Pressione fiscale sul ceto medio italiano: Marattin denuncia il primato negativo nel mondo occidentale

Pressione fiscale sul ceto medio italiano: Marattin denuncia il primato negativo nel mondo occidentale

La pressione fiscale sulla classe media italiana è tra le più alte nei paesi occidentali, come evidenziato dalle recente analisi dell'OCSE e dalle denunce di Luigi Marattin. L'aliquota effettiva per un lavoratore con reddito di circa 30.000 euro annui raggiunge il 43%, una soglia significativamente superiore a quella di paesi come Francia o Germania, incidendo pesantemente sul potere d'acquisto e sulla qualità della vita. Questo peso fiscale determina un senso diffuso di frustrazione e insoddisfazione nella classe media, percepita come penalizzata senza adeguati benefici sociali o opportunità di crescita. Marattin critica la Legge di Bilancio 2025 per la sua insufficienza nell'alleggerire il carico fiscale, proponendo invece una riduzione di dieci punti percentuali per le aliquote sulla fascia di reddito tra 50.000 e 60.000 euro, accompagnata da una semplificazione delle deduzioni e delle procedure burocratiche. Nel contesto internazionale, confrontando i sistemi fiscali di Francia, Germania, Spagna e Stati Uniti, emerge come l'Italia sia in una posizione di svantaggio competitivo, con implicazioni negative sull'economia nazionale. Alla luce di ciò, molte voci di esperti, associazioni di categoria e politici indicano l'urgenza di una riforma fiscale strutturale, tesa a ristabilire equità, stimolare la crescita economica e rafforzare la coesione sociale. Il futuro fiscale italiano dipende quindi da coraggiose scelte politiche orientate a sostenere concretamente il ceto medio.

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