
Riforma delle pensioni 2025: Boeri difende l’adeguamento all’aspettativa di vita e si accende il dibattito
La riforma delle pensioni prevista per il 2025 rappresenta un tema centrale in Italia, con un acceso dibattito che coinvolge esperti, politici e cittadini. Al centro della discussione vi è l'adeguamento dei requisiti pensionistici all'aspettativa di vita, misura necessaria per garantire la sostenibilità del sistema previdenziale nel medio-lungo termine. L'ex Presidente INPS Tito Boeri sostiene fermamente la necessità dell'adeguamento automatico, sottolineando che il blocco o la modifica di questo meccanismo creerebbe disparità e comprometterebbe l'equilibrio generazionale, oltre a gravare sul bilancio statale. Contrapposta a questa posizione vi è la proposta di rendere più flessibile il sistema, come evidenziato dal Sottosegretario Claudio Durigon, che difende la libertà di scelta sul Trattamento di Fine Rapporto (TFR), lasciando ai lavoratori la possibilità di utilizzarlo come rendita pensionistica senza obblighi vincolanti. Tuttavia, Luigi Marattin ribadisce l'importanza di non bloccare l'adeguamento all'aspettativa di vita per evitare squilibri finanziari futuri. Il sistema pensionistico italiano presenta già disparità accentuate a causa delle frequenti modifiche normative, penalizzando soprattutto categorie vulnerabili come donne e lavoratori con carriere discontinue. Il costo della riforma e la sostenibilità finanziaria rimangono cruciali, con proposte che includono l'incentivazione della previdenza complementare e misure per favorire l'invecchiamento attivo. Alla luce delle esigenze di equità e stabilità, il futuro del sistema previdenziale richiede soluzioni trasparenti e condivise, bilanciando le necessità economiche con la protezione delle fasce più deboli della popolazione.