Sanità, firmata la pre-intesa per il rinnovo del contratto 2025: aumenti in busta paga, arretrati e polemiche sindacali
Il rinnovo del contratto sanità 2025 segna un momento cruciale per il settore pubblico sanitario italiano, coinvolgendo circa 137.000 dirigenti tra medici, veterinari, tecnici e amministrativi. La pre-intesa firmata il 18 novembre tra ARAN e sindacati prevede uno stanziamento di 1,2 miliardi di euro destinati a incrementi salariali medi del 7,27%, corrispondenti a circa 491 euro lordi mensili in più, e al pagamento degli arretrati accumulati negli ultimi cinque anni, stimati in una media di 6.500 euro per dirigente. Gli aumenti variano in base a anzianità, categoria e specificità contrattuale, comprendendo anche indennità per funzioni gestionali, straordinari e lavoro notturno.
Nonostante i benefici attesi, i sindacati hanno espresso critiche riguardanti l'insufficiente adeguamento agli aumenti del costo della vita, la necessità di equiparare gli stipendi italiani a quelli europei, e la gestione delle carriere e dei carichi di lavoro. La pre-intesa comporta nuove regole su orari, progressioni e formazione continua, migliorando le condizioni lavorative, ma persistono preoccupazioni sul rischio di emigrazione dei professionisti e sulle carenze organiche nel sistema sanitario. Il confronto con altri rinnovi del pubblico impiego mostra un aumento leggermente superiore alla media, ma rimangono aperti ulteriori negoziati e verifiche prima della firma definitiva.
In conclusione, il rinnovo del contratto rappresenta un primo passo verso la valorizzazione delle professionalità sanitarie italiane con miglioramenti stipendiali e normativi, ma richiede un monitoraggio attento e un impegno continuo per colmare le lacune rimaste. I lavoratori sono invitati a seguire gli aggiornamenti ufficiali, verificare l'applicazione degli aumenti e mantenere un dialogo attivo con le rappresentanze sindacali per garantire un'effettiva concreta implementazione delle misure concordate.