Riforma Pensioni 2025: novità, proroghe e incentivi – Cosa prevedono gli ultimi emendamenti della Legge di Bilancio
La Legge di Bilancio 2025 rilancia il dibattito italiano sulle pensioni, con particolare attenzione agli emendamenti proposti per garantire flessibilità e sostenibilità al sistema previdenziale. Una misura cardine è la proroga di Quota 103, che consente il pensionamento anticipato a chi ha almeno 62 anni e 41 anni di contributi, voluta da Forza Italia e Lega per evitare un ritorno alle più rigide regole della Legge Fornero. Questa proroga garantisce opportunità soprattutto alle categorie di lavoratori usurati, sebbene preoccupi per il suo costo e potenziali effetti sul mercato del lavoro. Parallelamente, si discute della proroga di Opzione Donna, che permette alle lavoratrici di andare in pensione anticipata con almeno 35 anni di contributi e 60 anni d'età, tramite calcolo contributivo, anche se penalizzante economicamente. Le critiche principali riguardano la ristrettezza della platea e la necessità di correggere criteri per evitare effetti negativi generazionali.
Un emendamento di Fratelli d’Italia punta invece sul futuro, proponendo incentivi per l'iscrizione alla previdenza complementare da parte delle famiglie dei nuovi nati dal 2025. Questa misura mira a colmare lacune potenziali nel primo pilastro previdenziale, sostenendo paralleli benefici fiscali e contributivi, e può avere anche un impatto positivo sul tema della bassa natalità. Nel contesto delle pensioni minime, il Sottosegretario Claudio Durigon ha suggerito l’utilizzo dei fondi sociali europei per aumentare gli assegni più bassi, colpiti dall'inflazione. La prospettiva di un aumento medio mensile tra 50 e 100 euro è accolta favorevolmente dai sindacati, che però chiedono interventi strutturali e stabili, non solo temporanei.
Oltre a queste misure, gli emendamenti prevedono anche incentivi per esodi volontari e rafforzamenti assistenziali. Le organizzazioni sindacali esprimono posizione critica sulle soluzioni temporanee, sottolineando la mancanza di una riforma complessiva equa e sostenibile, mentre i rappresentanti della previdenza complementare riconoscono il valore di un sistema integrato. Guardando al futuro, la previdenza italiana deve fronteggiare sfide demografiche ed economiche importanti, richiedendo flessibilità, politiche di lavoro attive e una visione di lungo periodo. La riforma pensioni 2025 rimane dunque un passaggio cruciale per garantire la stabilità e l’equità del sistema per le prossime generazioni.