
Polvere lunare: meno tossica dello smog urbano
L’esplorazione degli ambienti extraterrestri, in particolare la Luna, ha sempre suscitato preoccupazioni sulla salute degli astronauti, soprattutto per le implicazioni legate alla polvere lunare (regolite). Recenti ricerche condotte dall’Università di Tecnologia di Sydney, pubblicate su Life Sciences in Space Research, rivelano che la polvere lunare, pur causando irritazione temporanea alle vie respiratorie, risulta notevolmente meno tossica rispetto allo smog urbano che affligge le nostre città. Questo studio mette in luce come la regolite, formata da frammenti minerali e vetri di impatto senza agenti biologici, comporti rischi prevalentemente brevi e reversibili. Gli astronauti delle missioni Apollo avevano già sperimentato irritazioni e fastidi respiratori, ma i danni si sono da sempre rivelati limitati e circoscritti nel tempo.
Al contrario, le particelle dello smog urbano, principalmente originate da fonti antropiche quali traffico e industria, sono responsabili di danni molto più gravi e duraturi. Questi inquinanti, mescolanze di particolato fine, metalli pesanti e composti chimici tossici, provocano infiammazioni croniche, peggiorano patologie respiratorie e cardiovascolari e aumentano il rischio di tumori, confermandosi come una delle principali emergenze sanitarie globali. Lo studio australiano, utilizzando modelli cellulari umani esposti a entrambe le sostanze, ha mostrato come lo smog urbano non solo provochi più rapidamente danni cellulari, ma anche mutazioni genetiche e processi degenerativi irreversibili a lungo termine.
Le implicazioni di questi risultati per la progettazione delle future missioni lunari sono significative. Se la tossicità della polvere lunare appare gestibile attraverso sistemi di filtraggio e decontaminazione più avanzati, i problemi legati allo smog urbano sottolineano l’urgenza di politiche di riduzione dell’inquinamento per proteggere la salute pubblica sulla Terra. Per il futuro delle missioni lunari, le misure preventive dovranno limitare al minimo il contatto e la dispersione della regolite negli habitat, garantendo sicurezza agli astronauti senza eccessive preoccupazioni per danni sulla lunga durata. Nel frattempo, questa conoscenza rafforza la necessità di una maggior sensibilizzazione e di azioni concrete contro il crescente inquinamento atmosferico terrestre, ricordandoci che, pur tra i rischi dello spazio, la maggiore minaccia resta ancora l’aria che respiriamo ogni giorno.