Gigabyte lancia i nuovi notebook in Italia: innovazione, potenza e AI per utenti professionali e gamer
Gigabyte ha presentato al Computex 2025 una gamma completamente rinnovata di notebook, destinata a rafforzare significativamente la sua presenza nel mercato italiano. L’azienda ha puntato in alto introducendo i modelli Aorus Master e Aorus Elite per i gamer più esigenti, l’Aero X16 Copilot+ PC per creativi e professionisti, e la serie Gaming A16/A16 Pro indirizzata a un pubblico più ampio e giovane. La strategia globale di Gigabyte si basa su una diversificazione capillare dell’offerta, integrando le tecnologie più avanzate: dai nuovi chip Intel e AMD Ryzen AI, ai display QHD ad alta frequenza di aggiornamento, passando per un approccio innovativo alla user experience grazie ai sistemi AI di ultima generazione. I notebook presentati sono progettati per ricoprire ogni segmento chiave, dalla creazione di contenuti, al gaming professionale, fino all’intrattenimento domestico, offrendo hardware allo stato dell’arte, software ottimizzato e assistenza post-vendita dedicata ai clienti italiani.
La serie Aorus Master e Aorus Elite rappresenta il top di gamma nell’offerta Gigabyte, con schermi fino a 18 pollici, pannelli ultra-fluidi a 240 Hz, tastiere meccaniche personalizzabili e il meglio delle attuali architetture hardware. Opzioni come il raffreddamento a camere di vapore, connettività ultra-veloce (Thunderbolt, Wi-Fi 7, SSD NVMe Gen5) e un’estetica premium, garantiscono performance senza compromessi sia per il gaming AAA che per applicazioni professionali quali rendering, 3D e realtà virtuale. In parallelo, la serie Aero X16 Copilot+ PC si distingue per la presenza del processore AMD Ryzen AI 9 HX 370 con coprocessore AI dedicato, display Pantone® e funzionalità Copilot+ integrate in Windows 11: queste soluzioni permettono una creatività senza limiti, affidabilità nelle attività di produttività avanzata e automazione intelligente dei workflow quotidiani. La linea Gaming A16/A16 Pro, infine, democratizza l’accesso alla qualità Gigabyte, offrendo dispositivi potenti e flessibili pensati sia per l’intrattenimento multimediale che per il gaming competitivo a 1080p, pur mantenendo prezzi più accessibili.
Il lancio della nuova gamma avviene in un contesto di mercato italiano in rapida trasformazione, storicamente dominato da pochi brand, e promette di essere una reale svolta grazie anche all’introduzione capillare dei servizi e dell’assistenza locale. I notebook Gigabyte 2025 sono attesi nella seconda metà dell’anno con prezzi competitivi rispetto ai concorrenti: Aorus Master ed Elite nella fascia top (2.200-3.000 euro), Aero X16 Copilot+ PC nella media-alta (1.600-2.200 euro), Gaming A16/A16 Pro tra 1.200 e 1.600 euro. Secondo le prime recensioni internazionali, i nuovi modelli convincono sia per materiali e affidabilità che per il ricco ecosistema software. In sintesi, la strategia di Gigabyte guarda al futuro: ridefinire i benchmark del settore per gaming, creatività e produttività, offrendo finalmente agli utenti italiani portatili potenti, innovativi e adatti a ogni esigenza concreta.
# iPhone 17 Air: la rivoluzione della leggerezza e del design nel 2025
Il nuovo iPhone 17 Air rappresenta una svolta epocale nell’ambito degli smartphone premium per il 2025, affermandosi come modello di riferimento per chi cerca leggerezza e portabilità senza compromessi nelle prestazioni. Con un corpo ultrasottile di soli 5,5 mm e un peso piuma di 146 grammi, questo modello ridefinisce i parametri del settore. La scelta di utilizzare l’alluminio serie 7000 per il telaio, materiale impiegato anche in campo aerospaziale, ha permesso agli ingegneri Apple di ottenere un equilibrio straordinario tra robustezza e minimo peso. Il design minimalista, tipico della tradizione Apple, si spinge qui verso nuovi orizzonti, garantendo una maneggevolezza superiore, ergonomia e piacere d’uso quotidiano. I bordi arrotondati, le linee pulite e i materiali premium si combinano per offrire un’esperienza estetica e tattile di alto livello, apprezzata tanto dagli utenti quanto dagli esperti del settore. L’iPhone 17 Air non è solo uno smartphone leggero: è simbolo di un nuovo modo di concepire la tecnologia mobile, dove innovazione, praticità e ricerca formale si fondono in modo inedito, ponendo un nuovo standard per gli smartphone più leggeri del 2025.
La componentistica interna dell’iPhone 17 Air è stata ottimizzata per ridurre al massimo peso e spessore senza trascurare le prestazioni. La batteria, con i suoi 35 grammi contro i tradizionali 45-50 grammi degli altri smartphone, rappresenta uno dei compromessi chiave per ottenere un dispositivo così compatto. Questa scelta impatta sull’autonomia, che non può eguagliare quella degli smartphone più spessi e pesanti, tuttavia Apple ha compensato con sistemi avanzati di risparmio energetico, intelligenza artificiale nella gestione dei consumi e componenti a basso assorbimento. La presenza della fotocamera posteriore da 48 MP, con tecnologie di punta come Night Mode, HDR e intelligenza artificiale per il riconoscimento scene, garantisce risultati fotografici di prim’ordine. Anche display, processore e connettività sono in linea con le aspettative di uno smartphone di fascia alta: si attende un pannello OLED Full HD da 6,1 pollici, processore Apple A18, RAM da 8 GB e storage fino a 512 GB. Tutto questo, unito a un telaio in alluminio serie 7000, rende l’iPhone 17 Air estremamente competitivo pur mantenendo il titolo di smartphone più leggero del 2025 in relazione alle sue caratteristiche tecniche.
L’impatto dell’iPhone 17 Air sul mercato è già notevole, spingendo la concorrenza a ripensare processi, materiali e ottimizzazione di componenti. Mentre altri produttori hanno presentato dispositivi leggeri nel corso del 2025, nessuno è riuscito a eguagliare lo spessore di 5,5 mm e il peso di 146 grammi senza sacrificare robustezza o performance. L’approccio Apple all’integrazione di materiali ultra-leggeri come l’alluminio serie 7000 segna una nuova fase nella corsa alla miniaturizzazione e all’efficienza. Anche gli accessori saranno influenzati: cover, custodie e dock di ricarica dovranno adattarsi a questo profilo ultrasottile, dando vita a una nuova generazione di prodotti specifici per l’ecosistema iPhone 17 Air. In sintesi, il nuovo modello si candida a diventare il punto di riferimento per uno stile di vita dinamico e attento al design, segnalando che la leggerezza – oltre alle funzionalità – sarà la caratteristica trainante dei migliori smartphone del futuro.
## Primo paragrafo (200 parole)
La gestione dei fondi MOF (Miglioramento dell’Offerta Formativa) e FIS (Fondo per l’Istituzione Scolastica) riveste un’importanza strategica per le scuole italiane di ogni ordine e grado. Il MOF, istituito per sostenere e incentivare le attività didattiche ed educative, comprende diverse componenti finalizzate sia all’organizzazione di iniziative aggiuntive, sia all’inclusione degli studenti con bisogni specifici. Questi fondi, collegati al PTOF (Piano Triennale dell’Offerta Formativa) e attribuiti annualmente dal Ministero, permettono di remunerare il personale per attività progettuali e incrementare la qualità dell’offerta educativa. Dal punto di vista normativo, la gestione dei fondi si basa su un quadro regolamentare articolato: oltre al D.Lgs. 165/2001, sono fondamentali le indicazioni del Contratto Collettivo Nazionale (CCNL) e le circolari annuali del MIUR, che dettagliano la ripartizione delle risorse. Ogni operazione di attribuzione e liquidazione deve essere trasparente, condivisa e conforme ai vincoli normativi. La presenza attiva delle RSU (Rappresentanze Sindacali Unitarie) nella contrattazione d’istituto risulta indispensabile per garantire che i criteri di ripartizione rispecchino equità e trasparenza. Infine, l’aggiornamento continuo della normativa, influenzato anche dalle innovazioni digitali, richiede una costante formazione delle segreterie scolastiche e della dirigenza.
## Secondo paragrafo (200 parole)
Dal punto di vista amministrativo-contabile, la gestione dei fondi MOF e FIS presenta una serie di fasi operative ben definite e cruciali, soprattutto nella delicata chiusura dell’anno scolastico. In questo contesto, il Dirigente Scolastico (DS) e il Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi (DSGA) ricoprono ruoli centrali: il primo sovrintende e approva la destinazione delle risorse, mentre il secondo si occupa del coordinamento tecnico e della regolarità degli atti. Le procedure includono la raccolta di dati sulle attività svolte, la verifica della documentazione correlata ai progetti, la predisposizione degli atti di liquidazione e la rendicontazione verso gli organi di controllo come MIUR e Corte dei Conti. Tra i principali criteri per la ripartizione dei fondi si annoverano l’analisi del fabbisogno, la corrispondenza al PTOF, il rispetto dei limiti previsti dal CCNL, l’equità e la trasparenza. Il fondo FIS, che integra il MOF, offre ulteriori margini di incentivazione, ma è soggetto a specifici limiti normativi, quali la compatibilità degli impegni di spesa con gli stanziamenti disponibili e la necessità di documentare dettagliatamente le attività. Ogni fase richiede un’accurata attenzione per evitare errori e possibili contenziosi.
## Terzo paragrafo (200 parole)
La gestione efficace dei fondi MOF e FIS incontra diverse sfide, tra cui tempistiche strette, frequenti modifiche normative e carichi amministrativi gravosi per le segreterie. A queste criticità si aggiungono problemi informatici e il rischio di contenziosi interni laddove la ripartizione delle risorse non sia effettuata secondo criteri solidi e condivisi. Per affrontare tali difficoltà, si suggerisce una formazione continua rivolta al personale amministrativo, l’adozione di strumenti digitali per automatizzare i processi di gestione e liquidazione, e una pianificazione preventiva delle risorse, sin dall’inizio dell’anno scolastico. La partecipazione attiva di tutte le componenti della comunità scolastica e il monitoraggio costante degli utilizzi rappresentano strategie chiave per massimizzare l’impatto dei fondi e prevenire criticità. In definitiva, una gestione oculata e responsabile, supportata da una normativa aggiornata e da buone pratiche amministrative, garantisce trasparenza, equità ed efficacia nell’impiego dei fondi pubblici. Solo così la scuola italiana può realizzare pienamente gli obiettivi del MOF e rispondere alle esigenze di innovazione, inclusione e miglioramento della qualità educativa.
Gestire una classe oggi richiede più della semplice applicazione di regole: si tratta di costruire un ambiente sicuro e relazionale dove gli studenti possano crescere serenamente. L’aumento della complessità nelle scuole, dovuta alla varietà di background e bisogni, rende fondamentale l’adozione di strategie che bilancino empatia e autorevolezza. Una gestione efficace non si limita all’ordine, ma promuove coinvolgimento autentico, rispetto reciproco e un senso profondo di appartenenza. Il docente svolge un ruolo centrale come guida consapevole, responsabile non solo della trasmissione di conoscenze, ma anche della creazione di un clima psicologicamente sicuro dove ciascuno possa sentirsi ascoltato e valorizzato. Solo integrando ascolto attivo, attenzione alle emozioni e coerenza educativa è possibile favorire uno sviluppo armonico degli studenti e prevenire conflitti o disagi nell’ambiente classe.
L’empatia e l’autorevolezza sono le due qualità chiave dell’insegnante moderno: l’empatia favorisce la comprensione e l’ascolto, elementi indispensabili per riconoscere i bisogni degli studenti e costruire fiducia, mentre l’autorevolezza, intesa come riconoscimento e coerenza, permette di guidare senza imporre. Le strategie efficaci partono dall’approccio relazionale: per instaurare una disciplina autentica, non servono punizioni severe ma piuttosto una comunità educativa forte, in cui le regole vengano vissute e condivise. L’insegnante autorevole si conquista il rispetto attraverso coerenza, attenzione e ascolto, mantenendo la giusta flessibilità per adattarsi ai bisogni del gruppo e dei singoli. In questo modo si crea un ambiente in cui la disciplina è una conseguenza naturale del benessere relazionale.
Per una gestione efficace vanno adottate azioni pratiche e una postura educativa attenta: routine chiare, rinforzi positivi, cura nei passaggi chiave della giornata e valorizzazione del lavoro di gruppo contribuiscono a creare stabilità e senso di sicurezza. Anche la comunicazione delle aspettative e la flessibilità sono essenziali per prevenire problematiche. Gli errori più comuni includono eccessiva rigidità o permissività, scarsa attenzione alla comunicazione e alle emozioni, e mancanza di proattività. Creare un ambiente psicologicamente sicuro, dove tutti possano sbagliare senza giudizi, permette di ridurre ansie e conflitti e fa emergere la motivazione all’apprendimento. In conclusione, la consapevolezza, la relazione autentica e l’adozione di strategie personalizzate rappresentano le basi imprescindibili per una gestione della classe ricca di significato e orientata alla crescita di tutti.
L’episodio avvenuto al liceo Geoffroy Saint-Hilaire di Étampes, un comune a sud di Parigi, ha profondamente scosso l’opinione pubblica e suscitato numeroso clamore mediatico e istituzionale. Alcuni studenti, in un gesto estremo di incoscienza e violenza, hanno scardinato la porta di un bagno e l’hanno lanciata da una finestra del quarto piano. Nel tragico evento, una docente è stata colpita di striscio, evitando conseguenze ben più gravi solo per un caso fortuito. La dinamica dei fatti ha evidenziato una totale assenza di consapevolezza dei rischi da parte degli studenti coinvolti e messo in luce criticità legate alla sicurezza degli ambienti scolastici. Il rapido intervento dei soccorsi e della polizia, con il fermo di tre ragazzi (di cui uno in stato di ebrezza), ha permesso di arginare i danni, ma ha fatto emergere inquietanti interrogativi riguardo al disagio giovanile e all’accesso a sostanze alcoliche tra i minorenni. L’amministrazione scolastica e le autorità locali hanno prontamente reagito, sottolineando la necessità di rafforzare i controlli e le misure preventive all’interno degli istituti.
L’evento di Étampes è solo l’ultimo di una lunga serie di episodi di violenza, bullismo e vandalismo che stanno interessando le scuole francesi negli ultimi anni. Numerose sono le testimonianze di docenti e personale scolastico che denunciano una crescente ondata di comportamenti aggressivi, sia fisici sia psicologici, da parte degli alunni. Le autorità scolastiche stanno investendo sempre più in sistemi di sorveglianza, controlli agli ingressi e programmi di sensibilizzazione, ma il problema appare complesso e radicato nel tessuto sociale ed educativo. Le dichiarazioni della ministra dell’Educazione Nazionale hanno rimarcato la priorità assoluta della sicurezza e del benessere all’interno delle scuole, oltre alla responsabilità condivisa tra istituzioni, famiglie e comunità per prevenire degenerazioni di questo tipo. I dati confermano che l’abuso di alcol tra minori è una problematica crescente, connessa sia a situazioni di disagio personale sia a lacune nella relazione educativa e nella rete di sostegno psicologico.
Le possibili soluzioni richiamano la necessità di un approccio multidisciplinare e condiviso. Sul piano pratico, si propongono controlli rafforzati alle entrate delle scuole, l’installazione di telecamere di videosorveglianza, programmi obbligatori di educazione civica e percorsi di supporto psicologico per gli studenti più fragili. Tuttavia, la repressione non può essere l’unica strategia: diventa imprescindibile lavorare anche sulla prevenzione primaria, sulla costruzione di un clima relazionale positivo e sull’ascolto attento dei ragazzi. La responsabilità educativa deve coinvolgere non solo scuola e famiglie, ma l’intera società, valorizzando le buone pratiche di inclusione e collaborazione. L’episodio di Étampes sia quindi un monito per l’intero paese: solamente tramite un rinnovato patto educativo, una solida rete di sostegno e il coinvolgimento attivo di tutti gli attori sarà possibile ridurre i rischi nelle scuole e restituire serenità a studenti e insegnanti, prevenendo tragedie che potrebbero essere facilmente evitate con un lavoro di prevenzione e dialogo.
La dipendenza da smartphone è diventata una delle sfide più pressanti della società contemporanea, coinvolgendo in modo particolare la Generazione Z. Il fenomeno dell’«appstinenza» prende piede grazie all’iniziativa di Gabriela Nguyen dell’Università di Harvard, che ha elaborato il metodo delle 5D per la disintossicazione digitale. Si tratta di un approccio strutturato che prevede una progressiva riduzione dell’uso dello smartphone, partendo dalla diminuzione del tempo di utilizzo, passando per la disattivazione delle notifiche, l’eliminazione delle app superflue, il downgrade a telefoni più semplici, fino ad arrivare a periodi programmati di completo distacco. I sintomi della dipendenza, ormai osservabili anche in ambito clinico, comprendono ansia, irritabilità, disturbi del sonno e difficoltà relazionali; sintomi aggravati dall’esponenziale crescita delle notifiche, che bombardano costantemente l’utente e ridefiniscono negativamente l’attenzione e il benessere mentale. In risposta, il movimento Appstinence si pone come una soluzione flessibile ma efficace, sostenendo il miglioramento non solo della salute digitale individuale ma anche del benessere collettivo, grazie a pratiche condivise e supportate nelle famiglie e nelle scuole.
La seconda fase del cambiamento avviato dal metodo Harvard delle 5D coinvolge l’ambiente socio-educativo e il tessuto comunitario. Le soluzioni pratiche suggerite dal movimento Appstinence comprendono la creazione di zone e momenti “phone-free”, l’impostazione dello schermo in bianco e nero, l’utilizzo di sveglie tradizionali al posto dello smartphone e l’adesione a routine digitali più equilibrate. Fondamentale è anche il sostegno reciproco: condividere obiettivi con amici e famiglie, e partecipare a gruppi di supporto, può rafforzare la motivazione a ridurre la dipendenza. Le scuole iniziano a integrare questi principi nei programmi educativi, promuovendo l’uso consapevole della tecnologia e la valorizzazione delle attività non digitali. Tuttavia, non mancano criticità: molte persone dipendono dai dispositivi per studio e lavoro, e un’astinenza totale può apparire irrealistica e, in alcuni casi, impraticabile. Il metodo Harvard, però, permette personalizzazione e gradualità, adattandosi ai diversi bisogni e contesti personali.
Guardando al futuro, la battaglia contro la dipendenza da smartphone non deve essere vista come una crociata contro la tecnologia, ma come un tentativo di recuperare un rapporto equilibrato con essa. Il metodo 5D e il movimento Appstinence rappresentano un avanzamento concreto nella promozione della salute mentale, rilanciando il valore del tempo e delle relazioni autentiche. L’obiettivo è trasformare la tecnologia da padrona a strumento, favorendo la consapevolezza nell’uso quotidiano dei dispositivi. I dati del 2024, che descrivono l’esplosione delle notifiche e la crescita dei disturbi correlati, testimoniano l’urgenza di adottare approcci strutturali e condivisi, coinvolgendo non solo i singoli, ma famiglie, scuole e istituzioni. La speranza è che la disintossicazione digitale diventi pratica diffusa, riconosciuta e sostenuta su larga scala, per restituire alle persone la proprietà del proprio tempo e benessere mentale.
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L’attesa per una versione nativa di WhatsApp su iPad rappresenta un tema ricorrente all’interno della community Apple. Per anni, l’assenza di un’app dedicata ha costretto gli utenti a soluzioni di ripiego come WhatsApp Web o versioni desktop, generando insoddisfazione e richieste incessanti. Recenti indizi, fra cui la reazione provocatoria dell’account ufficiale di WhatsApp su X e l’avvio di una closed beta, hanno alimentato la speranza di un lancio imminente. L’interesse nasce dalla necessità diffusa di integrare appieno la funzione di messaggistica più utilizzata al mondo anche sui tablet Apple, permettendo un’esperienza fluida sia in ambito personale che professionale. L’iPad, ormai strumento fondamentale nella vita quotidiana, potrebbe così beneficiare di un’app nativa che sfrutti appieno le sue potenzialità, come lo schermo ampio, la split view e la produttività aumentata. Per il pubblico, e anche per specialisti e osservatori tech, l’arrivo di WhatsApp nativo promette di colmare una lacuna e portare l’ecosistema Apple al completo. Un’analisi dettagliata dei segnali, delle conferme e delle criticità emerse finora è quindi indispensabile per comprendere le prospettive di rilascio e le novità in arrivo.
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Il percorso verso il rilascio ufficiale di WhatsApp su iPad è stato segnato da notevoli tappe tecniche e comunicative. La closed beta, avviata nel 2023 con un numero limitato di tester, ha permesso di identificare problematiche rilevanti: crash frequenti, difficoltà nella sincronizzazione delle chat e notifiche inaffidabili sono i principali ostacoli che hanno rallentato lo sviluppo. Nonostante ciò, le reazioni positive della community, catalizzate anche da una semplice emoji pubblicata su X dall’account ufficiale di WhatsApp, hanno mantenuto alta l’attenzione mediatica. Sul fronte delle tempistiche, le indiscrezioni suggeriscono una possibile uscita pubblica entro la seconda metà del 2025, ma tutto dipende dalla capacità di risoluzione dei bug e dall’ottimizzazione dell’app. Il processo prevede l’espansione del testing, l’integrazione dei feedback degli utenti e una comunicazione trasparente da parte di WhatsApp circa la data di lancio definitiva. L’arrivo della versione stabile segnerà una rivoluzione non solo per gli utenti occasionali, ma anche per professionisti, famiglie e sviluppatori interessati a integrare nuove funzioni nell’ecosistema Apple.
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Dal punto di vista delle aspettative funzionali, la versione nativa di WhatsApp per iPad promette di introdurre innovazioni significative. Oltre a un’interfaccia ottimizzata per schermi ampi, si prevede il supporto a modalità multi-finestra, gestione avanzata delle chat tramite barra laterale, compatibilità con Apple Pencil e una piena integrazione multi-dispositivo. Quest’ultima caratteristica è particolarmente attesa: permetterà di utilizzare lo stesso account WhatsApp simultaneamente su iPhone, iPad, Mac e PC, garantendo sincronizzazione istantanea di messaggi, file e notifiche. L’app nativa assicurerà anche backup su iCloud, notifiche affidabili e funzioni di privacy avanzate, risolvendo i limiti attuali dovuti alle soluzioni di ripiego. L’annuncio ufficiale, quando arriverà, sancirà la fine di una lunga attesa e ridisegnerà il modo in cui la messaggistica istantanea viene vissuta sui tablet Apple. Gli utenti, ormai pronti a scaricare WhatsApp per iPad direttamente dall’App Store, possono guardare con ottimismo all’imminente rivoluzione che renderà il tablet della Mela uno strumento di comunicazione ancora più potente e versatile.
La **Nota MIM n. 985 del 14 maggio 2025** segna una svolta fondamentale nell’organizzazione degli Esami di Stato nei percorsi di istruzione per adulti, sia di primo che di secondo livello. Il provvedimento fornisce chiarezza normativa per dirigenti scolastici, coordinatori dei corsi serali e docenti, delineando con precisione nuovi compiti, responsabilità e modalità operative. Il contesto in cui si inserisce la Nota è un sistema educativo che riconosce la crescente domanda di formazione continua e qualificazione da parte di una popolazione adulta eterogenea sia per esperienze che per bisogni. Tra le principali innovazioni si evidenziano la ridefinizione dei ruoli in ottica di collegialità, la maggiore valorizzazione delle competenze pregresse di tipo formale e lavorativo, nonché un impegno esplicito verso trasparenza, equità e personalizzazione dell’offerta formativa e delle prove d’esame. In tal senso, il documento invita tutta la comunità scolastica a mantenersi aggiornata e a collaborare attivamente per assicurare equità e reale inclusione all’interno dei nuovi scenari formativi legati all’istruzione per adulti.
I **dirigenti scolastici** sono investiti di maggiori responsabilità e funzioni strategiche riguardo l’attuazione della normativa: devono garantire l’allineamento delle procedure ai dettami ministeriali, pianificare adeguatamente le commissioni d’esame, assicurarsi del buon funzionamento degli organi collegiali, nonché organizzare la formazione e aggiornamento di coordinatori e docenti. Particolare attenzione viene posta agli aspetti organizzativi mirati a favorire l’inclusione e la personalizzazione dei percorsi di apprendimento. I **coordinatori dei corsi serali** assumono invece il ruolo di vero e proprio snodo tra staff dirigente, docenti e studenti, curando la calendarizzazione delle prove, la comunicazione trasparente con gli iscritti, la predisposizione e differenziazione dei materiali d’esame e il monitoraggio delle specifiche situazioni dei singoli studenti adulti. I **docenti** sono chiamati sia a progettare unità di apprendimento coerenti e personalizzate, sia a partecipare attivamente ai processi di valutazione con attenzione alle peculiarità della popolazione adulta, promuovendo allo stesso tempo inclusione e sviluppo di competenze trasversali.
Dal punto di vista organizzativo e valutativo, la Nota introduce flessibilità nella gestione di orari, sessioni e modalità degli esami, per rispondere alle esigenze degli adulti lavoratori. Spicca la centralità dei crediti formativi, che permettono di valorizzare esperienze pregresse anche extracurricolari, e la necessità di strumenti valutativi trasparenti e condivisi, come rubriche e prove pratiche calibrate. Tra le raccomandazioni, emerge l’importanza della formazione in servizio, della collaborazione tra tutte le figure coinvolte e dell’attivazione di servizi di monitoraggio e supporto. L’implementazione efficace delle direttive contribuirà a trasformare la scuola serale in un ambiente realmente inclusivo e orientato alla valorizzazione delle competenze individuali. Complessivamente, la **Nota MIM 985/2025** traccia la via per un sistema di istruzione degli adulti più moderno, equo, efficace e attento alla centralità delle persone e alla diversità delle loro storie formative.
Il fenomeno del bullismo e cyberbullismo nelle scuole italiane rappresenta una delle principali emergenze sociali degli ultimi anni, come sottolineato nella Relazione al Parlamento 2025 redatta dal Ministero dell’Istruzione e del Merito. L’evoluzione delle tecnologie digitali ha reso il cyberbullismo un problema ancora più insidioso, in grado di colpire i minori in modi subdoli e spesso invisibili, aggravando le conseguenze psicologiche, sociali e scolastiche. Secondo le recenti ricerche, almeno uno studente su cinque è stato vittima di prepotenze o esclusione, sia in presenza che online. Il Ministero ha adottato strumenti normativi e operativi mirati: linee guida aggiornate, l’attivazione di piattaforme digitali come Elisa, corsi di formazione specifici per il personale scolastico e campagne di sensibilizzazione rivolte agli studenti e alle famiglie, tutto con l’obiettivo di prevenire e arginare i comportamenti dannosi e creare una comunità educativa più sicura e solidale.
La formazione degli adulti di riferimento, in particolare docenti e personale scolastico, è risultata fondamentale per il riconoscimento precoce dei segnali del disagio e la gestione tempestiva dei casi di bullismo e cyberbullismo. Attraverso corsi in presenza, online e strumenti digitali, il personale è stato dotato di competenze su mediazione dei conflitti, identificazione dei rischi in rete e procedure operative per la segnalazione. Non meno strategica è la diretta partecipazione degli studenti tramite progetti di peer education, laboratori narrativi e incontri con testimoni del fenomeno, che stimolano empatia e rafforzano il senso di appartenenza alla comunità scolastica. Il ruolo delle famiglie è valorizzato sia nell’ambito della prevenzione che in quella della presa in carico di situazioni a rischio, grazie a sportelli d’ascolto, materiali informativi e confronto costante fra scuola, associazioni e istituzioni territoriali come Polizia Postale e ASL.
A livello operativo, strumenti come il Safer Internet Centre Italia si sono dimostrati fondamentali per monitorare, informare e proteggere i minori online, ponendo particolare attenzione alla segnalazione dei contenuti illeciti e all’educazione digitale degli adulti e dei ragazzi. La piattaforma Elisa consente invece la formazione continua dei docenti e la raccolta di dati utili per interventi sempre più puntuali ed efficaci. Eventi come il Safer Internet Day hanno rafforzato la sensibilizzazione collettiva, mentre la Relazione evidenzia la centralità del monitoraggio ministeriale per la valutazione e la rimodulazione delle strategie di contrasto. Le prospettive future prevedono maggiore inclusione per studenti vulnerabili, investimenti in formazione e collaborazione più stretta con le principali piattaforme social per la rapida rimozione di contenuti dannosi. La lotta al bullismo e cyberbullismo resta una sfida prioritaria, che può essere vinta solo con una collaborazione costante tra scuola, famiglie, istituzioni e società civile.
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Il concorso docenti PNRR2 2025 rappresenta un appuntamento chiave per l’assunzione nel comparto scuola, rivolto ai docenti di infanzia, primaria e secondaria. Nel quadro di questo concorso, la prova scritta suppletiva è stata introdotta come una soluzione per coloro che, per motivi documentati e validi, non hanno potuto sostenere la sessione ordinaria prevista dal calendario principale. Le date fissate per questa sessione suppletiva sono l’11 giugno 2025 per infanzia e primaria, e il 12 giugno 2025 per la secondaria: tale strutturazione permette di seguire con ordine i diversi segmenti del mondo scolastico. L’accesso a questa tornata straordinaria non è libero: solo i candidati che hanno presentato una giustificazione valida e ricevuto la convocazione da parte dell’amministrazione possono parteciparvi. Tra le cause ammesse figurano problemi di salute adeguatamente documentati, impegni di servizio concomitanti o altre cause di forza maggiore accogliete dall’ufficio scolastico. La notifica di convocazione avviene solo tramite email istituzionale; è perciò fondamentale monitorare costantemente la propria posta elettronica, anche quella PEC se usata per la candidatura, onde evitare esclusioni dovute a mancata risposta o disattenzione.
### Paragrafo 2
Uno dei nodi centrali per chi affronta la prova scritta suppletiva riguarda il voto minimo necessario per accedere agli step successivi, in particolare la prova orale. Il bando del concorso, pubblicato sui portali ufficiali, stabilisce in modo univoco che il voto minimo di accesso all’orale resta fissato a 70 su 100 per ogni sessione, ordinaria o suppletiva. Non sono previste deroghe o abbassamenti di soglia: tutti i candidati – sia quelli che hanno sostenuto la prova regolare sia quelli che ne hanno svolta una suppletiva – devono raggiungere questa soglia per essere ammessi all’orale. Tale scelta, confermata da Ministero dell’Istruzione e dalle relative FAQ, si fonda su una logica di equità e meritocrazia. Le domande di tipo “La prova suppletiva cambia il voto minimo?” ricevono una risposta netta: no, la regola del 70/100 resta invariata. Inoltre, le modalità e il livello di difficoltà dei quesiti sono comparabili a quelli della sessione ordinaria, con domande estratte dai medesimi archivi nazionali e valutate dalle stesse commissioni, salvo casi di impedimento documentato.
### Paragrafo 3
Sul piano pratico, sostenere la prova suppletiva non comporta differenze rispetto agli altri concorrenti in merito all’accesso agli step successivi: superata la soglia di 70/100, i candidati accedono all’orale alle stesse condizioni degli altri, venendo inseriti nelle stesse graduatorie senza sezioni distinte. Questa continuità regola l’esperienza sia nella fase di pubblicazione dei risultati, attesa entro 15 giorni, sia nella tempistica per la prova orale. Analizzando i concorsi precedenti, si nota come le regole siano state costantemente mantenute, a riprova della volontà ministeriale di garantire stabilità e trasparenza. Ai candidati vengono quindi dati alcuni consigli operativi: monitorare frequentemente la posta elettronica, studiare sui programmi ufficiali, usufruire di eventuali simulazioni di prova e, se possibile, iniziare la preparazione orale prima ancora della pubblicazione degli esiti. L’occasione offerta dal concorso PNRR2 2025, soprattutto per chi ha avuto impedimenti precedenti, richiede attenzione alle procedure e un’impostazione quanto più informata e strategica, elementi decisivi per superare la selezione e conquistare un posto a scuola.
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