Piero Marelli e il Dono della Realtà: Analisi di 'I ann intrégh', la Poesia come Debito Esistenziale

Piero Marelli e il Dono della Realtà: Analisi di 'I ann intrégh', la Poesia come Debito Esistenziale

Piero Marelli, attraverso la sua raccolta "I ann intrégh", si inserisce con voce discreta ma potente nella poesia italiana contemporanea, scegliendo il dialetto brianzolo come lingua primaria del verso. Questa scelta non rappresenta soltanto un atto di radicamento nella memoria e nella terra d’origine, ma una vera e propria apertura all’universalità. La raccolta, suddivisa in quattro capitoli composti ciascuno da tre movimenti, riflette una struttura raffinata che richiama la musica, sottolineando la dimensione rituale e riflessiva del poetare. Ogni componimento propone l’incontro tra la lingua del cuore e la razionalità della traduzione, offrendo al lettore un’esperienza poetica doppia: da un lato, il dialetto, che porta con sé un patrimonio di suoni, memorie e significanze locali; dall’altro, l’italiano, che universalizza e rende accessibile il messaggio. Attraverso il costante dialogo tra queste due lingue, Marelli riesce a evocare la realtà con autenticità e profondità, mostrando come le specificità locali possano diventare veicolo di significati universali e di un sentire condiviso.

La poesia di Marelli si manifesta come un atto di riconoscenza nei confronti della realtà, che viene percepita e accolta come dono. In questa prospettiva, il poeta si sente in un perpetuo debito esistenziale nei confronti del mondo che lo circonda. I versi di "I ann intrégh" fermano i dettagli della quotidianità, gli incontri umani, e le bellezze naturali, trasformando ogni cosa osservata in un'occasione per dire "grazie" all'esistenza stessa. Il senso di meraviglia non è mai sterile, ma si accompagna a una profonda responsabilità: riconoscere il dono della realtà implica anche il dovere morale di rispondere, attraverso i piccoli gesti e le parole, a quanto è stato ricevuto. Tale consapevolezza tramuta la poesia in strumento di testimonianza, che non si limita a raccontare ma partecipa attivamente alla costruzione del senso. Marelli invita il lettore a rinunciare a qualsiasi pretesa di possesso verso il mondo, sostituendo il desiderio di controllo con un atteggiamento di umiltà e apertura al nuovo.

Nel panorama attuale della poesia italiana, "I ann intrégh" emerge per originalità e innovazione, unendo la forza del dialetto brianzolo alla cura della traduzione e alla complessità dei temi trattati. Marelli si allinea a una tradizione che ha visto poeti come Pasolini e Loi esplorare le potenzialità espressive delle lingue locali, ma introduce un elemento distintivo: il concetto del debito nei confronti della realtà. La raccolta, accolta positivamente dalla critica, viene lodata per la sua profondità e per la capacità di avvicinare mondi apparentemente distanti grazie alla musicalità e all’acutezza interpretativa dei testi. Temi ricorrenti sono la memoria, la transitorietà, l’appartenenza e la volontà di restituire senso al vivere quotidiano. Attraverso la lettura parallela in dialetto e italiano, il lettore viene condotto in un viaggio che attraversa le soglie tra passato e presente, detto e non detto, locale e universale. Marelli dimostra come la poesia possa ancora essere oggi lo spazio di un incontro autentico: tra le lingue, tra le generazioni, tra gli esseri umani e la realtà che li ospita.

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