Polemica all’Università di Bari: Le dichiarazioni della docente su Medicina tra esclusione, discriminazione e dibattito nazionale
Nell’autunno del 2025, una docente dell’Università di Bari ha scatenato un acceso dibattito nazionale con affermazioni che escludevano gli studenti non provenienti da licei classici o scientifici dall’aspirazione a Medicina. La frase che ha suscitato maggiore indignazione è stata quella che suggeriva di «consegnare pizze» piuttosto che tentare l’ingresso a Medicina a 25 anni, implicando una chiara discriminazione sia per il percorso scolastico sia per l’età degli aspiranti medici. Queste parole hanno rapidamente fatto il giro dei social, mobilitando studenti, associazioni e istituzioni in un dibattito acceso sull’equità e l’inclusione nel sistema universitario italiano.
La polemica si è estesa al tema dell’accesso a Medicina e al cosiddetto «semestre filtro», un meccanismo di selezione introdotto per valutare la preparazione degli studenti nei primi mesi di studio. Critiche e dubbi riguardano la sua efficacia e il rischio che possa aumentare la dispersione e l’ingiustizia selettiva. L’associazione studentesca Udu Bari ha denunciato apertamente le dichiarazioni della docente, mentre il rettore ha minimizzato ma ha ribadito l’obiettivo di inclusione dell’ateneo. La ministra dell’Università ha condannato duramente le affermazioni, sottolineando l’importanza della diversità di percorsi e dell’inclusione generazionale come ricchezze per il sistema.
Il caso ha evidenziato la necessità di superare pregiudizi radicati sul valore di diversi indirizzi scolastici e sull’età degli studenti, riconoscendo motivazione, resilienza e capacità individuali come elementi chiave per formare futuri medici. Il dibattito nazionale rimane aperto tra chi sostiene una rigida selezione basata su determinati titoli e chi chiede un’università più aperta e inclusiva, capace di valorizzare talenti più eterogenei per rispondere alle sfide sanitarie e sociali del futuro.