
Parisi: Urgente una Ricerca Pubblica sull'Intelligenza Artificiale per il Futuro dell’Europa
L’intervento del premio Nobel Giorgio Parisi a Roma riporta l’attenzione sulla necessità di investire nella ricerca pubblica sull’intelligenza artificiale in Europa. In un contesto in cui l’IA sta diventando una delle leve più importanti di sviluppo tecnologico e sociale, Parisi sottolinea il rischio che l’innovazione venga guidata esclusivamente dalle logiche di mercato delle grandi multinazionali. La centralità di una ricerca pubblica, secondo Parisi, garantirebbe maggiore trasparenza e orientamento agli interessi collettivi, offrendo un’alternativa valida al monopolio crescente degli operatori privati nel campo dell’informazione digitale. Le istituzioni sono chiamate a intervenire con urgenza, dato che il controllo delle fonti informative e dei dati di addestramento degli algoritmi rischia di concentrare un enorme potere nelle mani di pochi, ponendo serie minacce al pluralismo, alla qualità dell’informazione e alla stessa democrazia. Il coinvolgimento pubblico nella regolamentazione dell’IA è quindi imprescindibile, sia per garantire sicurezza ed etica che per proteggere i cittadini da derive discriminatorie o da automazioni non controllate che potrebbero travolgere professioni e settori economici interi.
Di fronte a questi scenari, Parisi lancia la proposta visionaria di creare un “Cern europeo dell’intelligenza artificiale”, un grande centro di ricerca pubblico e collaborativo capace di mettere insieme risorse e talenti di ogni Paese membro. Questo centro avrebbe il compito di favorire la condivisione delle conoscenze, coordinare le attività di ricerca, garantire standard elevati di trasparenza e responsabilità, e difendere la sovranità tecnologica dell’Europa rispetto ai giganti digitali americani e cinesi. Un simile polo permetterebbe anche di incentivare una formazione di qualità sulle tematiche IA, sostenendo giovani ricercatori e promuovendo un human-centered approach che abbia come obiettivo ultimo il benessere delle persone e della società. L’Italia, grazie alla sua tradizione scientifica, può giocare un ruolo guida nel promuovere questa iniziativa, sostenendo sia investimenti che bandi pubblici mirati alla creazione di algoritmi trasparenti ed equi e di stretti legami tra università, ricerca e industria.
Tra i nodi cruciali sollevati da Parisi emerge la necessità di puntare sulla trasparenza delle fonti nell’addestramento dei modelli IA, fattore oggi spesso carente nei sistemi gestiti da operatori privati. Le istituzioni europee sono dunque chiamate a garantire la tracciabilità dei dati, a promuovere infrastrutture pubbliche condivise e a sviluppare standard di regolamentazione presidiando etica, sicurezza e rispetto dei diritti fondamentali. Solo con una visione sovranazionale si potrà assicurare una reale autonomia tecnologica, ribaltando la dipendenza da tecnologie sviluppate altrove e puntando ad una piattaforma europea competitiva, trasparente e pluralista. La proposta di Parisi si inserisce perfettamente nel dibattito attuale sulla “sovranità digitale” e indica una rotta precisa: è la ricerca pubblica a dover essere il motore dell’innovazione, permettendo all’Europa di giocare un ruolo di primo piano nella trasformazione digitale globale garantendo valori democratici e progresso collettivo.