
Prima prova visiva di una stella distrutta da doppia esplosione: risolto un antico enigma sulle supernovae di tipo Ia
La recente osservazione ottenuta dal telescopio Very Large Telescope (VLT) dell’ESO ha permesso di immortalare per la prima volta una stella distrutta tramite una doppia esplosione: la scoperta di due gusci concentrici intorno ai resti di una supernova rappresenta un punto di svolta nella comprensione dei meccanismi che guidano le supernovae di tipo Ia. Questi eventi, derivanti dalla distruzione catastrofica di una nana bianca, sono da sempre cruciali per la misura delle distanze cosmiche e lo studio dell’espansione dell’Universo, ma il loro meccanismo d’innesco è stato fino ad ora un enigma non risolto. Attraverso un'analisi accurata delle immagini e degli spettri forniti dal VLT, gli scienziati hanno accertato che la nana bianca accumula elio dalla sua compagna in un sistema binario, determinando una doppia esplosione sequenziale: la prima superficiale, seguita da una detonazione interna più violenta, evidenziata dalla presenza dei due gusci osservati. Questo risultato cruciale, frutto della collaborazione tra l’Università del Nuovo Galles del Sud e l’Istituto di studi teorici di Heidelberg, permette di rivedere modelli astrofisici fondamentali legati all’evoluzione stellare e cosmologica. L’apertura di nuove prospettive osservative, grazie a strumenti innovativi e grandi campagne internazionali, preannuncia un futuro ricco di approfondimenti sulle supernovae, consolidando il ruolo del VLT e della ricerca interdisciplinare nel decifrare i fenomeni più complessi dell’universo.