Povertà assoluta in Italia: cresce il disagio, 5,7 milioni ne sono coinvolti. Gli stranieri rappresentano 1 povero su 3 secondo l'Istat 2024

Povertà assoluta in Italia: cresce il disagio, 5,7 milioni ne sono coinvolti. Gli stranieri rappresentano 1 povero su 3 secondo l'Istat 2024

La povertà assoluta in Italia nel 2024 rappresenta un problema sociale crescente, con 5,7 milioni di individui coinvolti secondo l'Istat. Questo fenomeno interessa 2,2 milioni di famiglie e colpisce in modo particolare i minori, tra cui 1,28 milioni vivono sotto la soglia di povertà assoluta, pari al 13,8% di tutti i bambini e adolescenti italiani. Un dato particolarmente preoccupante riguarda gli stranieri, che costituiscono un terzo dei poveri assoluti, evidenziando un legame stretto tra immigrazione e disagio economico. La povertà si distribuisce in modo diseguale sul territorio, concentrandosi soprattutto nel Mezzogiorno e nelle periferie urbane, con fattori strutturali quali precarietà lavorativa, bassi salari, costi della vita in aumento e riduzione del welfare che aggravano la condizione delle famiglie.

I minori e le famiglie più vulnerabili si trovano spesso in nuclei numerosi con capofamiglia a basso livello d’istruzione, che limita l’accesso a lavori stabili e opportunità di riscatto sociale, creando un circolo vizioso che trasmette la povertà anche alle generazioni future. La pandemia di COVID-19 e la crisi economica hanno peggiorato questa situazione, insieme all’aumento dei prezzi dei beni di prima necessità e dell’energia. Tra gli stranieri, l’accesso ridotto ai servizi, le barriere culturali e la concentrazione in quartieri periferici facilitano un’esclusione sociale difficile da superare senza interventi mirati.

Contrastare la povertà assoluta richiede politiche sociali integrate che potenzino il lavoro stabile, migliorino l’istruzione nei quartieri svantaggiati, rafforzino l’inclusione degli stranieri e le reti di sostegno. Misure come il Reddito di Cittadinanza hanno dato risultati alterni, indicando la necessità di un ripensamento approfondito del welfare. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza offre strumenti importanti, ma la sfida resta complessa e richiede un coordinamento efficace tra istituzioni e società civile per garantire equità e opportunità. Solo intervenendo sulle radici strutturali si potrà sperare di ridurre l’ampia fascia di povertà assoluta e garantire un futuro dignitoso alle prossime generazioni.

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