La Senatrice Fallucchi in campo per la Promozione dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali
La recente sentenza del Consiglio di Stato, sez. VI, n. 5345 del 18 giugno 2025, segna un’importante tappa per la disciplina degli appalti pubblici e l’attuazione della parità di genere. Il provvedimento affronta il tema dell’utilizzo dell’avvalimento per dimostrare il possesso della certificazione di parità di genere, requisito premiale introdotto dal D.lgs. 36/2023. Il contesto normativo evidenzia come la certificazione di parità sia concepita per promuovere l’uguaglianza sostanziale tra uomo e donna nei contesti lavorativi e, nello specifico, nelle partecipazioni a gare pubbliche. L’avvalimento, già noto come strumento giuridico che permette a un’impresa di avvalersi dei requisiti di un’altra per partecipare a una gara, viene così esteso anche alla certificazione premiale di parità. La questione nasce dall’incertezza sulla possibilità di utilizzare tale strumento per un requisito innovativo, legato non solo a capacità tecniche ma anche a valori etico-sociali, come l’uguaglianza di genere. L’importanza della decisione risiede proprio nell’aver chiarito che l’obiettivo della normativa sugli appalti è incentivare la più ampia partecipazione tramite strumenti anche flessibili e moderni, come l’avvalimento.
La sentenza n. 5345/2025 interviene risolvendo interpretazioni contrastanti e offre direttive precise sia per gli operatori economici che per le stazioni appaltanti. In particolare, il Consiglio di Stato evidenzia che non vi sono ostacoli per l’utilizzo dell’avvalimento anche ai fini della certificazione di parità di genere, in conformità all’articolo 104 del D.lgs. 36/2023. L’aspetto innovativo del pronunciamento sta proprio nel considerare questa certificazione come un requisito la cui funzione competitiva e premiale può essere valorizzata anche mediante la collaborazione tra imprese. Il Collegio ribadisce che limitare la possibilità di avvalimento sui nuovi requisiti premiali significherebbe vanificare le finalità stesse delle norme recenti, orientate a incentivare le politiche di parità e la più ampia partecipazione. Il collegio sottolinea inoltre che adottare un’interpretazione restrittiva limiterebbe sia la concorrenza che la diffusione delle buone pratiche in materia di uguaglianza di genere, privando così di efficacia le strategie normative adottate dal legislatore.
Le conseguenze pratiche della sentenza sono rilevanti sia per le imprese, in particolare per le PMI, che ora potranno ampliare il ricorso all’avvalimento per partecipare a più bandi, sia per le stazioni appaltanti, che dovranno predisporre documentazione di gara più inclusiva e aggiornata alla nuova interpretazione giurisprudenziale. L’orientamento promosso dal Consiglio di Stato lascia intendere che la certificazione di parità di genere divenuta requisito sempre più centrale nei bandi pubblici, non è solo baluardo di responsabilità sociale ma anche leva di competitività. In tal modo, la sentenza favorisce un’evoluzione del sistema degli appalti pubblici in chiave inclusiva, stimolando le aziende a investire nelle politiche di genere e a strutturarsi per ottenere la certificazione, non solo come adempimento ma come reale opportunità di sviluppo. In sintesi, la decisione non solo promuove una nuova visione della parità di genere nell’ambito degli appalti, ma rafforza anche la cooperazione tra imprese e l’impatto positivo su tutto il tessuto imprenditoriale italiano.
L’invecchiamento muscolare rappresenta una delle principali sfide biomediche contemporanee, con pesanti ricadute sulla qualità di vita degli anziani e sui costi dei sistemi sanitari di tutto il mondo. Un recente sviluppo interessante è rappresentato dagli studi condotti in microgravità, dove lo spazio si configura come un vero e proprio laboratorio naturale per osservare in tempi rapidi processi biologici che sulla Terra richiederebbero decenni. Sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS), la perdita di massa muscolare negli astronauti si manifesta in poche settimane, rendendo i ricercatori in grado di analizzare in modo accelerato le dinamiche della sarcopenia, la patologia degenerativa protagonista dell’invecchiamento muscolare. In tal modo, lo spazio offre un’opportunità unica, non solo per tutelare la salute degli equipaggi di missioni prolungate, ma anche per sviluppare strategie terapeutiche innovative da trasferire sulla Terra.
Uno degli esempi più all’avanguardia di questa linea di ricerca è rappresentato dal lavoro guidato da Siobhan Malany e Maddalena Parafati dell’Università della Florida. Il loro progetto utilizza un minilaboratorio automatizzato a bordo della ISS per mantenere tessuti muscolari umani giovani sottoposti allo stress della microgravità. In circa due settimane, il team ha osservato un calo netto della forza muscolare nel tessuto esposto alle condizioni spaziali. Questo risultato fornisce una quantità significativa di dati sperimentali diretti sul comportamento dei muscoli in assenza di peso, il che aiuta a descrivere meglio i meccanismi alla base della sarcopenia. Oltre all’innovazione tecnologica del minilaboratorio, la riproducibilità degli esperimenti nello spazio consente test molto più veloci e mirati, con evidenti vantaggi per la ricerca farmacologica e fisiologica.
Le implicazioni di questi studi sono fondamentali per il futuro delle cure contro l’invecchiamento muscolare. La possibilità di osservare e sperimentare strategie preventive e terapeutiche in un ambiente accelerato come la ISS fa da motore allo sviluppo di nuovi farmaci e interventi che potranno migliorare la vita degli anziani e dei soggetti affetti da disturbi muscolari. Nonostante le sfide ancora aperte – come la piena comprensione dei meccanismi molecolari coinvolti e la traslazione in clinica terrestre – il contesto unico della microgravità, la collaborazione internazionale e gli investimenti nella ricerca promettono una nuova frontiera scientifica e biomedica, da cui potrebbero derivare benefici duraturi non solo per gli astronauti ma anche per la popolazione globale che invecchia.
### Introduzione e struttura dei corsi di sostegno INDIRE 2025
L’INDIRE (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa) ha avviato i percorsi di specializzazione sul sostegno per rispondere alle direttive del nuovo DL 71/2024. Questi corsi sono un’opportunità cruciale per gli insegnanti triennalisti, ovvero coloro che hanno maturato almeno tre anni di servizio sul sostegno, negli ultimi cinque anni scolastici. Questo percorso formativo triennale mira a fornire una solida preparazione pedagogica e metodologica, indispensabile per lavorare efficacemente con studenti con disabilità e bisogni educativi speciali, in un’ottica di piena inclusività. Gli insegnanti che desiderano partecipare devono inoltrare la domanda entro l’8 luglio 2025 alle ore 17:00, rispettando requisiti rigorosi, incentrati sull’esperienza recente e documentata di servizio. La normativa valorizza l’esperienza professionale nel sostegno, escludendo i servizi svolti su posto comune e ponendo l’accento sulla validità certificata delle annualità dichiarate. Questa stretta selettività garantisce che i corsi accolgano i docenti maggiormente qualificati e aggiornati secondo gli standard richiesti dal sistema scolastico italiano, promuovendo così una formazione di qualità e un’effettiva capacità inclusiva nelle scuole.
### Requisiti, MAD e domande: cosa sapere per accedere
Per l’accesso ai corsi INDIRE 2025, il concetto di “triennalista” viene chiarito e regolamentato con attenzione. Solo chi ha maturato almeno tre anni effettivi su ruoli di sostegno, negli ultimi cinque, può inserirsi, a condizione che tali servizi siano tutti riferiti a incarichi effettivi su sostegno e debitamente attestati. Un aspetto importante riguarda anche la validità del servizio svolto tramite MAD (Messa a Disposizione): questi incarichi, pur essendo spesso saltuari, possono essere conteggiati a favore dei requisiti, ma solo se formalmente documentati e riferiti a supplenze ufficialmente riconosciute nel quinquennio di riferimento. Per partecipare è essenziale predisporre una domanda dettagliata e accurata: la piattaforma telematica INDIRE, insieme a guide e supporti settoriali come quelli curati da Luigi Quattrocchi, è pensata per semplificare la procedura e aiutare a evitare errori nella rendicontazione dei servizi svolti. Gli aspiranti dovranno allegare documentazione probante sulle esperienze analoghe e rispettare scrupolosamente la tempistica indicata, poiché saranno rigettate le istanze inviate oltre la scadenza.
### Novità normative e prospettive future della formazione sostegno
Le innovazioni del DL 71/2024 rappresentano una svolta nella gestione e qualità della formazione degli insegnanti di sostegno. Tra le principali novità rientrano l’obbligatorietà del percorso triennale di specializzazione, la definizione stringente dei servizi idonei per i triennalisti, la possibilità – ma a condizioni rigide e documentate – di conteggiare anche il servizio MAD, e una maggiore trasparenza nell’intero processo selettivo. L’obiettivo principale è rendere ogni passaggio più trasparente ed equo, contribuendo ad aumentare la qualità dell’insegnamento e dei supporti previsti per ogni allievo con bisogni educativi speciali. Inoltre, le nuove disposizioni rafforzano il ruolo della documentazione, della trasparenza e della professionalizzazione del corpo docente, elementi che si prevedono fondamentali per il medio e lungo periodo. L’effettiva attuazione di questi corsi, in regola con le nuove normative, dovrebbe portare sia un miglioramento della scuola inclusiva italiana, sia nuove prospettive occupazionali e di crescita professionale per i triennalisti, facendo dei corsi INDIRE un punto di riferimento imprescindibile per il futuro della didattica di sostegno.
La prova preselettiva per l’accesso al X ciclo del TFA sostegno rappresenta la prima tappa dell’iter formativo che permette agli aspiranti insegnanti di specializzarsi nel sostegno scolastico. Questo importante step si svolgerà dal 15 al 18 luglio 2025, con una suddivisione per ordine scolastico: il 15 luglio per la scuola dell’infanzia, il 16 per la primaria, il 17 per la secondaria di primo grado e il 18 per la secondaria di secondo grado. Tale articolazione permette una valutazione specialistica delle competenze richieste in ciascun contesto educativo. Il TFA sostegno è un percorso essenziale per rispondere alle crescenti esigenze degli studenti con bisogni educativi speciali, richiedendo una selezione rigorosa dei candidati che dovranno mostrare motivazione, preparazione e senso di responsabilità.
La struttura della prova preselettiva prevede un test a risposta multipla composto da 60 quesiti, ciascuno con cinque opzioni di risposta. Almeno 20 domande sono riservate alla valutazione delle competenze linguistiche in italiano, dato il ruolo centrale della comunicazione nell’insegnamento di sostegno. Le risposte corrette valgono 0,5 punti ciascuna, mentre per gli errori o le omissioni non viene assegnato né tolto punteggio, incentivando una gestione strategica sia delle risposte che del tempo a disposizione. Lo scopo non è solo verificare conoscenze nozionistiche ma valutare le basi necessarie per affrontare con successo il percorso formativo e, successivamente, la pratica professionale. La preparazione ai test richiede quindi attenzione sia alla grammatica sia alla comprensione del testo, senza trascurare le competenze metodologiche e didattiche coerenti con il ruolo di insegnante di sostegno.
Per prepararsi con efficacia alla prova del TFA sostegno, è fondamentale adottare alcune strategie mirate. Innanzitutto, occorre esercitarsi con simulazioni di test a risposta multipla, acquisendo dimestichezza con il formato e affinando le tempistiche di risposta. È importante rafforzare le proprie competenze linguistiche, dato il peso specifico attribuito alle domande sull’italiano, ma anche mantenere una buona preparazione sulle materie pedagogiche e psicoeducative rilevanti per il sostegno. Una gestione attenta del tempo durante la prova sarà decisiva, dal momento che solo la metà delle risposte corrette consente effettivo accesso ai corsi. Il superamento della preselezione rappresenta l’inizio di un percorso di formazione che si concluderà, per questa sessione, entro il 30 giugno 2026. Questo iter garantisce al sistema scolastico l’inserimento di figure qualificate in grado di rispondere con competenza e sensibilità ai bisogni degli studenti con disabilità e BES, rafforzando l’inclusione e la qualità dell’istruzione nelle scuole italiane.
Il Festival dei Due Mondi di Spoleto 2025 vede protagonista, nei giorni 2 e 3 luglio, il CESP – Rete delle scuole ristrette, segnando il decimo anniversario della partecipazione delle scuole penitenziarie all’evento. Questa ricorrenza non rappresenta soltanto un traguardo organizzativo, ma sottolinea anche la consolidata sinergia fra le iniziative culturali e i percorsi di inclusione nelle carceri. Il Festival, da sempre crogiolo di arti, teatro e musica, si apre così alla dimensione educativa in carcere, valorizzando l’importanza della formazione come strumento di riscatto sia individuale che collettivo. L’attenzione data quest’anno alle scuole ristrette riflette inoltre il crescente interesse sociale verso i temi dell’inclusione e della giustizia rieducativa, riconoscendo alla cultura la capacità di superare le barriere e di farsi motore di cambiamento all’interno e all’esterno degli istituti di pena.
Il programma del CESP si articola in due eventi di forte impatto. La sera del 2 luglio, lo spettacolo “Senza Titolo. Manifesto del carcere Futurista” vedrà protagonisti detenuti e docenti in una performance teatrale dal carattere innovativo. Il lavoro, nato nell’ambiente carcerario, varca i confini della prigione per salire su un prestigioso palcoscenico internazionale, offrendo testimonianze autentiche di resilienza e creatività e ponendo il pubblico di fronte alle riflessioni sul senso della pena e sulle potenzialità dell’arte come linguaggio universale e strumento di dialogo. Il 3 luglio, presso la Biblioteca Comunale di Spoleto, si terrà il seminario “Cultura & Carcere”, un’importante occasione di confronto tra esperti, educatori e istituzioni sulle sfide e le opportunità dell’educazione negli istituti penitenziari, sull’impatto delle politiche attuali e sulle prospettive future del network CESP. Entrambi gli appuntamenti cercano di diffondere una visione più inclusiva della giustizia, restituendo dignità e strumenti di crescita personale ai detenuti.
L’impatto sociale e culturale della presenza del CESP al Festival dei Due Mondi è significativo e si estende ben oltre la manifestazione stessa. Le scuole ristrette si confermano strumento fondamentale per la rieducazione e il reinserimento, lavorando contro la logica della chiusura e dell’esclusione. Il coinvolgimento attivo di detenuti e docenti dimostra che cultura ed educazione sono ponti solidi fra il mondo carcerario e la società civile, sfidando pregiudizi e promuovendo una concezione più aperta e solidale della comunità. La presenza al Festival nazionale consente ai detenuti di esprimersi e vivere esperienze uniche di confronto, incoraggiando la società esterna a riflettere su temi spesso trascurati. Il decimo anniversario della partecipazione del CESP rappresenta dunque non solo un percorso già compiuto ma soprattutto l’impegno a continuare a valorizzare l’educazione in carcere come diritto fondamentale e come leva per una società più giusta e coesa.
# La sicurezza nei centri test d’inglese: realtà e protocolli rigorosi
I centri di test d’inglese per visti e migrazione rivestono un ruolo cruciale nell’accesso a nuove opportunità di vita, studio e lavoro a livello internazionale. In questo contesto, molte false credenze si sono diffuse nel tempo: c’è chi pensa che i test siano facilmente aggirabili, che domande e risposte si reiterino, o che la privacy dei candidati non sia realmente tutelata. Tuttavia, la realtà è ben diversa. I protocolli di sicurezza adottati sono estremamente rigidi e avanzati, soprattutto nei centri accreditati internazionalmente come quelli che adottano i test PTE. La figura di affidabilità del centro test è garantita da misure che partono dal controllo dell’identità dei candidati, attraverso tecnologie biometriche, fino a ispezioni accurate degli oggetti personali. Oltre a queste misure, la produzione delle domande avviene tramite algoritmi di generazione casuale che rendono praticamente impossibile trovare domande duplicate o prevedibili. La struttura di sicurezza prevede, inoltre, un monitoraggio costante tramite telecamere e la messa in sicurezza elettronica dei dati, proteggendo l’integrità dell’esame da qualsiasi tentativo di frode informatica o manipolazione delle prove.
Un elemento imprescindibile della sicurezza nei centri di esame è l’attenzione per la correttezza e l’equità: i controlli biometrici, come la rilevazione delle impronte digitali o del volto, assicurano che solo il candidato registrato possa accedere e sostenere la prova. Gli oggetti personali vengono raccolti e custoditi in modo sicuro, impedendo l’uso di dispositivi che potrebbero compromettere l’onestà del test. La presenza e la formazione continua del personale contribuiscono in modo significativo a monitorare i comportamenti sospetti e a reagire, secondo precisi protocolli, di fronte a qualsiasi infrazione. Il personale è addestrato non solo per vigilare sull’applicazione delle regole, ma anche per rassicurare i candidati sull’equità e la trasparenza delle procedure. L’affidabilità delle domande è garantita inoltre da un pool di quesiti costantemente aggiornato e dalla totale impossibilità di trovare online le esatte domande d’esame. Quest’insieme di elementi non solo protegge la validità legale degli esami, ma trasmette anche serenità a chi sostiene il test, rendendo la prova una reale occasione di crescita e accesso meritocratico.
Le testimonianze dei candidati dimostrano come, inizialmente, i protocolli possano incutere timore o sembrare troppo rigidi, ma spesso al termine della prova viene riconosciuta la serietà dell’ambiente e le garanzie offerte. Le domande frequenti rivolte dagli utenti – dalla possibilità di registrare la prova, alla sicurezza dei dati, fino ai rischi di sostituzione di persona o manipolazione delle prove – trovano una risposta precisa nelle procedure descritte. L’impossibilità di portare dispositivi elettronici, la certezza dell’identità tramite biometria, l’affidabilità dei database, la presenza di monitoraggio video e personale attento, costituiscono un sistema di sicurezza integrato. In conclusione, informarsi sulle reali procedure dei centri di test d’inglese permette di superare i miti e affrontare la prova con maggiore serenità. Fidarsi dei centri accreditati significa accedere ad ambienti controllati, trasparenti e rispettosi dei diritti di ogni candidato, favorendo così una selezione meritocratica e imparziale per coloro che cercano nuove opportunità all’estero.
L’aggiornamento KB5060829 rilasciato per Windows 11 24H2 rappresenta un passo significativo nell’evoluzione del sistema operativo Microsoft, introducendo una serie di funzionalità richieste dagli utenti e numerosi miglioramenti generali. Una delle innovazioni più attese è la possibilità di ridurre la dimensione delle icone nella taskbar, una funzione fortemente richiesta dalla community al fine di ottimizzare lo spazio sulla barra delle applicazioni, soprattutto su schermi piccoli e per coloro che gestiscono numerose finestre e app aperte contemporaneamente. L’opzione è ora facilmente accessibile dal menu delle impostazioni e permette una maggiore personalizzazione, semplificando la vita sia agli utenti home sia ai professionisti che lavorano in ambienti con tool multipli attivi. Questa attenzione alla personalizzazione evidenzia l’impegno di Microsoft verso un’esperienza d’uso flessibile e adattabile alle preferenze di ciascun utente.
Un’altra importante novità del pacchetto KB5060829 è la nuova app di migrazione, pensata per agevolare il trasferimento di dati, impostazioni e preferenze tra dispositivi diversi. L’app offre una procedura guidata chiara e intuitiva, integrando opzioni come l’uso di OneDrive per backup sull’account cloud e compatibilità con chiavette USB e reti locali, semplificando la migrazione e minimizzando i rischi di perdita dati. Questo strumento si rivela particolarmente utile sia per l’utenza domestica sia per il mondo business, permettendo trasferimenti sicuri di grandi volumi di informazioni in tempi ridotti e con un minore impatto sull’operatività quotidiana. In parallelo, l’aggiornamento porta con sé anche diversi miglioramenti in termini di condivisione file: la procedura è stata resa più rapida, integrata meglio con app Microsoft come Teams e OneDrive, ed è ora più sicura grazie alla possibilità di gestire in modo più granulare i permessi di accesso ai documenti condivisi, aspetto cruciale in contesti di lavoro smart e collaborativi.
L’aggiornamento KB5060829 pone inoltre una forte enfasi sull’accessibilità e sull’ottimizzazione delle prestazioni. Microsoft ha introdotto nuove funzioni per i lettori di schermo, migliorato il contrasto dell’interfaccia e ampliato il supporto ad ausili visivi e tastiere alternative, favorendo l’utilizzo di Windows 11 da parte di persone con diverse abilità. Oltre a questo, sono state implementate ottimizzazioni per ridurre il consumo di risorse, velocizzare l’avvio del sistema e gestire meglio i processi in background, assicurando così una maggiore stabilità e reattività anche su hardware meno recente. Il rollout di queste novità sarà graduale: solo una parte degli utenti otterrà subito tutte le funzionalità, mentre successivamente la distribuzione si estenderà a livello globale. La community ha accolto favorevolmente queste innovazioni, in particolare l’attenzione alla personalizzazione e alla sicurezza, sottolineando come la direzione intrapresa risponda efficacemente sia alle necessità attuali che alle sfide future nel campo dei sistemi operativi.
La devozione ai Sacri Cuori di Gesù e di Maria rappresenta uno dei cardini più profondi della spiritualità cattolica, come testimoniano le solennità liturgiche a loro dedicate che, anche nel 2025, animano il calendario e la fede dei credenti. Fin dal Medioevo, questa particolare forma di culto ha coinvolto milioni di fedeli, trovando espressione sia nella liturgia che nella vita spirituale personale e comunitaria. Le feste del Sacro Cuore di Gesù e del Cuore Immacolato di Maria, celebrate rispettivamente il venerdì e il sabato dopo la solennità del Corpus Domini, costituiscono momenti di intensa preghiera, riflessione teologica e rinnovamento interiore. Il cuore di Cristo è visto come il simbolo della misericordia e dell’amore divino senza limiti, mentre quello di Maria rappresenta la purezza, la disponibilità e la comunione perfetta con il Figlio. Queste celebrazioni, arricchite da testi liturgici, inni e atti di consacrazione, invitano i fedeli a una partecipazione che intreccia la dimensione devozionale con la crescita nella comprensione teologica e spirituale. La devozione ai Sacri Cuori continua a essere fonte di ispirazione per santi, artisti e teologi, rimanendo un baluardo vitale nella tradizione e nell’identità della Chiesa.
Nel corso dei secoli, la devozione ai Sacri Cuori ha assunto un ruolo centrale non solo nel vissuto personale dei credenti, ma anche nella cultura e nell’arte del mondo cattolico, in particolare in Italia. La diffusione capillare di chiese, statue, dipinti e pratiche di pietà popolare legate ai Cuori di Gesù e Maria è il riflesso di un fenomeno che ha accompagnato la storia religiosa e sociale dell’Europa. Opere letterarie, musicali e artistiche hanno spesso rappresentato il cuore come il luogo simbolico dell’incontro tra l’umano e il divino, della misericordia e del sacrificio redentore. Scrittori come Michel Esparza e Manuel Gregori hanno saputo rinnovare l’attualità di questa devozione attraverso pubblicazioni che guidano i lettori verso una più profonda contemplazione teologica e spirituale. Sia nel saggio di Esparza, che individua nel Cuore di Cristo la chiave per comprendere l’essenza dell’amore divino, sia nella prospettiva meditativa proposta da Gregori, emerge l’importanza di una spiritualità che dal cuore giunga alle opere. Pratiche come la consacrazione personale, le preghiere di riparazione e i pellegrinaggi sembrano trovare oggi nuova linfa, facilitando una riscoperta della dimensione comunitaria e caritativa della fede.
Oggi la devozione ai Sacri Cuori appare più attuale che mai, in quanto risponde alle domande di senso e di amore che attraversano la società contemporanea. In un mondo segnato dall’individualismo, la spiritualità del Sacro Cuore richiama i cristiani all’apertura verso gli altri mediante la logica del dono e della fraternità, come testimonia l’aumento di iniziative di solidarietà e percorsi educativi ispirati ai Cuori di Gesù e Maria. I nuovi strumenti culturali – libri, incontri di formazione e risorse online – permettono di approfondire e condividere l’esperienza della devozione in forme innovative. Le celebrazioni liturgiche, le pratiche di preghiera e la meditazione sui testi spirituali offrono ai credenti occasioni di crescita personale e di coinvolgimento nella vita della Chiesa. La proposta spirituale dei Sacri Cuori resta, così, un invito a un rapporto autentico con Dio e con il prossimo, promuovendo una testimonianza viva di fede, speranza e carità nel contesto della cultura italiana e della Chiesa universale.
### 1. L’educazione interculturale e l’arricchimento personale
Nel Liceo Economico Sociale di Verbania, l’introduzione della cultura giapponese rappresenta un esempio virtuoso di educazione interculturale, evidenziando come lo studio delle culture diverse sia essenziale nella formazione dei giovani in un mondo globalizzato. La scelta del Giappone non è casuale: la sua distanza geografica e culturale offre agli studenti l’occasione di abbandonare stereotipi e pregiudizi, di sviluppare empatia e comprensione verso l’altro. Le lezioni strutturate hanno permesso di avvicinarsi ai concetti cardine della società nipponica, favorendo la crescita personale attraverso il confronto fra mondi lontani ma simili nei valori fondamentali come rispetto e ascolto. L’esperienza di Verbania mostra come la scuola italiana, grazie a progetti mirati, sia in grado di trasformare l’incontro interculturale in un vero percorso di crescita che va oltre l’arricchimento nozionistico: gli studenti maturano nuove capacità di riflessione, imparano a relativizzare il proprio punto di vista e a vedere la diversità come un valore. In tal modo, la scuola rafforza la sua missione educativa non solo trasmettendo saperi ma formando cittadini più consapevoli e preparati ad affrontare la pluralità del nostro tempo.
### 2. Strategie didattiche, protagonismo degli studenti e i concetti chiave del Giappone
L’esperienza di Verbania si è sviluppata grazie a un insieme di metodologie didattiche innovative e coinvolgenti. Apprendimento attivo, cooperazione tra pari, laboratori e materiali autentici hanno permesso agli studenti di diventare protagonisti del proprio percorso, approfondendo in prima persona concetti fondamentali della cultura giapponese. Maria Vittoria ha aperto la riflessione sui termini *Soto* e *Uchi*, focali per comprendere come, in Giappone, la distinzione fra “interno” e “esterno” influenzi dinamiche sociali e comunicative. Martina, analizzando *chotto*, ha dimostrato quanto la raffinatezza linguistica possa rispecchiare la delicatezza dei rapporti interpersonali nella società nipponica, mentre Giulia ha approfondito il significato di *kami*, illustrando le specificità della spiritualità shintoista, così intrisa nella vita quotidiana da influenzare profondamente la mentalità collettiva. Queste attività, supportate dai libri di Laura Imai Messina, hanno avvicinato gli studenti non solo alle parole ma agli universi di senso propri del Giappone; in questo modo, l’apprendimento si è trasformato in un’esperienza diretta, capace di stimolare curiosità, pensiero critico e apertura mentale.
### 3. Impatti sull’esperienza scolastica e nuove prospettive per la scuola italiana
I risultati del progetto sono stati tangibili sia nell’ambiente classe che nella crescita personale degli studenti. L’esposizione a una cultura “altra” ha favorito apertura mentale, capacità di ascolto e sviluppo di competenze trasversali come problem solving e collaborazione. L’approccio pratico e peer-to-peer ha aumentato la motivazione e la partecipazione, rendendo il percorso formativo coinvolgente anche per chi, inizialmente, non conosceva la cultura giapponese. Il modello interculturale sperimentato a Verbania dimostra che anche nelle realtà scolastiche periferiche è possibile coltivare un dialogo autentico fra diversità, superare stereotipi e preparare i giovani ad affrontare la complessità della società contemporanea. La comprensione e il rispetto dell’altro non solo arricchiscono culturalmente, ma diventano strumenti vitali per costruire una cittadinanza attiva e responsabile. L’esperienza suggerisce infine che l’innovazione educativa passa attraverso la valorizzazione delle differenze: integrare nuovi orizzonti culturali nella quotidianità scolastica è la chiave per formare generazioni pronte a costruire ponti, non muri, tra culture e persone.
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