Anna Wintour lascia Vogue America dopo 37 anni: una nuova era per la moda
La ventesima edizione della manifestazione “Fattorie aperte in Sila”, ormai punto di riferimento nel panorama del turismo sostenibile in Calabria, si svolge sull’altopiano silano, con una ricca proposta che valorizza le filiere DOP e la cultura enogastronomica locale. L’evento si fonda su esperienze immersive nelle aziende agricole, che aprono le proprie porte a visitatori desiderosi di entrare in contatto con la varietà delle produzioni agroalimentari autentiche della regione. Grazie a questa formula, viene promossa la conoscenza diretta delle eccellenze territoriali, come formaggi, salumi e specialità DOP, incentivando pratiche turistiche responsabili che contribuiscono a rafforzare l’economia locale e a salvaguardare tradizioni e biodiversità.
Un elemento centrale dell’edizione 2024 è il potenziamento dei percorsi educativi dedicati ai bambini. Le fattorie didattiche propongono laboratori creativi, esperienze di apprendimento interattivo e itinerari naturalistici progettati per avvicinare i più piccoli al mondo rurale e all’importanza della biodiversità e della sostenibilità alimentare. Il percorso educativo, arricchito da attività pratiche e momenti di scoperta, mira a stimolare la curiosità, il rispetto per l’ambiente e la consapevolezza sul cibo, contribuendo così alla formazione di una nuova generazione di consumatori attenti e sensibili ai temi della produzione agricola e della tutela del territorio. L’impatto positivo di queste iniziative trova conferma anche nel successo digitale della manifestazione, che ha registrato oltre 260.000 visitatori sul suo sito ufficiale, segnale di interesse diffuso e partecipazione attiva.
Il sostegno istituzionale, con il plauso della Regione Calabria e del Parco nazionale della Sila, rafforza il valore di “Fattorie aperte in Sila” come piattaforma di valorizzazione delle risorse naturali, economiche e sociali del territorio. Gli eventi collaterali previsti, dalle degustazioni di prodotti tipici DOP ai laboratori artigianali per adulti e bambini, fanno di questa manifestazione estiva una tappa imperdibile non solo per i residenti ma anche per i turisti in cerca di vacanze immerse nella natura e nella cultura rurale della Calabria. In definitiva, il successo e la longevità della manifestazione testimoniano l’importanza di integrare turismo esperienziale, educazione ambientale e filiere di qualità, offrendo un modello virtuoso di promozione del territorio capace di generare benefici concreti a livello culturale, ambientale ed economico.
## La partnership Bitget-Unicef: una svolta per la formazione digitale
Bitget, piattaforma crypto di riferimento, ha stretto una partnership con Unicef allo scopo di formare 300.000 giovani, con particolare attenzione alle ragazze, nelle competenze digitali e blockchain. Questa collaborazione nasce dalla consapevolezza che, nell’attuale panorama lavorativo e tecnologico, le conoscenze legate alle nuove tecnologie sono fondamentali per l’inclusione e la competitività. Il divario digitale, infatti, rischia di escludere soprattutto i più giovani e le donne, spesso ancora sottorappresentate in ambito STEM. La missione congiunta di Bitget e Unicef prevede quindi interventi concreti che vanno dall’erogazione di corsi online all’attivazione di mentoring specifici, per garantire un accesso paritario alle opportunità offerte dalla digitalizzazione.
## Bitget Academy e Game Changers Coalition: strumenti per un cambiamento reale
Al cuore dell’iniziativa risiede la Bitget Academy, una piattaforma didattica all’avanguardia che propone un corso online dedicato alla blockchain, concepito per essere interattivo, pratico e disponibile a tutti. L’insegnamento punta sulla gamification, casi d’uso reali e materiali aggiornati, per rendere l’apprendimento coinvolgente ed efficace. Attraverso l’adesione alla Game Changers Coalition, Bitget estende il proprio impatto all’interno di una rete globale di organizzazioni innovative, accedendo a nuove risorse, visibilità e possibilità di collaborazione. Questa strategia permette di raggiungere un numero maggiore di beneficiari e di implementare campagne di sensibilizzazione, workshop e programmi di tutoraggio che favoriscono concretamente l’inclusività di genere nell’accesso alla formazione tecnologica.
## Obiettivi e prospettive future della collaborazione
La formazione di 300.000 giovani rappresenta solo l’inizio di un percorso ad ampio respiro, pensato per innescare un circolo virtuoso di empowerment, innovazione e inclusione. Bitget e Unicef non si limitano infatti a fornire competenze tecniche, ma cercano di costruire una comunità più equa e preparata per le sfide future dell’economia digitale. Sostenere le ragazze e i giovani in questo percorso significa non soltanto ridurre il gender gap, ma anche mettere le basi per una partecipazione più attiva e trasformativa all’interno della società tecnologica globale. L’esempio di Bitget e Unicef può così fungere da modello per ulteriori progetti di collaborazione tra settore privato e organizzazioni internazionali, con la prospettiva di un futuro dove le opportunità digitali siano davvero accessibili a tutti.
Il programma “Good Food Makers 2025” del Gruppo Barilla si conferma come una delle principali iniziative di open innovation dedicate al settore agroalimentare, giunta ormai alla sua settima edizione. Questo progetto nasce con l’obiettivo di valorizzare idee e soluzioni innovative, selezionando startup e aziende emergenti che desiderano contribuire, attraverso le proprie competenze e tecnologie, all’evoluzione del panorama alimentare globale. Fondamentale in quest’ottica è la collaborazione strategica con Almacube, attore fondamentale nella costruzione di un network solido di investitori, mentor e piattaforme digitali che accompagnano le startup durante tutto il loro percorso di crescita e confronto. Il programma favorisce così un forte ecosistema di scambio e collaborazione, proponendo un modello sostenibile e scalabile per l’innovazione alimentare, capace di rispondere alle continue sfide poste dal mercato, dalla tecnologia e dai nuovi pattern di consumo globale.
La settima edizione di Good Food Makers si focalizza in modo specifico su tre grandi sfide per il 2025: la resilienza climatica in ambito agricolo, l’adozione di tecnologie avanzate per il monitoraggio e la sicurezza degli alimenti, e l’innovazione volta a migliorare la shelf life e la sostenibilità degli imballaggi. La prima sfida, “AgTech for climate resilience”, mira a promuovere soluzioni all’avanguardia che consentano all’agricoltura di adattarsi e rispondere efficacemente agli effetti del cambiamento climatico. La seconda sfida, “New frontiers in detection”, richiede invece il contributo di startup in grado di proporre nuovi strumenti e sistemi di controllo per garantire la massima sicurezza e qualità dei prodotti alimentari. Infine, la terza area tematica, “Best on Shelf”, si concentra sull’innovazione destinata a prolungare la durata dei prodotti sugli scaffali e a migliorare la sostenibilità degli imballaggi, riducendo l’impatto ambientale lungo tutta la filiera. Le candidature sono aperte fino a fine luglio 2025, con una selezione mirata a valutare l’innovatività, la sostenibilità e il valore d’impatto delle proposte progettuali.
Il percorso del programma avrà inizio a settembre 2025 e si concluderà a gennaio 2026, periodo durante il quale le startup selezionate potranno usufruire di un supporto strutturato composto da mentorship, accesso a risorse aziendali e la possibilità concreta di instaurare partnership con Barilla e altri importanti attori industriali. Questo percorso non solo rappresenta una preziosa occasione di crescita per le giovani realtà imprenditoriali, ma costituisce anche un’importante leva di sviluppo e cambiamento per l’intero sistema alimentare. Attraverso Good Food Makers, Barilla rafforza il suo ruolo di leader nell’innovazione e nella sostenibilità, promuovendo tecnologie e progetti fondamentali per la transizione verso un food system più resiliente, sicuro ed ecosostenibile. La settima edizione rimarca quindi la centralità dell’open innovation e della collaborazione tra startup e grandi aziende nel plasmare il futuro dell’alimentazione.
Harvard University ha recentemente introdotto un piano di emergenza rivolto agli studenti internazionali, motivato dal crescente clima di restrizioni migratorie negli Stati Uniti. L’amministrazione americana, soprattutto durante la presidenza di Donald Trump, ha infatti inserito severi limiti alla possibilità di iscrizione e permanenza per studenti stranieri nelle università statunitensi. Queste restrizioni hanno costretto atenei come Harvard a individuare soluzioni concrete per evitare bruschi abbandoni di percorso da parte di studenti provenienti da tutto il mondo. La centralità degli studenti internazionali è confermata dai dati: alla Harvard Kennedy School, il 52% degli iscritti ha origini estere, un indice fondamentale sia per la qualità accademica sia per la varietà culturale dell’ateneo. Il piano si inserisce in un contesto di critiche e discussioni politiche molto accese, dove la libertà accademica e il diritto allo studio rischiano spesso di essere messi in secondo piano dalle dinamiche governative.
La risposta operativa di Harvard è una partnership con la University of Toronto, una delle principali istituzioni accademiche del Canada. Questa collaborazione strategica prevede che, in caso di necessità rilevante, gli studenti internazionali impossibilitati a proseguire gli studi negli Stati Uniti possano iscriversi e continuare il proprio percorso presso l’ateneo canadese. Il trasferimento si svolgerebbe in modo agevolato, con procedure snelle e rapide sia per l’iscrizione sia per l’erogazione del supporto amministrativo e accademico. L’obiettivo è garantire che nessuno studente, a causa delle leggi sulle migrazioni, venga privato della possibilità di completare il proprio percorso universitario. Harvard dimostra così di saper reagire in tempi rapidi alle sfide imposte dal contesto internazionale e politico, tutelando sia la continuità formativa che l’apertura culturale.
Questo piano rappresenta una soluzione innovativa e apre scenari inediti nella cooperazione accademica internazionale. La scelta di affidarsi a una realtà come la University of Toronto non solo presenta un’alternativa funzionale per gli studenti, ma rafforza anche i legami tra due eccellenze universitarie nordamericane. Questa iniziativa è stata accolta con favore, ma ha anche generato polemiche politiche, soprattutto alla luce delle critiche di Trump verso la Harvard Kennedy School. Rimane però chiaro il segnale che le università d’élite sono pronte a difendere la propria autonomia e il valore della diversità, attivando strategie concrete per garantire il diritto allo studio anche in tempi difficili. Harvard, insieme all’università canadese, porta così avanti un impegno significativo verso la tutela degli studenti internazionali, confermando che la crescita culturale e scientifica delle università moderne passa soprattutto dall’inclusione e dalla collaborazione globale.
StudiesIn, piattaforma edtech con sede a Barcellona, ha annunciato una mossa cruciale per la sua espansione europea acquisendo una rete di portali informativi per studenti ad alto traffico, inclusi Studying-in-Spain.com e Studying-in-UK.org. Questa acquisizione è strategica per rafforzare la presenza di StudiesIn nel mercato dello studio all’estero, ampliando la qualità e la quantità delle informazioni rivolte a studenti interessati a esperienze educative internazionali. I portali acquisiti offrono guide pratiche, approfondimenti e risorse aggiornate su opportunità di studio in diversi paesi europei, rispondendo alla crescente domanda di contenuti affidabili in un settore in rapida evoluzione. L’obiettivo dichiarato da StudiesIn è non solo rafforzare la base utenti, ma anche integrare e valorizzare le risorse già apprezzate dal pubblico, differenziandosi in un mercato sempre più competitivo e digitale.
L’integrazione delle nuove risorse avverrà nel prossimo trimestre, unificando le piattaforme in un unico ambiente digitale che ottimizzerà la user experience e faciliterà l’accesso a servizi come dettagli su programmi di studio, borse di studio e procedure di ammissione. Parallelamente, StudiesIn ha avviato una raccolta fondi da 500.000 euro per potenziare la tecnologia e soddisfare gli obiettivi di marketing. Questo investimento permetterà alla piattaforma di consolidare la propria posizione di leadership nel settore, offrendo vantaggi sia agli studenti, che avranno accesso a informazioni centralizzate, esaustive e sempre aggiornate, sia alle università, che potranno accedere a un pubblico più ampio e targettizzato. In un contesto in cui il mercato dello studio all’estero europeo cresce grazie all’interesse verso competenze linguistiche e culturali globali, StudiesIn mira a essere il punto di riferimento principale, sfruttando la crescente digitalizzazione e l’esigenza di risorse affidabili e aggiornate in tempo reale.
Guardando al futuro, StudiesIn si confronta con le sfide tipiche dell’ambito edtech: necessità di informazioni accurate e aggiornate, elevati standard di dati e continue innovazioni tecnologiche come l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nella consulenza educativa. Tuttavia, la piattaforma sembra ben posizionata per affrontare queste sfide grazie all’integrazione dei nuovi portali, all’espansione della propria offerta digitale e agli investimenti strategici pianificati. L’acquisizione rappresenta per StudiesIn un salto di qualità verso la leadership nel mercato europeo dei servizi informativi per studenti. Con un’offerta sempre più completa e personalizzata, la società punta a consolidare la propria reputazione e attrarre un numero crescente di studenti e partner accademici, creando valore aggiunto sia per chi cerca opportunità internazionali sia per le istituzioni che desiderano ampliare la propria visibilità.
Il 26 giugno 2025 si è svolto presso la sede dell’Aran il quinto incontro tra il Ministero dell’Istruzione e i sindacati per discutere il rinnovo del CCNL “Istruzione e Ricerca” 2022-2024, un appuntamento di notevole importanza per tutto il comparto scolastico. Durante la riunione, la Flc Cgil ha sottolineato la centralità del benessere lavorativo dei docenti e del personale ATA per migliorare la qualità dell’insegnamento e garantire il funzionamento efficiente delle scuole. Il confronto tra le parti si è focalizzato su alcuni temi fondamentali: miglioramento delle relazioni sindacali, criteri chiari per i passaggi verticali del personale ATA, maggiore flessibilità nella programmazione delle ferie e una revisione delle norme relative ai permessi e alle malattie nel settore universitario e della ricerca. Questi argomenti sono stati dibattuti in un clima di partecipazione attiva, con l’obiettivo comune di modernizzare il contratto e adattarlo alle esigenze odierne del sistema scolastico.
L’Aran ha proposto alcuni aggiornamenti normativi mirati a dare maggiore precisione ai processi di carriera per il personale ATA, incrementando la flessibilità sul tema delle ferie e adattando le procedure relative a permessi e malattie del personale universitario e della ricerca. Allo stesso tempo, la Flc Cgil ha insistito affinché il benessere psicofisico sia riconosciuto come pilastro della contrattazione, sostenendo misure per la salute dei lavoratori, una maggiore equità nelle progressioni di carriera e un adeguamento nella gestione dei permessi per motivi sanitari. Tra i temi centrali, la definizione di criteri chiari e trasparenti per i passaggi verticali rappresenta una svolta significativa per il personale ATA, con l’obiettivo di favorire la crescita professionale e rafforzare la motivazione e la stabilità occupazionale, contribuendo così a migliorare ulteriormente l’efficienza operativa delle scuole.
Un altro punto cardine della trattativa riguarda la flessibilità nella programmazione delle ferie, una necessità molto sentita dal personale per ottenere un miglior equilibrio tra vita lavorativa e privata. Le nuove proposte dovrebbero rendere la gestione delle ferie più adattabile alle diverse esigenze, riducendo le situazioni di conflitto e favorendo una maggiore armonizzazione tra lavoro e tempo libero. Inoltre, per il settore università e ricerca, sono in discussione nuove tutele e una maggiore flessibilità nell’uso dei permessi per ragioni sanitarie o di malattia. La partecipazione costante dei sindacati, e in particolare della Flc Cgil, continuerà a rivestire un ruolo chiave nel garantire la tutela dei diritti dei lavoratori e nell’apportare miglioramenti tangibili alle condizioni di lavoro del comparto scuola. Resta ora da vedere come queste proposte verranno recepite e tradotte concretamente nel nuovo contratto, segnando così il futuro delle condizioni lavorative di docenti, ATA e personale universitario.
La recentissima story map prodotta dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) rappresenta un’importante innovazione per il racconto della sismicità di Roma, estendendosi su un arco temporale di oltre duemila anni. Questo strumento digitale, organizzato in sette ricchi capitoli e arricchito da 37 schede informative, consente di consultare dati storici, scientifici e leggendari in modo accessibile sia agli esperti di settore che ai semplici cittadini curiosi. Attraverso un approccio multidisciplinare, la story map mira a chiarire luoghi comuni diffusi, fornendo materiali e testimonianze che spaziano dal danno visibile sui monumenti storici come il Colosseo alle ricostruzioni di eventi sismici dimenticati. In particolare, la disamina delle lesioni sul Colosseo non solo mostra come i terremoti abbiano influenzato la storia della città, ma anche come questi segni siano diventati parte integrante del racconto culturale di Roma. L’opera vuole attrarre e sensibilizzare un pubblico vasto, sfruttando la forza della narrazione digitale per disseminare conoscenza e buone pratiche nell’ambito della prevenzione.
Un capitolo particolarmente significativo della story map è dedicato ai molteplici miti sulla presunta immunità sismica di Roma, in special modo a quello che lega la protezione della città all’intervento soprannaturale del Papa. Tale credenza, ancora radicata nella tradizione popolare, viene affrontata con approccio critico, sottolineando come la verifica storica scientifica abbia smentito l’idea che la Capitale sia immune ai terremoti. Invece, dati storici e recenti confermano che Roma ha subìto numerosi eventi sismici durante i secoli, alcuni dei quali hanno lasciato conseguenze visibili e documentate sui monumenti più noti. La pubblicazione si dimostra così fondamentale per sgretolare convinzioni infondate, invitando invece a riconoscere la reale vulnerabilità sismica di Roma e l’importanza di una cultura della prevenzione. L’analisi tra mito e realtà permette anche di comprendere le dinamiche sociali che accompagnano la percezione del rischio sismico nei grandi contesti urbani come quello di Roma.
L’aspetto più rilevante del progetto proposto dall’INGV rimane la valorizzazione del binomio imprescindibile tra conoscenza storica e ricerca sismologica. Il dialogo costante tra queste discipline consente non solo di ricostruire la cronologia e l’impatto dei terremoti del passato, ma anche di migliorare le strategie di prevenzione future. La story map, infatti, si posiziona come strumento di divulgazione e sensibilizzazione volto a coinvolgere istituzioni, amministrazioni e cittadini. Comprendere a fondo la storia sismica della città e la sua documentazione rappresenta il primo passo per una più efficace tutela del patrimonio artistico e della sicurezza pubblica. L’iniziativa dell’INGV, oltre a offrire un archivio digitale, promuove così una nuova consapevolezza: solo superando antichi miti e rafforzando la collaborazione tra scienza e storia si può costruire un futuro più sicuro per la Capitale italiana.
### Scoperta e contesto della ricerca
L’annuncio della scoperta di una variante genetica chiave per lo sviluppo del neuroblastoma rappresenta un avanzamento significativo nella lotta contro i tumori pediatrici. Il neuroblastoma è una patologia particolarmente aggressiva che colpisce i bambini nella fascia d’età compresa tra 0 e 10 anni, rendendo complessa sia la diagnosi precoce sia l’efficacia dei trattamenti disponibili. Il gruppo di ricerca italiano, coordinato dal Ceinge e dall’Università Federico II di Napoli, ha affrontato questa sfida analizzando un vastissimo insieme di dati genetici raccolti da oltre 2.000 casi di neuroblastoma. Utilizzando sofisticate tecniche di analisi, sono state esaminate più di 10 milioni di varianti genetiche, con l’obiettivo di individuare nuove possibili cause biologiche alla base della malattia. Questa ricerca si inserisce in un contesto di continua crescita dell’oncologia pediatrica italiana, che si conferma ai vertici internazionali sia per la qualità del lavoro svolto sia per l’approccio multidisciplinare adottato nelle indagini. La scelta di utilizzare un campione così ampio e una tecnologia di analisi così avanzata ha permesso di giungere a risultati che aprono nuove prospettive terapeutiche, ponendo solide basi per future innovazioni cliniche.
### Il gene Hsd17B12 e le implicazioni per la cura
La scoperta della variante rs2863002, evidenziata come marker genetico associato a un aumentato rischio di neuroblastoma, ha permesso di puntare l’attenzione sul gene Hsd17B12. Questo gene, coinvolto principalmente nel metabolismo dei grassi, sembra giocare un ruolo cruciale non solo nella regolazione delle normali funzioni cellulari ma anche nella crescita e proliferazione delle cellule tumorali. Il collegamento tra metabolismo lipidico e sviluppo del neuroblastoma suggerisce nuove possibilità per l’elaborazione di terapie mirate. Intervenire sul gene Hsd17B12 o sulle vie metaboliche ad esso correlate permetterebbe infatti di inibire selettivamente la crescita tumorale nei pazienti colpiti. Grazie a questa scoperta, si apre la strada a trattamenti più personalizzati, capaci di garantire una maggiore efficacia e, al contempo, una riduzione degli effetti collaterali rispetto alle terapie tradizionali chemioterapiche e radioterapiche. In prospettiva, le terapie basate sull’inibizione di segnali metabolici specifici potrebbero significativamente aumentare la sopravvivenza e la qualità della vita dei bambini affetti da neuroblastoma, segnando una svolta rispetto alle strategie terapeutiche impiegate fino ad oggi.
### Prospettive future della ricerca e impatto clinico
La rilevanza della scoperta del gene Hsd17B12 e della variante rs2863002 non si limita alla sola identificazione di un nuovo marker genetico; essa apre importanti orizzonti sia per la biomarcazione del rischio che per il trattamento terapeutico. Nei prossimi anni la comunità scientifica dovrà investire nel tradurre questi risultati di laboratorio in protocolli clinici, con l’obiettivo di sviluppare screening genetici più efficaci e terapie mirate di nuova generazione. L’approccio personalizzato potrà infatti consentire una gestione più attenta dei pazienti, identificando precocemente chi è a maggior rischio e intervenendo con trattamenti profilati fin dalle prime fasi di malattia. Inoltre, l’impegno dell’Italia in questo ambito dimostra come la ricerca nazionale possa porsi all’avanguardia internazionale, collaborando con altri centri di eccellenza per affinare le strategie di lotta ai tumori infantili. In sintesi, la scoperta rappresenta un vero e proprio punto di svolta nell’oncologia pediatrica: la speranza è quella di veder aumentare nei prossimi anni le guarigioni, la sopravvivenza e la qualità della vita dei piccoli pazienti grazie a trattamenti sempre più innovativi e meno invasivi.
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha annunciato l’avvio di due cicli di percorsi di specializzazione, ai sensi dell’articolo 6 del Decreto Legge 71/2024, destinati ai docenti che abbiano maturato almeno tre anni di servizio specifico nel ruolo di sostegno entro il 31 agosto 2024. Questa iniziativa mira a rispondere a un fabbisogno nazionale di personale qualificato in materia di inclusione scolastica. Il primo ciclo prevede la disponibilità di 5.850 posti gestiti dall’Indire e 20.700 posti offerti dalle università italiane. I docenti interessati dovranno presentare domanda entro l’8 luglio 2025, secondo quanto stabilito dal Ministero, seguendo una selezione che terrà conto dei titoli accademici, dell’esperienza professionale e di eventuali specializzazioni pregresse nel sostegno.
Il percorso formativo si configura come una risposta strutturata e approfondita alla crescente domanda di insegnanti qualificati, consolidando le competenze metodologiche e didattiche degli operatori chiamati a sostenere studenti con bisogni educativi speciali. Il secondo ciclo, introdotto dal Decreto Ministeriale n. 1657 del 26 giugno 2025, amplia ulteriormente le possibilità di accesso alla specializzazione, coinvolgendo un numero aggiuntivo di docenti. Grazie a questa doppia opportunità, il sistema scolastico può contare su un incremento della qualità e della presenza di figure specializzate in tutte le aree del territorio nazionale, garantendo uniformità ed efficacia negli interventi di inclusione.
L’introduzione di questi percorsi rappresenta un significativo passo avanti verso una scuola più inclusiva, aderente alle direttive europee e internazionali in materia di diritto allo studio e pari opportunità. Migliorare la professionalità degli insegnanti di sostegno significa anche diminuire il tasso di abbandono scolastico e favorire la piena integrazione sociale degli alunni con disabilità. Il rispetto delle scadenze e dei criteri di selezione assicura che questa misura raggiunga i docenti più preparati e motivati, rendendo il sistema di formazione continua realmente efficace. Gli interessati sono invitati a monitorare le piattaforme ufficiali del Ministero e degli atenei per non perdere aggiornamenti e scadenze relativi all’accesso ai percorsi di specializzazione.
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