Riforma Pensioni 2026: Le Ragioni Dietro un Potenziale Errore del Governo Meloni
La riforma pensioni 2026 proposta dal Governo Meloni mira a garantire la sostenibilità finanziaria del sistema previdenziale italiano attraverso l'aumento dell'età pensionabile e il congelamento parziale delle attuali condizioni di uscita. Tuttavia, queste misure, valutate dal Ministero dell'Economia con risorse scarse, rischiano di risultare punitive per molti lavoratori, specialmente quelli con carriere discontinue o attività gravose, e di generare disuguaglianze generazionali.
L'aumento dell'età pensionabile si fonda su condizioni demografiche di invecchiamento e bassa natalità, ma comporta conseguenze negative come la riduzione delle uscite anticipate, l'allungamento della permanenza al lavoro oltre limiti fisiologici e un impatto negativo sulla disoccupazione giovanile. L'esenzione prevista solo per i 64enni nel 2026 crea ulteriori disparità, escludendo la maggioranza degli under 64 che avevano beneficiato di pensionamenti anticipati, mentre il blocco per questa fascia costa circa 8 miliardi di euro.
Le critiche principali riguardano una scarsa equità intergenerazionale, favoritismi verso alcune coorti, trascuratezza delle condizioni lavorative pesanti e dubbi sulla sostenibilità finanziaria. Il confronto con esperienze europee evidenzia l'importanza di flessibilità e dialogo sociale, aspetti che in Italia sembrano trascurati. Perciò, si ipotizzano future revisioni che includano criteri basati su contributi e condizioni lavorative, con l'obiettivo di evitare tensioni sociali e garantire un sistema pensionistico equo e sostenibile.