Cinema e futuro europeo: Giuli al Consiglio UE rilancia l’idea di un Tax Credit continentale per sostenere l’industria culturale
Nel maggio 2025, durante una sessione al Consiglio UE Cultura a Bruxelles, il Ministro della Cultura italiano Alessandro Giuli ha rilanciato una proposta innovativa: l’introduzione di un Tax Credit europeo per il cinema. Questa iniziativa mira a creare uno strumento fiscale omogeneo a livello comunitario per sostenere la produzione audiovisiva europea in un contesto competitivo dominato dai grandi operatori digitali internazionali. Giuli ha sottolineato l’importanza di un modello condiviso che favorisca investimenti, occupazione e pluralismo culturale, superando la frammentazione degli incentivi nazionali attualmente vigenti. Accanto al Tax Credit, ha evidenziato la necessità di aggiornare la Direttiva sui servizi media audiovisivi per garantire una maggiore presenza di contenuti europei sulle piattaforme digitali e tutelare la diversità culturale del Vecchio Continente.
Il Consiglio UE Cultura rappresenta un momento cruciale per definire politiche e strumenti a sostegno dell’industria culturale europea. L’Italia, con Giuli in prima linea, ha riaffermato il suo ruolo guida nel promuovere un approccio coordinato a livello europeo, capace di offrire soluzioni efficaci nei confronti della pressione dei colossi del digitale come Netflix e Amazon Prime Video. Il modello europeo attuale si basa su fondi nazionali, comunitari e programmi come MEDIA, ma manca di un meccanismo unificato e incisivo. La proposta di un Tax Credit continentale intende rispondere a questa lacuna, favorendo anche coproduzioni internazionali e un sistema rigoroso di controlli per garantire trasparenza e qualità.
Le reazioni del settore cinematografico sono state generalmente positive, con richieste di accelerare l’adozione delle regole comuni e di assicurare risorse sufficienti nel bilancio UE. Il confronto internazionale evidenzia come Europa, Stati Uniti e Asia adottino modelli di finanziamento diversi, ma l’Europa deve rilanciare la propria competitività mantenendo la ricchezza culturale che la contraddistingue. Le sfide per il decennio 2025-2035 includono l’adattamento ai nuovi paradigmi digitali, il rafforzamento della distribuzione internazionale e la valorizzazione dei talenti locali. L’iniziativa di Giuli rappresenta quindi un passo fondamentale verso un modello sostenibile e integrato, capace di garantire un futuro solido all’industria audiovisiva europea.
La serie AMD EPYC 4005, conosciuta come ‘Grado’, rappresenta un’importante innovazione nel settore dei processori server, progettata specificamente per le piccole e medie imprese (PMI) e i fornitori di hosting. Annunciata nel 2025, questa gamma si basa sull’architettura Zen 5, ligia a quella dei Ryzen 9000, e mira a offrire soluzioni ad alte prestazioni, efficienti dal punto di vista energetico e con un prezzo accessibile. La scelta del socket AM5, tradizionalmente usato nel mondo desktop, permette di contenere i costi senza compromettere l’affidabilità, mentre il supporto alla memoria DDR5-5600 ECC fino a 192 GB garantisce robustezza e stabilità nelle operazioni critiche, rendendo questi processori particolarmente adatti per carichi di lavoro virtualizzati e applicazioni cloud-native. Rispetto alla concorrenza, in particolare agli Intel Xeon 6300P, gli AMD EPYC 4005 offrono prestazioni superiori dal 15% al 25% in scenari tipici delle PMI, grazie a una maggiore densità di core e a un’efficienza complessiva ottimizzata.
Dal punto di vista tecnico, la famiglia EPYC 4005 dispone fino a 16 core con supporto SMT, usufruisce dell’interfaccia socket AM5 per facilitare l’aggiornamento e l’espansione, e integra tecnologie di virtualizzazione dedicate. Questo rende questi processori ideali per PMI che cercano un equilibrio tra costi e prestazioni, offrendo un’infrastruttura scalabile e affidabile, e per provider di hosting che necessitano di flessibilità nelle soluzioni multi-tenant, riduzione dei consumi energetici e facilità di gestione. Il supporto della memoria DDR5-5600 ECC, inoltre, assicura una protezione avanzata dei dati, fondamentale per la gestione di database, applicazioni di business intelligence e ambienti virtuali ad alta densità.
In un mercato enterprise in continua evoluzione, dove la flessibilità e l’efficienza economica sono sempre più richieste, AMD con la serie EPYC 4005 si posiziona per competere efficacemente con i grandi attori come Intel, proponendo una soluzione entry-level che non compromette le prestazioni. Questo si traduce in un’opportunità concreta per le PMI e i reseller di adottare tecnologie avanzate a costi contenuti, favorendo la digitalizzazione e la modernizzazione dei processi aziendali. Nel complesso, AMD EPYC 4005 incarna un passo significativo verso un IT più accessibile e performante, con un impatto positivo sul settore, in particolare per le realtà che vogliono rimanere competitive nel mercato digitale attuale.
La normativa italiana introdotta dall’AGCOM rappresenta un cambiamento significativo nel controllo dell’accesso ai siti pornografici. Spinta dalla necessità di proteggere i minori dall’accesso non autorizzato a contenuti per adulti, la legge obbliga i portali a implementare sistemi rigorosi di verifica dell’età a partire dal 2025. Al centro del nuovo approccio c’è il principio del doppio anonimato, che garantisce che né i siti né i fornitori di servizi di verifica possano associare l’identità degli utenti alle loro attività online, proteggendo così la privacy degli individui. Questa innovazione supera le limitazioni di sistemi precedenti, come lo SPID, escluso perché non assicura sufficienti garanzie di anonimato e presenta rischi per la privacy degli utenti.
Il sistema prevede l’utilizzo di fornitori indipendenti, terzi rispetto ai siti pornografici, soggetti a rigorosi controlli e certificazioni. Questi operatori devono garantire la sicurezza dei dati e la conformità al GDPR, adottando soluzioni tecnologiche avanzate per assicurare l’anonimato e prevenire abusi. Le tecnologie alternative allo SPID includono token anonimi, applicazioni dedicate, carte prepagate anonime e l’uso di QR code o NFC, tutte progettate per confermare la maggiore età senza rivelare dati personali. Tale struttura mira a bilanciare efficacemente la tutela dei minori con la protezione della riservatezza degli utenti maggiorenni.
L’impatto della normativa sarà significativo sia per i siti che per gli utenti: i portali dovranno adeguarsi under pena di sanzioni, mentre gli utenti sperimenteranno un accesso più sicuro e rispettoso della privacy. La reazione delle associazioni di tutela della privacy e dei diritti digitali è generalmente positiva, pur con richiami alla vigilanza continua per evitare abusi. L’Italia si pone così all’avanguardia in Europa nella regolamentazione dell’accesso responsabile ai contenuti online per adulti, auspicando che il sistema evolva per rispondere a sfide future e diventi un modello per gli altri paesi.
L’avvento della NVIDIA GeForce RTX 5090 rappresenta una svolta significativa nel panorama della sicurezza informatica, in quanto la sua enorme potenza di calcolo permette di effettuare attacchi di forza bruta molto più rapidamente rispetto al passato. Questa scheda grafica, concepita per applicazioni di gaming e intelligenza artificiale, viene ormai sfruttata anche per scopi malevoli come il cracking delle password. La ricerca condotta da Hive Systems ha dimostrato che password di soli 4 cifre possono essere violate in frazioni di secondo, mentre password di 8 cifre numeriche possono essere decriptate in poche ore da una singola RTX 5090 e quasi immediatamente se si utilizzano più GPU in parallelo. Questo livello di potenza rende obsolete molte misure di sicurezza tradizionali basate su password semplici o brevi, mettendo a rischio dati personali e infrastrutture critiche.
I risultati della ricerca evidenziano come la crescente diffusione di hardware potente come la RTX 5090 imponga una revisione radicale degli standard di sicurezza. Password lunghe almeno 12-16 caratteri con una combinazione di numeri, lettere maiuscole e minuscole, e simboli sono ora necessarie per garantire una protezione efficace. Inoltre, l’uso di metodi integrativi come l’autenticazione a due fattori, password manager e sistemi di autenticazione biometrica diventa imprescindibile. La potenza delle nuove GPU rende più accessibili anche agli hacker meno esperti tecniche di attacco che fino a poco tempo fa erano prerogativa di specialisti altamente qualificati, aumentando così la minaccia per aziende e privati.
Per far fronte a questa nuova realtà, è fondamentale che utenti e organizzazioni adottino strategie di sicurezza aggiornate. Ciò include l’adozione di password robuste e complesse, l’utilizzo obbligatorio di 2FA, la formazione continua degli utenti ad evitare phishing e l’aggiornamento costante di sistemi e software. L’era della semplice password di otto caratteri è finita: combattere efficacemente la crescente velocità di decriptazione resa possibile dalla GeForce RTX 5090 richiede consapevolezza diffusa, investimenti nella tecnologia e una mentalità proattiva sulla sicurezza. Solo così sarà possibile proteggere dati sensibili e infrastrutture critiche nel 2025 e negli anni a venire.
La Generazione X, composta da adulti nati tra il 1965 e il 1980, si sta affermando come un segmento sorprendentemente dinamico e adattabile nel mondo dei social network. Tradizionalmente associata a piattaforme più mature come Facebook e YouTube, questa generazione ha recentemente manifestato un crescente interesse anche per TikTok, un social considerato tipicamente dei più giovani. I dati del 2024 evidenziano che il 15,2% degli utenti di TikTok appartiene alla Gen X, mentre il 23,9% è attivo su YouTube e il 17,9% utilizza Facebook. Questo nuovo protagonismo è guidato da un desiderio di connessioni autentiche, informazione affidabile e intrattenimento di qualità, oltre a comunità online che rappresentano spazi di identità e appartenenza sociale.
La Gen X ha vissuto la transizione dall’analogico al digitale, ed è caratterizzata da un approccio pragmatico e selettivo ai social media. Gli adulti di questa generazione scelgono le piattaforme in base a bisogni concreti come informazione, svago e interazione con la comunità, evitando le mode passeggere. TikTok ha guadagnato terreno grazie alla segmentazione dei contenuti, alla presenza di creator coetanei autorevoli e alla facilità d’uso della piattaforma. Facebook continua ad essere il luogo privilegiato per mantenere relazioni storiche e partecipare a gruppi tematici, mentre YouTube viene sfruttato soprattutto per contenuti formativi approfonditi. L’interesse per creator esperti che favoriscono una comunicazione trasparente e di valore contribuisce a un engagement molto attivo.
Le community online rappresentano per la Generazione X spazi essenziali di socialità, supporto e partecipazione a reti di interesse e aiuto reciproco. Le tendenze previste per il 2025 indicano un’ulteriore crescita della loro importanza nei social network, con maggiore attenzione a contenuti istituzionali, podcast e format approfonditi, nonché una crescente produzione autonoma di contenuti. Questa evoluzione influenza fortemente le strategie di comunicazione di brand, creator ed editoria, che ora puntano sulla trasparenza, sulla qualità e su testimonial appartenenti alla stessa fascia d’età. In sintesi, la Generazione X sta ridefinendo la centralità digitale, diventando un interlocutore cruciale per l’ecosistema social e un motore di innovazione culturale e sociale nel panorama digitale italiano.
L’intelligenza artificiale (IA) rappresenta oggi un’importante leva per la trasformazione della pubblica amministrazione (PA) italiana, come sottolineato da Paolo Zangrillo durante l’AI Week di Milano del 13 maggio 2025. L’IA può migliorare l’efficienza, la trasparenza e la qualità dei servizi pubblici, rendendoli più accessibili e personalizzati per i cittadini. Tuttavia, il successo di questa trasformazione dipende fortemente dalla capacità di colmare il persistente gap nelle competenze digitali, che vede l’Italia ancora indietro rispetto alla media europea, con dati che indicano un 47% di competenze di base inferiori. Zangrillo ha evidenziato la necessità di una rivoluzione culturale nella PA, accompagnata da percorsi strutturati di formazione continua e diffusa, che coinvolgano tutti i livelli di personale, dalle posizioni operative agli alti dirigenti. Tali iniziative formative devono includere corsi online, workshop pratici, collaborazioni con università e valutazioni periodiche, allo scopo di sviluppare competenze avanzate nell’uso dell’IA e nella supervisione dei processi automatizzati.
Tra le strategie evidenziate per innovare la PA vi sono progetti come Polis, realizzato in collaborazione con Poste Italiane. Questo progetto prevede l’installazione di totem digitali sul territorio, soprattutto nelle zone periferiche, per facilitare l’accesso ai servizi pubblici, anche a chi ha scarse competenze informatiche, riducendo così il digital divide. I totem digitali consentono di gestire pratiche amministrative, prenotare appuntamenti e richiedere certificati 24/7, con l’assistenza di personale formato. Si tratta di un esempio concreto di come l’IA possa rendere la PA più vicina ai cittadini e più inclusiva. Parallelamente, Zangrillo ha sottolineato l’urgenza di affrontare il divario delle competenze digitali tra Italia e altri paesi europei, puntando a politiche nazionali di formazione obbligatoria, collaborazioni con università, sviluppo di piattaforme online e incentivi per le amministrazioni più attive nella formazione. La collaborazione tra pubblico e privato è vista come un elemento chiave per accelerare la diffusione del know-how e garantire una transizione tecnologica efficace.
In conclusione, il futuro della pubblica amministrazione italiana è strettamente legato alla capacità di sfruttare le potenzialità dell’intelligenza artificiale, ma la trasformazione è possibile solo con un impegno significativo nella formazione e nel rafforzamento delle competenze digitali. La sfida è doppia: da un lato, prevenire il rischio di un arretramento nel confronto europeo; dall’altro, offrire servizi pubblici più efficienti, semplici e accessibili. I progetti innovativi in corso, uniti a una politica strategica centrata sulla cultura digitale e sull’inclusione, permetteranno all’Italia di costruire una PA all’avanguardia, competitiva e realmente al servizio dei cittadini.
EY ha lanciato nel 2025 la piattaforma innovativa EY.ai Agentic, pensata per rivoluzionare la conformità fiscale e automatizzare i processi aziendali legati alla fiscalità. La piattaforma si basa sull’integrazione di oltre 150 agenti AI specializzati che collaborano con 80.000 esperti fiscali globali, offrendo un ecosistema tecnologico avanzato per rispondere alla complessità normativa internazionale. Grazie all’uso combinato delle tecnologie Nvidia e Microsoft Azure, EY.ai Agentic sfrutta algoritmi di machine learning, elaborazione del linguaggio naturale e analisi predittiva per ottimizzare il controllo delle dichiarazioni fiscali, il monitoraggio normativo e la gestione del rischio, migliorando precisione e velocità di lavorazione. L’automazione implementata permette di snellire procedure fino a poco tempo fa onerose e ridurre significativamente errori umani, liberando risorse professionali per attività a maggior valore aggiunto come la pianificazione fiscale strategica. Un punto centrale della piattaforma è la sinergia tra agenti AI e esperti umani, che lavorano in collaborazione grazie a un processo di feedback continuo, garantendo un equilibrio fra automazione e giudizio critico umano. Inoltre, EY.ai Agentic supporta le aziende nel mantenimento di una rigorosa conformità fiscale globale, automatizzando la segnalazione, tracciando audit trail digitali e riducendo il rischio di sanzioni e non-conformità. Pur presentando sfide come la protezione dei dati sensibili, l’integrazione con sistemi legacy e la gestione del rischio algoritmico, EY adotta una strategia di formazione continua e collaborazione uomo-macchina per mitigare i rischi e adattarsi a normative evolutive. In sintesi, EY.ai Agentic si configura come una piattaforma all’avanguardia nel panorama delle soluzioni AI aziendali, destinata a rafforzare la competitività delle imprese nel contesto fiscale internazionale. Guardando al futuro, si prevede un ulteriore sviluppo di soluzioni personalizzate e una sempre maggiore integrazione tra AI e expertise umana, ponendo le basi per una trasformazione digitale sostenibile e responsabile nel settore fiscale e contabile.
Negli ultimi anni il dibattito sul salario minimo in Italia ha acquisito grande rilevanza coinvolgendo lavoratori, aziende e istituzioni, con la domanda centrale se il modello attuale garantisca pienamente la dignità e i diritti dei lavoratori o necessiti di riforme. I consulenti del lavoro hanno evidenziato, tramite un documento presentato alla Commissione Lavoro del Senato, come il sistema retributivo italiano sia tra i più completi e garantisti d’Europa, grazie a strumenti come la contrattazione collettiva e le mensilità aggiuntive (tredicesima e quattordicesima), che offrono tutele spesso trascurate nelle discussioni più generali. Il sistema retributivo italiano si distingue per la sua capacità di offrire tutele che vanno oltre la semplice remunerazione mensile, integrando diritti accessori e benefici che migliorano la stabilità e la sicurezza dei rapporti di lavoro. La presenza consolidata della tredicesima e quattordicesima mensilità rappresenta un elemento distintivo che rafforza significativamente il potere d’acquisto dei lavoratori, posizionando la retribuzione in Italia su livelli spesso superiori ai minimi legali di altri Paesi europei. Inoltre, la contrattazione collettiva copre oltre il 97% dei lavoratori subordinati, assicurando la definizione di minimi salariali aggiornati e regolando condizioni di lavoro e welfare complementare in modo adattabile alle specificità settoriali e territoriali. I consulenti del lavoro sostengono che l’introduzione di un salario minimo legale rischierebbe di essere superflua o addirittura dannosa, sottolineando l’importanza strategica della negoziazione collettiva nel mantenimento di un sistema equo e flessibile. Pur riconoscendo l’eccellenza del sistema attuale, vengono però evidenziate alcune criticità quali la diffusione di contratti pirata, il lavoro irregolare e ritardi nei rinnovi contrattuali, che possono minare le tutele salariali e richiedono interventi mirati di controllo e promozione della rappresentanza. In sintesi, il modello retributivo italiano si configura come un sistema avanzato e completo nel contesto europeo, con un forte legame tra contrattazione collettiva e tutela salariale, dove è essenziale preservare e rafforzare le sue specificità per garantire uno sviluppo equo e sostenibile del lavoro nel futuro.
Il 13 maggio 2025 SpaceX ha compiuto un’importante avanzata nel programma Starship con il successo del terzo static fire test su Ship 35, il secondo stadio del razzo. Questo test consiste nell’accensione controllata dei motori a terra, permettendo di verificare la funzionalità dei sistemi senza effettuare un lancio vero e proprio. Ship 35 è fondamentale nel sistema Starship perché rappresenta la sezione che dovrà assicurare il corretto funzionamento in orbita e durante le fasi di rientro, ammaraggio o atterraggio su altri corpi celesti. Dopo problemi riscontrati nei tentativi precedenti, il test del 13 maggio si è concluso senza anomalie, mostrando un avvio preciso dei motori, risposta eccellente ai sistemi di emergenza e nessun danno strutturale. Questo risultato è un segnale di maturazione tecnologica e incremento di affidabilità per SpaceX, facilitando la pianificazione del prossimo volo denominato Flight 9, che testerà ulteriormente la riaccensione motori in orbita e manovre di rientro più complesse. Il successo di questa fase è cruciale non solo per SpaceX, ma per tutto il settore spaziale moderno, poiché sottolinea l’importanza dei test statici come garanzia di sicurezza e affidabilità. SpaceX ha integrato innovazioni tecnologiche avanzate, come l’intelligenza artificiale per il monitoraggio predittivo e algoritmi ottimizzati per il controllo della combustione, garantendo elevati standard di sicurezza durante i test in Texas. Questa serie di successi rafforza la posizione competitiva di SpaceX a livello internazionale, stimolando anche altri attori e agenzie spaziali a migliorare le proprie procedure di verifica. La comunità scientifica ha accolto con entusiasmo il traguardo, riconoscendolo come un segnale positivo verso la realizzazione delle ambiziose missioni lunari e marziane programmate. In sintesi, il risultato del terzo static fire conferma il progresso tecnico di Starship e avvicina SpaceX alla sua visione di rendere l’umanità multiplanetaria, mentre si prepara con fiducia al volo orbitale Flight 9 e alle future sfide dell’esplorazione spaziale.
Il telescopio spaziale James Webb ha rivoluzionato lo studio delle aurore di Giove grazie alle sue avanzate capacità di osservazione nell’infrarosso, superando i limiti delle ricerche precedenti. Queste aurore, generate dall’interazione del potente campo magnetico di Giove con particelle cariche provenienti sia dal vento solare che dalla luna Io, mostrano caratteristiche uniche come una luminosità molto superiore e un’estensione polare vasta migliaia di chilometri. Le osservazioni di Webb, realizzate con strumenti sofisticati come NIRSpec e MIRI, hanno permesso di analizzare dettagliatamente la struttura, la composizione e la dinamica temporale delle aurore, evidenziando soprattutto la sorprendente variabilità del catione H₃⁺, la cui emissione infrarossa gioca un ruolo cruciale nel bilancio energetico dell’atmosfera superiore gioviana. Le differenze tra le aurore di Giove e quelle terrestri sono quindi molto marcate, non solo in termini di intensità e estensione, ma anche per la diversa composizione chimica e l’influenza delle lune joviane che alimentano il potente sistema magnetosferico. Questi risultati pongono nuove sfide scientifiche per comprendere i cicli di formazione e dissoluzione dell’H₃⁺ e l’impatto delle dinamiche magnetiche e atmosferiche sul fenomeno aurorale. L’importanza di questa ricerca supera l’ambito gioviano, contribuendo alla comprensione generale dei processi atmosferici e magnetici nei pianeti giganti e fornendo un modello utile anche nell’esplorazione di esopianeti con forti campi magnetici. In conclusione, le scoperte del James Webb rappresentano l’inizio di una nuova era nelle ricerche sul Sistema Solare, con dati che aprono nuove frontiere per la fisica planetaria e l’astrofisica, promuovendo una costante collaborazione internazionale per approfondire le conoscenze sull’universo che ci circonda.
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