
Riforma Pensioni 2026: L’Urgenza dell’Equità di Genere nei Trattamenti Previdenziali
La riforma delle pensioni prevista per il 2026 in Italia affronta con urgenza la questione del gender gap nei trattamenti previdenziali, un fenomeno che evidenzia un profondo divario tra le pensioni percepite da uomini e donne. I dati Istat mostrano una situazione preoccupante: solo il 28% delle donne tra 50 e 74 anni riceve una pensione, contro una media europea del 40,7%, posizionando l'Italia tra i Paesi con la maggiore disuguaglianza di genere in ambito pensionistico. Le cause principali di questo gap sono legate alle carriere lavorative più discontinue delle donne, spesso interrompese per motivi familiari, alla presenza di lavori precari e contratti part-time involontari, e alle discriminazioni salariali che rallentano la progressione professionale femminile.
Questa disparità produce gravi conseguenze sociali ed economiche, aumentando il rischio di povertà tra le donne anziane e la loro dipendenza economica dai familiari. Un aspetto particolarmente critico è rappresentato dalla presenza di molte donne prive di reddito e pensione nella fascia tra 50 e 74 anni, un fenomeno che incide negativamente sulla coesione sociale e sul benessere delle famiglie. Il sistema previdenziale italiano attuale non riesce a valorizzare adeguatamente i periodi di inattività per cura familiare, né a garantire contribuzioni sufficienti per un trattamento pensionistico dignitoso alle donne.
Le proposte per la riforma del 2026 includono l'ampliamento dei contributi figurativi per maternità e cura familiare, incentivi per l'occupazione femminile stabile, pensionamenti flessibili e un miglior coordinamento tra politiche familiari e previdenziali. È inoltre fondamentale potenziare le politiche attive per il lavoro femminile, sviluppare servizi di supporto alla famiglia e imparare dalle esperienze di altri Paesi europei che hanno già adottato soluzioni efficaci per ridurre il gender gap pensionistico. Solo attraverso un impegno congiunto e misure concrete sarà possibile garantire una maggiore equità, evitando che troppe donne si trovino prive di un adeguato sostegno economico in età avanzata.