Salari in Italia: tra stagnazione, sindacati nel mirino e prospettive europee
Negli ultimi anni, i salari reali in Italia hanno subito un significativo calo, con una perdita dell’8% del potere d’acquisto negli ultimi cinque anni, posizionando il Paese tra quelli europei con peggiori performance salariali. Questa stagnazione è in parte attribuita all’inefficacia dei sindacati nella contrattazione, accusati di non aver contrastato adeguatamente il mancato adeguamento salariale all’inflazione, ma anche a fattori strutturali come bassa produttività, lavoro sommerso e precarietà. La contrattazione collettiva, uno strumento chiave per i livelli salariali, ha affrontato notevoli difficoltà, con molti contratti scaduti e rinnovi minimi rispetto all’inflazione. In risposta, la CGIL ha proclamato uno sciopero generale nel 2025 per rivendicare adeguamenti e una riforma del sistema. Sul fronte europeo, la Direttiva sul salario minimo mira a proteggere i lavoratori più vulnerabili, ma la sua efficacia dipenderà dall’applicazione pratica in Italia. La Corte di Giustizia UE ha confermato la legittimità della direttiva, impegnando l’Italia a recepirla integralmente. Il futuro richiede un approccio integrato: rilancio della contrattazione, lotta al lavoro irregolare, politiche attive per l’occupazione, aumento della produttività e piena attuazione della normativa europea. Solo così sarà possibile migliorare la qualità della vita dei lavoratori e sostenere la crescita economica nazionale.