
Quando la sorveglianza a scuola fallisce: il caso del 16enne autistico morto a Verona e il principio della 'culpa in vigilando'
La tragica vicenda di Pahasara, un ragazzo autistico di 16 anni morto a Verona, mette in luce la fragilità del sistema di sorveglianza nelle scuole italiane, specialmente nei confronti degli studenti vulnerabili. Il ragazzo, durante l'orario scolastico, è riuscito a uscire dall'istituto senza essere notato da nessun adulto incaricato della sorveglianza, venendo ritrovato poi privo di vita in una piscina. Questo episodio ha acceso un dibattito sulla responsabilità delle scuole, con particolare riferimento al principio giuridico della "culpa in vigilando", che sancisce l'obbligo di vigilanza degli adulti e del personale scolastico verso i minori e soggetti fragili. La mancanza di controlli adeguati e di strumenti tecnologici efficaci evidenzia una grave carenza nel sistema di protezione scolastico che ha implicazioni sia civili che penali, come il reato di omicidio colposo per mancata sorveglianza.
In particolare, la questione si complica ulteriormente considerando le specifiche esigenze degli studenti con autismo, garantite dalla legge 104/1992 e dalle normative sull'inclusione scolastica. Essi hanno diritto a un insegnante di sostegno qualificato, a piani educativi individualizzati e a una sorveglianza attiva e personalizzata. Nel caso di Pahasara, queste tutele sembrano essere venute meno, scatenando la forte reazione della famiglia, delle associazioni per i disabili e dell'opinione pubblica, esigendo chiarezza e giustizia. Le telecamere di sorveglianza, pur presenti nella scuola veronese, si sono rivelate insufficienti senza una costante presenza di personale addetto al monitoraggio e senza adeguati protocolli di intervento.
Questo dramma rappresenta una sfida per il sistema scolastico italiano, che deve integrare sicurezza e inclusione in modo concreto, attraverso formazione del personale, protocolli dedicati e collaborazione stretta con le famiglie. Le raccomandazioni per la prevenzione evidenziano la necessità di piani specifici, uso di tecnologie di controllo efficaci, e un'attenzione particolare ai bisogni individuali. Le famiglie, inoltre, hanno il diritto di partecipare attivamente nell'elaborazione e verifica dei piani di sorveglianza, al fine di garantire ambienti scolastici più sicuri. La memoria di Pahasara impone un impegno collettivo per evitare che simili tragedie si ripetano, ribadendo che la "culpa in vigilando" non è solo una responsabilità legale, ma un dovere morale verso tutti gli studenti.