Ricerca europea: 22,5 milioni dall'Ue, Italia indietro

Ricerca europea: 22,5 milioni dall'Ue, Italia indietro

Il recente stanziamento di 22,5 milioni di euro da parte dell’Unione Europea per finanziare 150 progetti innovativi con contributi da 150mila euro ciascuno evidenzia un chiaro squilibrio nella distribuzione dei fondi tra i Paesi membri: mentre la Germania guida con 27 progetti finanziati, l’Italia ne ottiene solo 9. Questo dato sottolinea una problematica strutturale nella capacità italiana di partecipare efficacemente e competere nei bandi europei, nonostante la presenza di laboratori e ricerca di alto livello nel Paese. Il Consiglio Europeo per la Ricerca, tramite gli ERC Grants, mira infatti a sostenere iniziative di ricerca con alto potenziale di impatto applicativo, puntando al trasferimento tecnologico che possa generare prodotti e servizi innovativi sul mercato europeo e globale. L'assenza di una solida strategia nazionale, il limitato investimento pubblico nel settore e le difficoltà nel legame tra università e imprese rappresentano alcune delle cause principali che allontanano l’Italia dai livelli di competitività di Paesi come Germania e Paesi Bassi. Il basso successo italiano nei finanziamenti si traduce in una minore capacità di innovazione, meno startup high-tech e una ridotta attrattività per talenti e capitali esterni. Per invertire questa tendenza servono interventi strutturali, tra cui una formazione accademica dedicata alla progettazione europea, incentivi fiscali, migliore management dell’innovazione e una cabina di regia nazionale forte che coordini tutti gli attori della filiera innovativa. Solo così l’Italia potrà trasformare il proprio potenziale scientifico in valore economico e competitivo, giocando un ruolo da protagonista nel panorama europeo dell’innovazione e della crescita sostenibile.

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