Tagli Sociali per il 2025”
Il 2025 rappresenta un anno cruciale per la politica sociale italiana, soprattutto sul fronte delle pensioni. In un contesto internazionale segnato dal crescente aumento delle spese militari imposto dagli obblighi NATO ed europei, il governo italiano si trova sotto pressione per spostare risorse dal welfare al riarmo. L’Unione Sindacale di Base (Usb) denuncia il pericolo che questo scenario comporta: il rischio di assistere a drastici tagli alle pensioni pubbliche, alla sanità e agli altri servizi essenziali per i cittadini. La nuova riforma pensioni in discussione sembra essere fortemente condizionata dalle raccomandazioni del Fondo Monetario Internazionale, che ha chiesto all’Italia di trovare risparmi soprattutto nei capitoli di spesa sociale per finanziare i nuovi impegni della difesa. Di fronte a questa situazione, l’Usb sta guidando una vasta mobilitazione culminata nella proclamazione di uno sciopero generale il 20 giugno 2025 e nella grande manifestazione nazionale a Roma del 21 giugno. L’obiettivo principale del sindacato è evitare che il peso del riarmo ricada ancora una volta sulle fasce più deboli della popolazione, come lavoratori, pensionati e giovani in cerca di un futuro previdenziale sicuro.
Parallelamente, l’Usb ha articolato una serie di rivendicazioni e proposte concrete volte a tutelare e rafforzare il sistema pensionistico pubblico. In particolare, il sindacato punta a garantire che nessuna manovra di bilancio possa penalizzare pensioni, sanità e welfare, ribadendo il principio che ogni aumento della spesa militare debba essere compensato da una maggiore tassazione dei grandi capitali, delle multinazionali e delle rendite finanziarie, non da nuovi sacrifici imposti a chi lavora o è già pensionato. L’Usb chiede l’introduzione di una tassa straordinaria sui profitti eccezionali, una più rigorosa lotta all’evasione fiscale e la tutela esplicita della spesa sociale nei documenti di bilancio. Contestualmente, il sindacato invita il governo e il parlamento ad aprire un confronto vero, trasparente e partecipato sulla definizione delle priorità nazionali, anteponendo il benessere delle persone alle logiche della sicurezza armata e delle alleanze internazionali. Queste richieste sono portate avanti non solo dal sindacato ma anche da una rete sempre più ampia di associazioni, pensionati, studenti e cittadini, compattando il fronte della protesta ad ogni livello.
Le reazioni di lavoratori, pensionati e opinione pubblica testimoniano una crescente preoccupazione e insofferenza verso la prospettiva di una vecchiaia meno tutelata e servizi sociali in costante riduzione. La popolazione teme che la corsa al riarmo possa compromettere diritti fondamentali conquistati con anni di lotte, mentre numerosi sondaggi confermano la forte ostilità a qualunque taglio allo stato sociale per finanziare la difesa. Di fronte a questo scenario, l’Usb ha messo in campo una serie di strategie future, tra cui la richiesta di verifiche indipendenti sull’impatto di ogni nuova spesa militare, l’introduzione di clausole di salvaguardia per pensioni e sanità e la continua pressione attraverso scioperi, manifestazioni e campagne di sensibilizzazione. Il 2025 si profila così come un anno di fortissimo scontro sociale e politico, in cui la difesa della spesa sociale e del sistema pensionistico pubblico resta uno snodo fondamentale per la tenuta democratica e la coesione del Paese, con l’auspicio che la politica possa trovare soluzioni eque ed equilibrate che non sacrifichino la giustizia sociale sull’altare del riarmo.
## Sintesi in tre paragrafi da 200 parole ciascuno
La crescente presenza dei minori sui social network ha spinto la Commissione Europea a sviluppare un’applicazione dedicata alla verifica dell’età, segnando una nuova fase nella regolamentazione digitale europea. Questa iniziativa risponde alle evidenze di sistemi di controllo inefficaci, come emerso nelle recenti indagini su Meta e TikTok, che hanno permesso l’iscrizione di minori tramite dati falsi e mancati controlli efficaci. Henna Virkkunen, rappresentante del Parlamento Europeo, sottolinea come la protezione dei minori sia una priorità assoluta, richiamando la necessità di condividere tra tutti gli Stati membri una soluzione tecnologica uniforme per garantire una rete più sicura. L’app UE sarà integrabile direttamente dalle piattaforme social e funzionerà da gatekeeper digitale, consentendo l’accesso solo agli utenti che dimostreranno la maggiore età tramite strumenti come identità digitale europea o documenti elettronici. Questo approccio favorisce una regolamentazione coerente e uniforme, facendo dell’Europa un modello per la tutela dei più giovani anche in altre aree del mondo e marcando un cambio di passo nella capacità delle istituzioni pubbliche di supervisionare uno spazio finora gestito autonomamente dalle aziende tech.
Un aspetto centrale della nuova app è il bilanciamento tra sicurezza e privacy. La Commissione Europea si impegna a garantire che la soluzione sia sviluppata secondo il principio della “privacy by design”: l’app non conserverà dati sensibili oltre quanto strettamente necessario, limitando la raccolta di informazioni all’indispensabile e assicurando la piena trasparenza agli utenti, in conformità con il GDPR. Verranno applicati audit e controlli periodici per verificare la sicurezza dei dati, rispondendo così alle preoccupazioni di associazioni e famiglie sull’utilizzo degli strumenti di identificazione digitale. Inoltre, il progetto prevede una collaborazione costante con autorità nazionali e garanti della privacy di ogni paese membro, stabilendo elevati standard di protezione che dovranno essere adattati anche da colossi come Meta e TikTok. Non mancano però criticità: tra i dubbi principali restano i rischi di esclusione digitale per chi non possiede strumenti tecnologici avanzati, le difficoltà tecniche per piattaforme già complesse e la necessità di un effettivo impegno da parte delle aziende nell’integrare e aggiornare rapidamente i propri sistemi di verifica dell’età.
Tuttavia, la strategia europea non si esaurisce nella semplice adozione di strumenti tecnologici standardizzati. Accanto all’app, si enfatizza l’importanza dell’educazione digitale: la supervisione da parte delle famiglie, l’adozione di buone pratiche a scuola e il dialogo costante tra genitori e figli rimangono pilastri fondamentali per la protezione dei minori online. L’iniziativa è stata accolta con favore da associazioni e soggetti del settore tech, che riconoscono l’obbligo di una supervisione pubblica più incisiva ma richiedono anche chiarezza e risorse per la fase di integrazione pratica. Nei prossimi mesi, la Commissione monitorerà attentamente l’efficacia dell’app e valuterà ulteriori passi, tra cui il possibile ampliamento a servizi digitali diversi dai social. In definitiva, la combinazione di regolamentazione, tecnologia e formazione rappresenta oggi il mix necessario per garantire ai giovani cittadini europei una presenza online sicura, inclusiva e rispettosa della loro privacy e dei loro diritti.
ViralitySystem, lanciata nel 2025 dagli imprenditori abruzzesi Alessio Zaccagnini e Marco Ciuffetelli, rappresenta un cambio di paradigma radicale nel panorama dei social network e della creazione di contenuti virali. La piattaforma nasce con l’obiettivo di democratizzare l’accesso alla viralità online, offrendo strumenti e opportunità anche a chi non dispone di grandi numeri di follower. Al contrario delle piattaforme tradizionali, in cui la visibilità è spesso prerogativa di pochi influencer già affermati, ViralitySystem premia la qualità e l’originalità dei contenuti, abbattendo le barriere d’entrata e rendendo la viralità accessibile a chiunque abbia talento e idee innovative. Il sistema trasparente di monetizzazione consente agli utenti di scegliere tra una vasta gamma di creator, consultare le tariffe al minuto pubblicate in modo chiaro e collaborare per la produzione di contenuti virali. Tale meccanismo si traduce in una reale economia della viralità: il 50% dei guadagni va direttamente all’influencer, mentre l’altro 50% rimane alla piattaforma, garantendo equità e qualità.
La rivoluzione proposta da ViralitySystem si fonda sulla rottura dei meccanismi classici dell’influencer marketing e sulla centralità della meritocrazia digitale. L’algoritmo della piattaforma, infatti, favorisce idee originali e format creativi, premiando coloro che dimostrano inventiva più che popolarità pregressa. Attraverso funzionalità come il matching istantaneo tra richieste e offerte di collaborazioni, sezioni dedicate ai talenti emergenti e incentivi per la creatività, ViralitySystem permette a utenti comuni di accedere agli strumenti finora riservati agli addetti ai lavori. Il lancio negli Stati Uniti ha catalizzato l’attenzione di investitori internazionali e promosso l’espansione su scala globale. La piattaforma offre inoltre tutorial, webinar e percorsi dedicati alla crescita digitale, democratizzando le opportunità di formazione e affermazione personale. In questo contesto, anche figure professionali inedite, come social media strategist della viralità e formatori digitali, trovano terreno fertile per nuovi sbocchi occupazionali.
Le prospettive future di ViralitySystem sono ambiziose e puntano a consolidare la sua leadership tra le nuove app social. I prossimi sviluppi riguarderanno l’integrazione di algoritmi di intelligenza artificiale per perfezionare il matching tra domanda e offerta di contenuti, una sempre maggiore protezione della trasparenza e l’apertura a partnership strategiche internazionali. L’impatto della piattaforma si riflette sia sugli utenti professionisti, che possono finalmente valorizzare il proprio tempo e competenze senza approcci elitari, sia su chi parte da zero, rendendo la viralità una concreta opportunità lavorativa. ViralitySystem si propone dunque come motore di inclusione sociale e di innovazione digitale, rimanendo fedele alla sua missione di mettere il talento e la creatività al centro della scena. Il modello di guadagno equo, la trasparenza nei compensi e la facilità di accesso aprono scenari inediti per il mondo del lavoro online e prospettano una rivoluzione duratura nel rapporto tra persone e social media.
Negli ultimi anni, il panorama della ricerca e dell’istruzione superiore italiana ha conosciuto una trasformazione profonda, guidata dal Ministero dell’Università e della Ricerca sotto la direzione del Ministro Anna Maria Bernini. Al centro di questa rivoluzione vi è una strategia volta all’attrazione dei migliori talenti e al contrasto del fenomeno ormai consolidato della “fuga dei cervelli”. In un contesto europeo in cui la competizione per ricercatori e innovatori è sempre più forte, l’Italia ha investito risorse ingenti e ridefinito le sue politiche universitarie. Grazie a un aumento storico dei finanziamenti universitari – passati da 7,4 a 9,4 miliardi di euro – le università possono ora pianificare la crescita investendo in personale, infrastrutture e programmi di eccellenza. Il rafforzamento del Fondo italiano per la scienza, incrementato di 150 milioni di euro, ha permesso di sostenere progetti altamente innovativi, trattenere in Italia ricercatori di spicco e incentivare anche il rientro di figure di rilievo dall’estero.
Al cuore della nuova strategia italiana si trovano i cinque centri nazionali di ricerca d’avanguardia, con investimenti superiori agli 11 miliardi di euro, che coprono temi fondamentali quali la transizione energetica, la digitalizzazione, la salute, l’intelligenza artificiale e la sostenibilità ambientale. Questi poli fungono da hub collaborativi tra pubblico e privato, coordinando la ricerca nazionale e favorendo la sinergia tra università, aziende e startup. Le politiche adottate hanno inoltre puntato su incentivi – fiscali, finanziari e di carriera – per trattenere e attrarre talenti dall’estero, promuovendo chiamate dirette per scienziati di fama internazionale e collaborazione strutturata con università straniere. Un altro pilastro è rappresentato dall’investimento, senza precedenti, nel supercalcolo: oltre 700 milioni di euro sono stati stanziati per creare infrastrutture digitali e di calcolo avanzato, collocando il Paese tra i leader mondiali nell’uso di big data, simulazioni e intelligenza artificiale applicata alla ricerca scientifica e all’industria.
Guardando alle prospettive future, il quadro delineato dal Ministro Bernini mostra un’Italia che ha scelto di valorizzare l’attrattività e la qualità del suo ecosistema scientifico. Grazie all’ampliamento delle partnership tra università, imprese e fondazioni, viene favorito il trasferimento tecnologico e la formazione di nuove figure professionali richieste dal mercato globale, dall’esperto in dati e AI al manager della sostenibilità ambientale. La strategia nazionale mira anche a consolidare il ruolo dell’Italia nei progetti di ricerca europea, partecipando da protagonista a iniziative come Horizon Europe e rafforzando le collaborazioni transnazionali. Secondo Bernini, queste riforme possono davvero invertire la “fuga dei cervelli”; stabilità, meritocrazia e reti di collaborazione sono la chiave per trattenere e attrarre giovani ricercatori. L’Italia, così rafforzata, si pone come un modello di sviluppo per l’intero sistema europeo, capace di garantire crescita, occupazione di qualità e una società della conoscenza sempre più dinamica.
Il 2025 segna una svolta fondamentale per gli utenti Windows in Europa: Microsoft, in risposta al Digital Markets Act (DMA) dell’Unione Europea, ha introdotto profonde modifiche su Windows 10 e 11. Il DMA impone alle grandi piattaforme digitali – i cosiddetti “gatekeeper” – l’obbligo di offrire maggiore libertà di scelta agli utenti e di evitare pratiche anti-concorrenziali. Per allinearsi a queste disposizioni, Microsoft consente ora la disinstallazione completa di Edge, il browser nativo finora imposto sugli utenti, e la possibilità di rimuovere Bing come motore di ricerca predefinito nelle ricerche di Windows. Queste novità risolvono richieste storiche degli utenti e degli sviluppatori europei, stanchi di dover sottostare a restrizioni sull’uso delle applicazioni di navigazione web e sulle impostazioni di sistema, rafforzando il controllo e la trasparenza nel processo di selezione del browser predefinito.
L’aggiornamento Windows introduce anche un sistema di gestione delle notifiche meno invasivo: gli utenti non riceveranno più frequenti prompt che suggeriscono il ritorno a Microsoft Edge come browser predefinito, una pratica spesso criticata perché percepita come un ostacolo alla libertà di scelta. Il processo per cambiare browser predefinito, in particolare su Windows 11, diventa più semplice e diretto: un solo click basta adesso per modificare le preferenze, senza dover impostare manualmente associando decine di estensioni file e protocolli diversi. Per i consumatori meno esperti, questa novità riduce la confusione e il rischio di rimanere “imprigionati” in decisioni non intenzionali, mentre le app di terze parti possono proporre in modo trasparente il cambio di browser senza essere penalizzate dal sistema operativo. Lato privacy, la possibilità di rimuovere Bing diminuisce la quantità di dati trasmessi a servizi centralizzati, in linea con le tutele del GDPR e con la crescente attenzione europea verso la protezione dei dati personali.
Queste modifiche non solo rafforzano la posizione dell’Unione Europea come protagonista nella regolamentazione digitale, ma creano un precedente che potrebbe essere esteso in futuro anche ad altri mercati globali. Per Microsoft, si tratta di un banco di prova che mette in luce la necessità di adattarsi a un mercato sempre più esigente in tema di concorrenza, trasparenza e tutela dei diritti digitali. Gli utenti finali beneficeranno subito di un ambiente più leggero, personalizzabile e rispettoso della privacy; allo stesso tempo, la concorrenza potrà proporre offerte più competitive, accelerando l’innovazione. Il settore delle big tech si adegua: anche Apple e Google stanno implementando aggiornamenti per offrire maggiore libertà di scelta e facilitare la rimozione di app preinstallate. In sintesi, le novità Microsoft imposte dal DMA rappresentano una vittoria per il pluralismo digitale e pongono le basi per un ecosistema informatico europeo più equo, aperto e incentrato sull’utente.
### Paragrafo 1
La nuova circolare ministeriale per gli Esami di Stato del II ciclo rappresenta un testo fondamentale che disciplina in modo unitario e aggiornato il funzionamento degli esami di maturità su tutto il territorio nazionale. L’introduzione e il contesto normativo ribadiscono l’importanza di assicurare trasparenza, legalità e sicurezza del processo d’esame, anche alla luce delle innovazioni tecnologiche introdotte negli ultimi anni, come il plico telematico. La circolare sottolinea la necessità di un’organizzazione precisa, la diffusione capillare delle istruzioni, il rispetto per le specificità delle singole scuole e l’attenzione alle disposizioni su sicurezza, privacy e regolarità. I principali destinatari delle indicazioni operative sono i dirigenti scolastici, gli Uffici scolastici regionali, le commissioni d’esame, il personale amministrativo, i docenti e i collaboratori scolastici, tutti chiamati a lavorare in stretta collaborazione secondo il principio della corresponsabilità. La circolare invita gli organi scolastici a garantire la piena consapevolezza delle regole tra il personale, ribadendo che solo una corale applicazione delle procedure può assicurare la serenità e la regolarità dello svolgimento di una prova così delicata e determinante per il percorso degli studenti.
### Paragrafo 2
Sul piano organizzativo, la circolare indica una serie di adempimenti operativi dettagliati, dalla pianificazione logistica delle aule fino all’organizzazione dei supporti per studenti con bisogni educativi speciali (BES). Le scuole devono garantire l’idoneità e l’igiene dei locali, la sicurezza dei percorsi, e la presenza dei presidi sanitari, prevedendo sanificazioni e segnalazioni chiare delle vie di emergenza. Una delle principali innovazioni riguarda la gestione delle prove tramite il *plico telematico*: dal 2012, infatti, l’invio e la stampa delle tracce di esame avvengono digitalmente, con precise procedure di sicurezza per evitare la dispersione delle prove e fughe di notizie. Dirigenti e personale autorizzato devono rispettare rigorosi standard di riservatezza e custodire le credenziali, stampando le prove solo in condizioni di sicurezza e con tracciabilità della consegna agli studenti. Particolare attenzione viene posta anche al divieto dei dispositivi elettronici: sono previste perquisizioni visive e obbligo di deposito di cellulari, smartwatch e altri strumenti prima dell’inizio di ogni prova, con sanzioni severe in caso di violazioni, per garantire pari opportunità e trasparenza.
### Paragrafo 3
Il ruolo dei dirigenti scolastici e degli Uffici scolastici regionali è fondamentale nell’attuazione delle norme e nel monitoraggio di tutte le fasi degli esami. I dirigenti devono pianificare e sovrintendere ogni fase, dalla logistica alla sicurezza, fino alla gestione dei plichi telematici e delle commissioni; gli Uffici regionali invece garantiscono uniformità, formazione e supporto continuo alle scuole. Dopo le prove scritte, la circolare disciplina la corretta archiviazione degli elaborati e la gestione delle convocazioni orali, con particolare attenzione alla tutela della privacy degli studenti. Gli studenti con BES devono poter sostenere l’esame in condizioni eque, grazie all’adozione di misure personalizzate e strumenti compensativi secondo i piani individuali. In sintesi, la circolare introduce novità rilevanti in termini di sicurezza, digitalizzazione e inclusività, e rappresenta uno strumento imprescindibile per dirigenti, commissioni e personale scolastico, che sono chiamati ad attuarla integralmente e con responsabilità, per una maturità regolare, trasparente e rispettosa dei diritti di tutti gli studenti.
La mobilità ATA 2025/26 rappresenta un momento cruciale per la gestione del personale amministrativo, tecnico e ausiliario nelle scuole italiane. Ogni anno la pubblicazione degli esiti della mobilità permette la redistribuzione efficiente delle risorse umane tra istituti, tenendo conto sia delle necessità organizzative delle scuole sia delle esigenze degli operatori scolastici. Quest’anno, il processo assume particolare rilevanza a seguito degli aggiornamenti normativi e dell’adeguamento degli strumenti digitali di gestione, come il portale “Istanze on line”. A partire dal 3 giugno 2025, data fissata dal Ministero, gli esiti della mobilità sono resi pubblici tramite i bollettini provinciali pubblicati dagli Uffici scolastici territoriali. Questi bollettini, consultabili in formato digitale, rappresentano il principale strumento ufficiale mediante cui dirigenti, assistenti, tecnici e collaboratori possono verificare l’assegnazione o meno al trasferimento richiesto. La modalità telematica garantisce trasparenza, rapidità e accessibilità, aspetti fondamentali per un’amministrazione pubblica moderna e capillare.
L’organizzazione della procedura è rigorosa e articolata. Tutti i membri del personale ATA interessati hanno dovuto presentare domanda nei termini stabiliti attraverso “Istanze on line”. Dopo la raccolta, le domande sono state esaminate dagli Uffici scolastici territoriali che hanno valutato titoli, anzianità e precedenze come stabilito dai CCNL e dalle normative ministeriali. Sulla base di questi criteri sono state prodotte graduatorie provinciali per ciascun profilo professionale – dagli assistenti amministrativi agli altri incarichi specifici – che hanno determinato la distribuzione dei posti vacanti o disponibili. L’esito di questa complessa operazione è sintetizzato e reso pubblico nei bollettini, che non solo mostrano i nominativi degli aventi diritto, ma permettono anche a ciascun lavoratore di verificare esattamente la propria posizione e la nuova sede di servizio. In parallelo, ogni lavoratore riceve una comunicazione individuale, via e-mail tramite il portale ministeriale, con informazioni dettagliate sull’accoglimento o il diniego della propria domanda.
Dopo la pubblicazione degli esiti, il personale ATA coinvolto si trova di fronte a due possibili scenari. Chi vede accolta la propria domanda di trasferimento deve prendere visione delle modalità di presa di servizio presso il nuovo istituto, consultando le istruzioni riportate sia nei bollettini provinciali che nelle comunicazioni individuali. Chi invece riceve un diniego può presentare reclamo secondo quanto previsto dalle disposizioni amministrative, contattare l’ufficio competente e valutare la partecipazione ai successivi procedimenti di mobilità annuale come le assegnazioni provvisorie. L’impatto della mobilità si estende oltre il singolo lavoratore, coinvolgendo tutta la comunità scolastica che beneficia di una migliore distribuzione del personale. Restano sfide legate all’efficienza delle comunicazioni digitali, all’accoglienza dei neoassegnati e alla formazione continua, aspetti essenziali per valorizzare il ruolo centrale del personale ATA nella scuola italiana.
### 1. Innovazione Digitale e Gestione del Plico Telematico
La Maturità 2025 segna una rinnovata spinta verso la digitalizzazione della scuola italiana, in particolare per quanto riguarda la gestione delle prove d’esame tramite il Plico Telematico. Questo strumento costituisce ormai una prassi obbligatoria per tutte le scuole secondarie di secondo grado, consentendo la trasmissione sicura, rapida e centralizzata delle tracce degli esami scritti direttamente alle sedi d’esame. La piattaforma riduce drasticamente i rischi connessi a smarrimenti, fughe di notizie o errori logistici e affida alle scuole responsabilità mai così alte in termini di tecnologia e sicurezza. La digitalizzazione comporta anche la necessità di formare personale interno con competenze informatiche specifiche, e di garantire che tutte le procedure organizzative, dalla ricezione alla stampa dei documenti, si svolgano nel massimo rispetto della riservatezza e delle disposizioni ministeriali. Il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) ha stabilito scadenze molto precise: entro il 5 giugno 2025 deve essere nominato un referente del Plico Telematico con formazione specifica, mentre entro il 7 giugno vanno richieste le prove adattate per studenti non vedenti e ipovedenti: due step cruciali per garantire inclusione, sicurezza e correttezza dell’esame di Stato.
### 2. Inclusione, Personalizzazione e Ruolo dei Referenti
Il cuore delle novità per la Maturità 2025 ruota attorno all’inclusione e alla personalizzazione delle prove d’esame, in particolare per i candidati non vedenti o ipovedenti. In questo contesto, la nomina tempestiva del referente di Plico Telematico, figura dotata di competenze informatiche, rappresenta una garanzia imprescindibile di gestione ottimale e di equità per tutti gli studenti coinvolti. Le scuole sono chiamate a monitorare attentamente tutte le scadenze e a predisporre strumenti digitali idonei, tra cui postazioni certificate, software di stampa protetta e sistemi di verifica dell’integrità dei file. Il MIM attraverso apposite circolari pone l’accento su trasparenza e sicurezza, ma soprattutto sulla personalizzazione delle prove per chi presenta bisogni educativi speciali. La procedura per richiedere prove adattate – entro il 7 giugno 2025 – permette di prevedere materiale in braille, testi ingranditi, file elettronici accessibili e versioni con descrizioni aggiuntive. Per evitare errori o ritardi, è essenziale il coordinamento fra referente informatico, docenti di sostegno e personale di segreteria. Solo così è possibile assicurare a tutti un esame di Stato efficiente e pienamente inclusivo, idoneo a rispondere alle sfide della scuola digitale.
### 3. Scadenze, Buone Prassi e Vantaggi della Maturità Digitale
Il rispetto delle scadenze rappresenta un elemento determinante per il corretto svolgimento della Maturità 2025. Il termine per la nomina e abilitazione del referente del Plico Telematico è fissato al 5 giugno, mentre le richieste di prove adattate per studenti non vedenti e ipovedenti devono essere inoltrate entro il 7 giugno. Le scuole devono quindi organizzarsi con precisione, condividere calendari delle scadenze, simulare accessi al sistema e garantire sempre un referente di riserva. Tra le buone prassi consigliate rientrano una formazione puntuale, il controllo regolare degli strumenti informatici e la predisposizione di checklist operative. Sul fronte tecnologico, il supporto ministeriale resta fondamentale, con guide tecniche aggiornate e assistenza diretta nei giorni delle prove. L’adozione del Plico Telematico fornisce vantaggi notevoli in termini di efficienza, sicurezza e sostenibilità, riducendo costi e tempi e tutelando dati sensibili. Al contempo, grazie all’accento posto sull’inclusione tramite strumenti e procedure personalizzati, la maturità viene elevata a modello di equità e modernità, capace di garantire pari opportunità a tutti i candidati.
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